Dal Venezuela al Perù, il lungo viaggio di Sandra e sua figlia in fuga dalla povertà
Il lungo viaggio di una madre in fuga dalla povertà con la figlia: dal Venezuela al Perù a piedi per scappare dalla povertà.
Pochi vestiti vecchi, un paio di scarpe di ricambio, una spazzola. Stanno in due piccoli zaini, di quelli rossi che il governo distribuisce ai bambini delle scuole, le cose che Sandra e sua figlia hanno scelto di portare con sé nel lungo viaggio che le porterà lontano da Caracas nel tentativo di rifarsi una vita.
Sandra Cadiz è una delle tante vittime della crisi economica, finanziaria e umanitaria che sta attraversando il Venezuela, travolto dal crollo del pil e da un tasso di inflazione che secondo il Fondo Monetario Internazionale potrebbe raggiungere il milione per cento entro la fine dell'anno. Un decimo della popolazione ha lasciato il paese: mancano medici, insegnanti, ingegneri, conducenti di autobus, elettricisti.
Anche Sandra ha scelto di andarsene non riuscendo più a sfamare la figlia Angelis di dieci anni. La sua meta non è la vicina Colombia, né il Brasile, ma Lima in Perù dove la aspetta il figlio più grande che lì è riuscito a ricostruirsi una vita. Non potendo permettersi un biglietto aereo, né un bus, Sandra e sua figlia sono partite a piedi come ogni giorno fanno almeno 650 persone in fuga dalla povertà.
Sandra vendeva caramelle, sigarette e schede telefoniche, generi che nessuno compra più in un paese allo sfacelo. Il suo cammino, mano nella mano con la piccola Angelis, documentato dai reporter dell'Associated Press, inizia da uno delle centinaia di sentieri illegali, chiamati "trocha" (significa "scorciatoia"), che portano in Colombia perché molti migranti venezuelani non hanno passaporti. La notte la temperatura scende e mamma e figlia cercano riparo nelle stazioni di servizio abbandonate. Di giorno elemosinano un passaggio. In Colombia, si fermano in tanti, c'è chi offre un pasto caldo, chi dona del denaro. Sandra riesce a raccogliere 250.000 pesos - circa 82 dollari americani che usa per due biglietti dell'autobus che va in Ecuador. Da lì si spostano con i mezzi messi a disposizione gratuitamente dal governo che le portano in Perù. Arrivano a Lima dopo 8 giorni dalla loro partenza da Caracas. Le aspetta Leonardo, il figlio di Sandra, che adesso può finalmente conoscere la nipotina di un anno.
Un mese dopo mamma e figlia sono ancora in attesa di un visto, vivono in un alloggio per migranti venezuelani e camminano per le strade di Lima vendendo cianfrusaglie nella speranza di trovare il denaro per affittare una stanza tutta loro. Sandra è risoluta, ce la farà, dice, e poi almeno adesso Angelis ha cibo sufficiente.
Sandra Cadiz è una delle tante vittime della crisi economica, finanziaria e umanitaria che sta attraversando il Venezuela, travolto dal crollo del pil e da un tasso di inflazione che secondo il Fondo Monetario Internazionale potrebbe raggiungere il milione per cento entro la fine dell'anno. Un decimo della popolazione ha lasciato il paese: mancano medici, insegnanti, ingegneri, conducenti di autobus, elettricisti.
Anche Sandra ha scelto di andarsene non riuscendo più a sfamare la figlia Angelis di dieci anni. La sua meta non è la vicina Colombia, né il Brasile, ma Lima in Perù dove la aspetta il figlio più grande che lì è riuscito a ricostruirsi una vita. Non potendo permettersi un biglietto aereo, né un bus, Sandra e sua figlia sono partite a piedi come ogni giorno fanno almeno 650 persone in fuga dalla povertà.
Sandra vendeva caramelle, sigarette e schede telefoniche, generi che nessuno compra più in un paese allo sfacelo. Il suo cammino, mano nella mano con la piccola Angelis, documentato dai reporter dell'Associated Press, inizia da uno delle centinaia di sentieri illegali, chiamati "trocha" (significa "scorciatoia"), che portano in Colombia perché molti migranti venezuelani non hanno passaporti. La notte la temperatura scende e mamma e figlia cercano riparo nelle stazioni di servizio abbandonate. Di giorno elemosinano un passaggio. In Colombia, si fermano in tanti, c'è chi offre un pasto caldo, chi dona del denaro. Sandra riesce a raccogliere 250.000 pesos - circa 82 dollari americani che usa per due biglietti dell'autobus che va in Ecuador. Da lì si spostano con i mezzi messi a disposizione gratuitamente dal governo che le portano in Perù. Arrivano a Lima dopo 8 giorni dalla loro partenza da Caracas. Le aspetta Leonardo, il figlio di Sandra, che adesso può finalmente conoscere la nipotina di un anno.
Un mese dopo mamma e figlia sono ancora in attesa di un visto, vivono in un alloggio per migranti venezuelani e camminano per le strade di Lima vendendo cianfrusaglie nella speranza di trovare il denaro per affittare una stanza tutta loro. Sandra è risoluta, ce la farà, dice, e poi almeno adesso Angelis ha cibo sufficiente.