Cyber mostri, esoscheletri e decibel, i Muse all'Olimpico sotto un cielo di laser
Bellamy & co. conquistano Roma con elettronica e rock, chitarre distorte e bassi potenti: un viaggio musicale dai videogame anni 80 alla realtà virtuale
C'è un marziano a Roma. E non è il mostro gigantesco che tende le sue mani sul pubblico dell'Olimpico, colossale ed entusiasta, per ribadire il concetto: "We are caged in simulation", "Siamo intrappolati nella simulazione". È questo il leit motiv dell'epico show dei Muse, due ore di viaggio in mondi alternativi o, forse, fin troppo reali, popolati da esoscheletri, astronauti, soldati cibernetici che sparano fumo.
Scanditi dalla voce e dalla chitarra (e pianoforte) di Bellamy, dal basso di Wolstenholme, dalla batteria di Howard, i segnali d'allarme: gli algoritmi si evolvono, diventiamo obsoleti, siamo come ingranaggi (Algorithm), intrappolati spalle al muro (Pressure), droni umani dalle menti programmate infestate da virus (Psycho). Le atmosfere dark della band affiorano tra luci al neon e laser ritmati, ondeggiano tra i led degli occhiali di Bellamy, novello Amleto con teschio d'acciaio in mano. Se essere o non essere è il problema, i Muse hanno capito perfettamente che cosa sono. E con questo show hanno trovato il modo di farlo vedere al pubblico, invitato a un banchetto pantagruelico di suoni, luci, laser e rock. Un pubblico mai così vario. Ci sono i ragazzi con le magliette della band che saltano su Supermassive Black Hole e la generazione "Joy Division" che ascolta con la birra in mano, ci sono genitori con bambini dotati di cuffie e signore con i vestiti a fiori, hipster e darkettoni vecchio stile, ultrà che onorano l'Olimpico con i colori della squadra del cuore e gente venuta da molto lontano.
I Muse sono i Muse e segnano la strada che ingloba echi anni '80 e cyberpunk nello stesso assolo di chitarra, che mischiano synth e pianoforte, voce e falsetti e che sì, possono permettersi di esagerare, sparando coriandoli e palloncini che rimbalzano, staccando la spina quando è il momento di farlo, luccicare sul palco e scendere a battere cinque tra il pubblico. Persino far oscillare ballerini in tute bianche un po' spaziali, un po' post-atomiche e ammiccare con un mostro in stile Eddie degli Iron Maiden che invade il palco col suo visore 3D. Perché la simulazione può diventare realtà e "bisogna combattere per i propri diritti", poi "il tempo aggiusterà tutto". È il messaggio finale della catartica Knights of Cydonia magistralmente introdotta da Man with a harmonica, l'omaggio a Morricone. Così dopo due ore di rock, puro e duro, ipnotico e psicotico, il messaggio è chiaro. C'è un marziano a Roma e si chiama Matthew Bellamy.
La scaletta
Algorithm
Pressure
Psycho
Break It to Me
Uprising
Propaganda
Plug In Baby
Pray (High Valyrian) - Matthew Bellamy
The Dark Side
Supermassive Black Hole
Thought Contagion
Interlude
Hysteria
Bliss
The 2nd Law: Unsustainable
Dig Down
Madness
Mercy
Time Is Running Out
Houston Jam
Take a Bow
Prelude
Starlight
Algorithm
Stockholm Syndrome / Assassin / Reapers / The Handler / New Born
Intro Man with a Harmonica - Knights of Cydonia
Il tour
Dopo il passaggio in Italia a Milano e Roma (ben oltre 140 mila biglietti venduti e record italiano per band), intervallati dalla data a Bordeaux il 16 luglio, il Simulation Theory World Tour proseguirà verso Lisbona, Madrid e poi ancora verso il Nord Europa, il Regno Unito e il Sud America, con tappa di passaggio a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1 in programma per il 21 settembre.
Scanditi dalla voce e dalla chitarra (e pianoforte) di Bellamy, dal basso di Wolstenholme, dalla batteria di Howard, i segnali d'allarme: gli algoritmi si evolvono, diventiamo obsoleti, siamo come ingranaggi (Algorithm), intrappolati spalle al muro (Pressure), droni umani dalle menti programmate infestate da virus (Psycho). Le atmosfere dark della band affiorano tra luci al neon e laser ritmati, ondeggiano tra i led degli occhiali di Bellamy, novello Amleto con teschio d'acciaio in mano. Se essere o non essere è il problema, i Muse hanno capito perfettamente che cosa sono. E con questo show hanno trovato il modo di farlo vedere al pubblico, invitato a un banchetto pantagruelico di suoni, luci, laser e rock. Un pubblico mai così vario. Ci sono i ragazzi con le magliette della band che saltano su Supermassive Black Hole e la generazione "Joy Division" che ascolta con la birra in mano, ci sono genitori con bambini dotati di cuffie e signore con i vestiti a fiori, hipster e darkettoni vecchio stile, ultrà che onorano l'Olimpico con i colori della squadra del cuore e gente venuta da molto lontano.
I Muse sono i Muse e segnano la strada che ingloba echi anni '80 e cyberpunk nello stesso assolo di chitarra, che mischiano synth e pianoforte, voce e falsetti e che sì, possono permettersi di esagerare, sparando coriandoli e palloncini che rimbalzano, staccando la spina quando è il momento di farlo, luccicare sul palco e scendere a battere cinque tra il pubblico. Persino far oscillare ballerini in tute bianche un po' spaziali, un po' post-atomiche e ammiccare con un mostro in stile Eddie degli Iron Maiden che invade il palco col suo visore 3D. Perché la simulazione può diventare realtà e "bisogna combattere per i propri diritti", poi "il tempo aggiusterà tutto". È il messaggio finale della catartica Knights of Cydonia magistralmente introdotta da Man with a harmonica, l'omaggio a Morricone. Così dopo due ore di rock, puro e duro, ipnotico e psicotico, il messaggio è chiaro. C'è un marziano a Roma e si chiama Matthew Bellamy.
La scaletta
Algorithm
Pressure
Psycho
Break It to Me
Uprising
Propaganda
Plug In Baby
Pray (High Valyrian) - Matthew Bellamy
The Dark Side
Supermassive Black Hole
Thought Contagion
Interlude
Hysteria
Bliss
The 2nd Law: Unsustainable
Dig Down
Madness
Mercy
Time Is Running Out
Houston Jam
Take a Bow
Prelude
Starlight
Algorithm
Stockholm Syndrome / Assassin / Reapers / The Handler / New Born
Intro Man with a Harmonica - Knights of Cydonia
Il tour
Dopo il passaggio in Italia a Milano e Roma (ben oltre 140 mila biglietti venduti e record italiano per band), intervallati dalla data a Bordeaux il 16 luglio, il Simulation Theory World Tour proseguirà verso Lisbona, Madrid e poi ancora verso il Nord Europa, il Regno Unito e il Sud America, con tappa di passaggio a Singapore, in occasione del Gran Premio di Formula 1 in programma per il 21 settembre.