Dentro Montecitorio, viaggio all'interno dei corridoi e delle aule (vuote) della Camera dei deputati
Lo storico palazzo del potere legislativo come non lo avete mai visto, nelle ore in cui diventa sempre più rovente la discussione sul proseguimento dei lavori parlamentari in presenza a causa dell'aumento dei casi di positività con la proposta di attivare la modalità del voto a distanza per i deputati.
L'edificio storico originariamente progettato nel 1623 fu inaugurato come Camera dei Deputati nel 1871. A seguito del referendum del settembre 2020, il corpo elettorale ha confermato la riforma costituzionale che riduce di oltre un terzo il numero dei rappresentanti sia alla Camera sia al Senato. In queste ore, con l'aumento dei casi di contagi da coronavirus i lavori in presenza del Parlamento e tengono banco nel dibattito politico.
Si fa sempre più pressante la richiesta trasversale di introdurre il voto a distanza per evitare che Camera e Senato restino bloccate e non possano più funzionare. Dopo la notizia di tre capigruppo delle opposizioni su quattro risultati positivi al Covid, a cui si aggiunge il capogruppo di M5s, e il susseguirsi dei deputati posti in quarantena fiduciaria per essere entrati in contatto con colleghi contagiati, soprattutto alla Camera, ci si interroga su quali possano essere le contromisure da adottare.
In settimana è prevista una nuova riunione della Giunta per il regolamento di Montecitorio: sarà quella la sede dove verrà affrontata la questione, a partire dalla possibilità di prevedere, in una situazione di emergenza, i lavori da remoto.
Il dibattito sul voto a distanza
Nella conferenza di presentazione del nuovo Dpcm il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto: "Tra le misure preannunciate ve n'è anche una che può avere impatto significativo: nell'ambito delle Pa è previsto che tutte le riunioni si svolgano con modalità a distanza, salvo la sussistenza di motivate ragioni. Bisogna motivare perché la riunione si svolgerà in presenza. Il Parlamento ha i propri regolamenti, so che alla Camera è stata già ha adottato una nuova modalità per considerare le persone positive al Covid in missione. Credo che anche il Senato dovrà adattare, ma non rientra tra le mie prerogative e competenze. E' chiaro però che a tutti i livelli dobbiamo premurarci perché la curva del contagio sale e più persone vanno in l'auto-isolamento fiduciario e questo può complicare notevolmente lo svolgimento delle ordinarie attività pubbliche e private. Dobbiamo quindi predisporci con delle misure adeguate per rendere molto più flessibili anche le modalità di lavoro e le riunioni".
Dall'opposizione si ribatte:"È bene ribadirlo. La nostra Costituzione non prevede (anzi di fatto vieta) il voto a distanza per i lavori parlamentari. Prevede, cioè, solo il voto in presenza. Quindi tutto questo dibattito sul voto a distanza non ha alcun significato in ragione dell'emergenza, perché basterebbe che tra maggioranza e opposizione, anche sulla base dei moniti del presidente della Repubblica Sergio Mattarella su coesione e condivisione, si stabilisse un tavolo per decisioni comuni e condivise in tema di emergenza sanitaria, emergenza economica ed emergenza istituzionale". Cosi' Renato Brunetta, deputato e responsabile economico di Forza Italia, in una nota. "Se ci fosse questo tavolo, e le decisioni sulle tre aree fossero prese insieme, da maggioranza e opposizione, non ci sarebbe alcun
bisogno del voto a distanza."