Dati inediti dallo spazio interstellare
La sonda della Nasa era entrata nello spazio interstellare nel novembre 2018, divenendo il secondo oggetto costruito dall'uomo a raggiungere tale distanza dopo la gemella Voyager 1. Oggi, l'analisi dei primi dati ricevuti permette di ricostruire l'ambiente nel quale si trova, con risultati inediti
In viaggio ormai da 42 anni, dopo essere stata lanciata il 20 agosto 1977, la sonda aveva fatto il grande salto al di fuori del nostro sistema planetario il 5 novembre 2018, ma solo adesso l'analisi dei primi dati permette di ricostruire l'ambiente mai visto che la Voyager 2 sta esplorando.
I am currently 16 hrs 58 mins 38 secs of light-travel time from Earth (2019:309:000000:2L)
— NSFVoyager2 (@NSFVoyager2) November 5, 2019
Pubblicati in cinque articoli sulla rivista Nature Astronomy, i dati sono diversi da quelli inviati dalla Voyager 1, forse perché i due veicoli hanno seguito traiettorie diverse o a causa delle variazioni nell'attività del Sole.
Quando la Voyager 2 stava entrando nello spazio interstellare si trovava a circa 18 miliardi di chilometri da noi, una distanza 119 volte superiore a quella che separa la Terra dal Sole. Le cinque ricerche che hanno analizzato i dati della sonda sono state coordinate dal Caltech (California Institute of Technology), dal Mit (Massachusetts Institute of Technology), dall'Università dell'Iowa, dal centro Goddard della Nasa e dalla John Hopkins University.
I dati descrivono le caratteristiche della zona al confine tra il sistema solare e lo spazio interstellare, chiamata "Eliopausa": a differenza della Voyager 1, la sua gemella indica un'eliosfera molto sottile, quasi schiacciata da un forte campo magnetico interstellare, molto più calda e variabile del previsto. Esiste inoltre un sottile strato nel quale il vento solare interagisce con quello interstellare, mai visto dalla Voyager 1.
The fantastic voyage continues!
— NASA Voyager (@NASAVoyager) November 4, 2019
One year ago this week, Voyager 2 joined me in interstellar space. Today, five papers published detailing my twin's findings in the region just beyond the bubble created by our Sun. https://t.co/RqOfl7uV3F pic.twitter.com/ucRiTafLW3