Da Kandinsky a Pollock: la grande arte dei Guggenheim a Firenze
Più di cento capolavori dell'arte europea e americana eseguiti tra gli anni Venti e Sessanta del Novecento in mostra a Palazzo Strozzi, a Firenze, dal 19 marzo al 24 luglio. "Da Kandinsky a Pollock. La grande arte dei Guggenheim" nasce dalla collaborazione tra la Fondazione Palazzo Strozzi e la Fondazione Solomon R. Guggenheim di New York e mette in scena uno straordinario e inedito confronto tra le collezioni di Solomon e Peggy, zio e nipote, in un percorso che si snoda tra le più grandi figure della storia dell'arte del XX secolo.
Kandinsky, Duchamp, Max Ernst, ma anche Alberto Burri, Emilio Vedova, Jean Dubuffet, Lucio Fontana, e alcune delle maggiori personalità dell'arte americana tra gli anni Quaranta e Sessanta, tra cui spiccano Jackson Pollock, di cui sono esposte addirittura 18 opere, Mark Rothko presente in mostra con ben 6 quadri, Alexander Calder con 5 grandi cosiddetti 'mobiles', ma anche, tra gli altri, Willem de Kooning, Robert Motherwell, Roy Lichtenstein, Cy Twombly.
La sede dell'esposizione non è stata dettata dal caso: proprio a Palazzo Strozzi, nel febbraio 1949, Peggy Guggenheim, da poco tornata in Europa, presentò la collezione che poi troverà a Venezia la definitiva collocazione.
Tra le opere esposte ci sono la monumentale tela di Kandinsky "Curva dominante" (1936), che Peggy vendette durante la guerra (una delle ''sette tragedie della sua vita di collezionista''); "Il bacio" (1927) di Max Ernst, manifesto dell'arte surrealista e immagine copertina della mostra alla Strozzina nel 1949; lo "Studio per scimpanzé" (1957) di Francis Bacon, opera raramente esposta fuori da Venezia e che Peggy Guggenheim teneva appesa nella propria camera da letto. E poi i grandi capolavori dell'Espressionismo astratto americano come "Risplendente" (1958) di Sam Francis e della pittura Color-Field e Post Painterly Abstraction come "Miscuglio di grigio" (1968-1969) di Frank Stella; la grandiosa opera "Preparativi" (1968) di Roy Lichtenstein, in cui l'artista pop, attraverso il tipico stile che rimanda al fumetto, propone una denuncia della guerra in Vietnam.