Da Buenos Aires a Napoli, Maradona sui muri e sulla pelle
Mentre il mondo piange la sua scomparsa, nelle "sue" città la gente scende in piazza per ricordarlo
Maradona dipinto sui palazzi e tatuato sulle pelle. E' ovunque nella città di Napoli, segno di un amore che non si è mai estinto neanche dopo quel 17 marzo del 1991 quando dopo un controllo antidoping El Pibe de Oro fu squalificato e non indossò più la maglia azzurra. Ed è ovunque nella sua Argentina, sui muri delle palestre, per le strade dello shopping, davanti agli stadi. Mentre il mondo piange la sua scomparsa, nelle "sue" città, la gente scende in piazza per ricordarlo.
A Napoli Si tingono di azzurro le strade dei Quartieri Spagnoli: c'è chi sventola bandiere dai balconi, chi appende uno striscione. Chi tira fuori dall'armadio la maglia numero 10. E' il tributo di una città che è riuscito a far sognare.
Diego è arrivato a Napoli come il grande talento che arrivava dal Barcellona, e si è fatto napoletano, adottato dalla città che lui ha adottato e ha fatto sua. Corteggiato dalla Juventus, rispose: "Non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro, non avrei mai potuto indossare in Italia altra maglia se non quella del Napoli".
A Napoli Si tingono di azzurro le strade dei Quartieri Spagnoli: c'è chi sventola bandiere dai balconi, chi appende uno striscione. Chi tira fuori dall'armadio la maglia numero 10. E' il tributo di una città che è riuscito a far sognare.
Diego è arrivato a Napoli come il grande talento che arrivava dal Barcellona, e si è fatto napoletano, adottato dalla città che lui ha adottato e ha fatto sua. Corteggiato dalla Juventus, rispose: "Non avrei mai potuto fare questo affronto ai napoletani perché io mi sentivo uno di loro, non avrei mai potuto indossare in Italia altra maglia se non quella del Napoli".