Corea del Nord, quando le elezioni sono una farsa
I cittadini hanno votato per approvare i 687 membri dell’Assemblea popolare suprema
Il giorno dopo le elezioni nella metro di Pyongyang tutti si fermano a guardare la prima pagina del giornale affissa nelle teche. C'è una grande foto del dittatore Kim Jong-un, ritratto mentre inserisce la sua scheda nell'urna.
I nordcoreani hanno votato ieri per la 14ma Suprema assemblea del popolo, il "Parlamento" del paese asiatico che è di fatto privo di ogni concreto potere. Secondo l'agenzia ufficiale del regime KCNA, alla chiusura delle urne "tutti gli elettori registrati in tutti i collegi nel paese per l'elezione dei deputati della 14ma Suprema assemblea del popolo hanno partecipato al voto, tranne quelli all'estero o quelli che lavorano negli oceani". Dunque l'affluenza potrebbe essere stata del 99% se non di più - nel 2014, per esempio, fu del 99,97%.
Non ci sono cabine elettorali vere e proprie e nessuna matita copiativa anche perché non bisogna scrivere nulla. Basta mettere la scheda nell'urna per aver espresso il voto. E lo si fa davanti a tutti. Il voto in privato è possibile ma sconsigliabile. Così come cancellare il nome del candidato...
Ai candidati - operai, contadini, intellettuali e soldati - la retorica del regime chiede di "lavorare per rafforzare la leadership di Kim e l'ideologia della 'juche'", il pensiero ufficiale nordcoreano sviluppato dal fondatore Kim Il-sung, una via autonoma nella costruzione del socialismo con tratti coreani.
Agli elettori è chiesto di votare i 687 membri dell’Assemblea popolare suprema, anche se non possono scegliere uno o più candidati in una lista di alternative, ma solo approvare o disapprovare l’unico candidato proposto per il distretto in cui vivono. Nessuno però disapprova e nessuno si astiene. Le chiamano elezioni...
I nordcoreani hanno votato ieri per la 14ma Suprema assemblea del popolo, il "Parlamento" del paese asiatico che è di fatto privo di ogni concreto potere. Secondo l'agenzia ufficiale del regime KCNA, alla chiusura delle urne "tutti gli elettori registrati in tutti i collegi nel paese per l'elezione dei deputati della 14ma Suprema assemblea del popolo hanno partecipato al voto, tranne quelli all'estero o quelli che lavorano negli oceani". Dunque l'affluenza potrebbe essere stata del 99% se non di più - nel 2014, per esempio, fu del 99,97%.
Non ci sono cabine elettorali vere e proprie e nessuna matita copiativa anche perché non bisogna scrivere nulla. Basta mettere la scheda nell'urna per aver espresso il voto. E lo si fa davanti a tutti. Il voto in privato è possibile ma sconsigliabile. Così come cancellare il nome del candidato...
Ai candidati - operai, contadini, intellettuali e soldati - la retorica del regime chiede di "lavorare per rafforzare la leadership di Kim e l'ideologia della 'juche'", il pensiero ufficiale nordcoreano sviluppato dal fondatore Kim Il-sung, una via autonoma nella costruzione del socialismo con tratti coreani.
Agli elettori è chiesto di votare i 687 membri dell’Assemblea popolare suprema, anche se non possono scegliere uno o più candidati in una lista di alternative, ma solo approvare o disapprovare l’unico candidato proposto per il distretto in cui vivono. Nessuno però disapprova e nessuno si astiene. Le chiamano elezioni...