David Sassoli, da 'anchorman' Rai alla guida dell'Europarlamento. Identikit del successore di Tajani
63 anni, fiorentino, una lunga carriera nell'azienda di servizio pubblico culminata con la vice direzione del Tg1, David Maria Sassoli è a Bruxelles dal 2009 eletto nelle liste dell'allora neonato Partito Democratico con il record di preferenze e confermato poi nel 2014 e nel 2019. Nell'ultima legislatura ha ricoperto la carica di vicepresidente dell'assemblea di Strasburgo. Ecco l'identikit del successore di Antonio Tajani.
Dai primi passi nei quotidiani locali al Parlamento Europeo. è questa l'ascesa di David Maria Sassoli, eletto alla presidenza dell'Europarlamento su candidatura del gruppo dei socialisti e democratici. Gli esordi da giornalista lo vedono impegnato lontano dai riflettori dei media mainstream, nelle testate locali e nelle agenzie di Firenze, il capoluogo toscano in cui era nato nel 1956.
Il primo salto avviene con il passaggio alla redazione romana de Il Giorno dove, per sette anni, racconta la politica e non solo.
Il 3 luglio 1986, a trent'anni, diventa giornalista professionista. Nel 1992 entra in Rai come inviato di cronaca del Tg3. Il suo volto entra nelle case degli italiani che imparano a conoscerlo anche per
la collaborazione con l trasmissione Il Rosso e il Nero, di Michele Santoro. Nel 1996 gli viene affidata la sua prima trasmissione, Cronaca in Diretta, il contenitore pomeridiano di Rai2 e, poco tempo dopo, passa a condurre Prima, rotocalco quotidiano del Tg1.
Da qui il balzo definitivo, prima con la conduzione del Tg1 delle 13.30, poi quello delle 20 e infine, con Gianni Riotta alla direzione, con l'incarico a vice direttore della testata della rete ammiraglia del servizio pubblico.
L'incontro con la politica avviene grazie a un sindaco di Roma che si mette in testa di fondare un partito, mettendo insieme le due grandi tradizione della politica italiana, quella di sinistra del Pci-Pds-Ds e quella cattolica e popolare della Dc poi confluita nella Margherita: è uno dei primissimi 'nativi dem' visto che aderisce al partito non appena Walter Veltroni tiene a battesimo la sua creatura politica. Lo fa
candidandosi con successo alle elezioni europee del 6 e 7 giugno 2009 come capolista nell'Italia Centrale e raccoglie la bellezza di 412.500 preferenze, un record che gli frutta il 'titolo' di primo eletto nella sua circoscrizione oltre a quello di capogruppo del Pd all'Europarlamento.
Sulle ali dell'entusiasmo annuncia di voler dedicare "tutta la sua vita" all'attività politica. Tre anni dopo, la prima delusione: è il 2012, a Roma si vota dopo cinque anni di sindacatura Alemanno e governo di centrodestra. Il Pd sente in mano la vittoria, ma è anche atteso alle primarie per la scelta del candidato sindaco. Ai blocchi di partenza sono in tre: insieme a Sassoli, ci sono Paolo Gentiloni e Ignazio Marino. Per Sassoli, fiorentino adottato dalla Capitale, è l'occasione per la definitiva consacrazione ma a batterlo sarà proprio il chirurgo genovese già senatore del Pd.
Si ricandida alle elezioni Europee nel 2014, quelle del 40,8% del Partito Democratico. Le preferenze per lui, ancora candidato nell'Italia centrale si dimezzano, ma il suo lavoro tra i banchi di Bruxelles e
Strasburgo è riconosciuto sia dai compagni del Pse - nel quale il Pd è confluito per scelta dell'allora segretario Matteo Renzi - sia dagli avversari. Il 1 luglio di quell'anno diventa vice presidente del Parlamento Europeo con 393 voti, risultando il secondo più votato in quota Pd-Pse.
L'ultimo capitolo della sua carriera è storia recente: alle elezioni di maggio ottiene 128.533 preferenze, e conquista ancora un seggio nel Parlamento europeo che da oggi preside succedendo al forzista e popolare Antonio Tajani.