Dieci anni fa moriva Marlon Brando, l'antidivo che si definì "sacco di farina"
Dieci anni fa, il primo luglio 2004, moriva a Los Angeles Marlon Brando, l'attore americano diventato icona del cinema. Ribelle, anticonformista, sfuggente alle etichette: il divo del cinema, diceva, non è un artista, è una merce. Si definiva un "sacco di farina". Clarke Gable, "un sacco di patate".
Nella sua carriera ha interpretato di tutto. Per il ruolo di scaricatore di porto in Fronte al porto vince il suo primo premio Oscar. Lo sguardo magnetico e la sensualità gli valgono la parte di Stanley Kowalski in Un tram che si chiama Desiderio.
Ma forse per tutti Marlon Brando è don Vito Corleone nel Padrino, una parte per cui si aggiudica la seconda statuetta, mai ritirata in segno di protesta contro le ingiustizie verso i nativi americani. Con Bertolucci sfida la censura in Ultimo tango a Parigi. Il suo ultimo grande film è Apocalypse Now di Coppola in cui è il colonnello Kurtz.