Da hallyu a kimbap: 26 parole coreane nel dizionario Oxford. L'onda che va da Bts a Squid Game
La k-wave entra nel tempio della lingua inglese
Che si tratti di un film premio Oscar come Parasite, di una serie tv come Squid Game o di un nuovo successo della boy band Bts, la cultura della Corea del Sud è sempre più presente nella vita di tutti. Certamente lo è nella lingua inglese tanto da spingere l'Oxford English Dictionary, che ne è garante e custode, a inserire ben 26 parole coreane nell'aggiornamento annuale.
Così via libera a termini legati al cibo, come "kimbap", una sorta di versione coreana del sushi, o "bulgogi", piatto a base di carne di manzo o di maiale e ancora "banchan", simili ai nostri "contorni" e serviti insieme al riso. E poi ancora "chimaek" (una combinazione di pollo fritto e birra), resa popolare dal K-drama del 2014 My Love from the Star in cui la protagonista lo sgranocchia continuamente tanto da aver dato origine a una moda nei Paesi in cui la serie ha avuto successo.
Ma la bibbia della lingua inglese include anche parole come "hallyu", ossia l'onda coreana che rappresenta proprio la diffusione della cultura coreana nel mondo, e modi di dire, espressioni, che entrano nella vita quotidiana passando dalla porta dei "K-drama", o del "K-Pop", o dei "manhwa", fumetti influenzati dai manga giapponesi. E ancora dal web come nel caso di "mukbang", dirette online in cui una persona mangia cibo mentre interagisce con il proprio pubblico. Da questi canali arrivano anche una serie di espressioni tipiche come "aegyo", il "fascino" tipicamente coreano, qualcosa di simile al kawaii giapponese, e anche la tipica espressione coreana "daebak", "fantastico!" e "incredibile!". Infine, parole come "nuna", la sorella maggiore o l'amica più grande, e la sua controparte "maschile" "oppa". In questo caso, l'Oxford Dictionary riporta anche un "cambio" semantico al di fuori della Corea, dove con "oppa" ci si riferisce anche agli attori, cantanti preferiti.
Nella lista rientrano anche termini che attribuiscono un nuovo significato a parole inglesi già esistenti: è il caso di "fighting", usata in Corea per esprimere incitamento, supporto, o "PC Bang" da pc più stanza, per indicare i luoghi in cui i giovani coreani si trovano per giocare insieme magari mangiando qualcosa, o skinship, mix di due parole inglesi, skin e kinship, che indica il contatto fisico per rafforzare un legame emotivo.
Secondo i linguisti dell'Oxford English Dictionary l'introduzione delle parole sudcoreane nel dizionario è il riconoscimento di un cambiamento nel linguaggio parlato. "Gli asiatici inventano e scambiano parole nei loro contesti, poi le introducono al resto del mondo che parla inglese permettendo così all'onda coreana, la "K-wave", di continuare a incresparsi sul mare di parole inglesi", si legge nel comunicato.
Un'onda che deve gran parte della forte accelerazione degli ultimi tempi al k-pop, principalmente ai Bts, i re Mida della musica coreana, promossi a "ambasciatori" della lingua coreana nel mondo, e ai k-drama, ma che inaspettatamente sta iniziando a prendere un'altra direzione. Insomma sono passati quasi dieci anni dai tempi di Gangnam Style, primo "assalto frontale" culturale direttamente da Seoul e forse è ormai maturo il tempo per uscire dai confini del mondo imposti dalla "young generation". Basti pensare al film premio Oscar Parasite, acclamato in tutto il mondo, e al recentissimo successo di Squid Game, la serie che si candida a essere la più vista della storia di Netflix. "A sorpresa", ha detto Ted Sarandos, co-amministratore delegato della società. Forse non lo diventerà, ma intanto l'hashtag #SquidGame spopola su tutti i social network, i biscotti al caramello sono vendutissimi e, ad Halloween, ci si prepara a un'invasione di costumi tratti dalla serie.

Così via libera a termini legati al cibo, come "kimbap", una sorta di versione coreana del sushi, o "bulgogi", piatto a base di carne di manzo o di maiale e ancora "banchan", simili ai nostri "contorni" e serviti insieme al riso. E poi ancora "chimaek" (una combinazione di pollo fritto e birra), resa popolare dal K-drama del 2014 My Love from the Star in cui la protagonista lo sgranocchia continuamente tanto da aver dato origine a una moda nei Paesi in cui la serie ha avuto successo.
Ma la bibbia della lingua inglese include anche parole come "hallyu", ossia l'onda coreana che rappresenta proprio la diffusione della cultura coreana nel mondo, e modi di dire, espressioni, che entrano nella vita quotidiana passando dalla porta dei "K-drama", o del "K-Pop", o dei "manhwa", fumetti influenzati dai manga giapponesi. E ancora dal web come nel caso di "mukbang", dirette online in cui una persona mangia cibo mentre interagisce con il proprio pubblico. Da questi canali arrivano anche una serie di espressioni tipiche come "aegyo", il "fascino" tipicamente coreano, qualcosa di simile al kawaii giapponese, e anche la tipica espressione coreana "daebak", "fantastico!" e "incredibile!". Infine, parole come "nuna", la sorella maggiore o l'amica più grande, e la sua controparte "maschile" "oppa". In questo caso, l'Oxford Dictionary riporta anche un "cambio" semantico al di fuori della Corea, dove con "oppa" ci si riferisce anche agli attori, cantanti preferiti.
Nella lista rientrano anche termini che attribuiscono un nuovo significato a parole inglesi già esistenti: è il caso di "fighting", usata in Corea per esprimere incitamento, supporto, o "PC Bang" da pc più stanza, per indicare i luoghi in cui i giovani coreani si trovano per giocare insieme magari mangiando qualcosa, o skinship, mix di due parole inglesi, skin e kinship, che indica il contatto fisico per rafforzare un legame emotivo.
Secondo i linguisti dell'Oxford English Dictionary l'introduzione delle parole sudcoreane nel dizionario è il riconoscimento di un cambiamento nel linguaggio parlato. "Gli asiatici inventano e scambiano parole nei loro contesti, poi le introducono al resto del mondo che parla inglese permettendo così all'onda coreana, la "K-wave", di continuare a incresparsi sul mare di parole inglesi", si legge nel comunicato.
Un'onda che deve gran parte della forte accelerazione degli ultimi tempi al k-pop, principalmente ai Bts, i re Mida della musica coreana, promossi a "ambasciatori" della lingua coreana nel mondo, e ai k-drama, ma che inaspettatamente sta iniziando a prendere un'altra direzione. Insomma sono passati quasi dieci anni dai tempi di Gangnam Style, primo "assalto frontale" culturale direttamente da Seoul e forse è ormai maturo il tempo per uscire dai confini del mondo imposti dalla "young generation". Basti pensare al film premio Oscar Parasite, acclamato in tutto il mondo, e al recentissimo successo di Squid Game, la serie che si candida a essere la più vista della storia di Netflix. "A sorpresa", ha detto Ted Sarandos, co-amministratore delegato della società. Forse non lo diventerà, ma intanto l'hashtag #SquidGame spopola su tutti i social network, i biscotti al caramello sono vendutissimi e, ad Halloween, ci si prepara a un'invasione di costumi tratti dalla serie.