Dakota Access. Veterani a protezione dei manifestanti contro l'oleodotto
"Arrivano i nostri"
Mentre i manifestanti si attrezzano per affrontare l'arrivo della neve e del gelo, un gruppo di veterani dell'esercito degli Stati Uniti è arrivato per unirsi alla protesta contro il 'Dakota Access' l'oleodotto da 3,8 miliardi di dollari in costruzione nei pressi di una riserva di Nativi Americani in Nord Dakota. Il progetto che prevede di far passare le tubazioni sotto un lago vicino a Standing Rock è visto dai Sioux come una minaccia alla purezza delle riserve idriche e un'offesa a luoghi considerati sacri.
L'iniziativa di questi veterani, che intendono porsi a difesa dei manifestanti dopo i recenti scontri e arresti, non è condivisa dal "Coordinamento dei veterani del Nord Dakota" che in un comunicato li invita a desistere per non essere coinvolti in una protesta che ha provocato "danneggiamenti in proprietà private".
Intanto, le autorità statali hanno invitato i manifestanti ad evacuare il campo Oceti Sakowin, che si trova su un territorio di proprietà dell'esercito, adducendo a motivazione proprio l'arrivo del gran freddo con temperature previste per la prossima settimana intorno a -16 gradi centigradi. Per il momento le stesse autorità hanno tuttavia escluso il ricorso alla forza per lo sgombero.
Matthew Crane, un militare di 32 anni giunto tre giorni fa, ha dichiarato che i veterani che si stanno unendo alla protesta "stanno sulle spalle di giganti come Martin Luther King e Ghandi" con il loro piano di fare da scudo ai manifestanti.
Nel frattempo il neo-eletto presidente Donald Trump ha per la prima volta dichiarato apertamento il suo sostegno al completamento dell'oleodotto. D'altra parte il suo team che si occupa della transizione dall'amministrazione Obama fino al momento dell'insediamento ha emanato una nota in cui si dice che "Trump sostiene le proteste pacifiche."