"Disneyland hitleriana" o rottura di un tabù? Fa discutere l'esibizione dell'ultimo bunker nazista
La mostra "Hitler - Come è potuto succedere?" a Berlino
Sono passati oltre 70 anni da quando Adolf Hitler si uccise nel suo bunker a Berlino negli ultimi giorni della Seconda Guerra Mondiale. Una mostra che non ha mancato di suscitare polemiche racconta oggi il percorso che portò sia il giovane Adolf a diventare nazista che persone qualsiasi a trasformarsi in assassini durante il Terzo Reich. Al di là di alcuni episodi come il film "La caduta" di una dozzina di anni fa e un'altra mostra sul dittatore nel 2010, il tema rimane ancora largamente tabù nella cultura popolare tedesca. La mostra intitolata "Hitler - come è potuto succedere?" tenta, a sentire le parole del curatore Wieland Giebel, 67 anni, di colmare questo gap.
Allestita in un bunker dell'epoca, utilizzato dai civili durante i bombardamenti sulla capitale non lontano da quello in cui visse le sue ultime ore Adolf Hitler e che è interdetto al pubblico, la mostra è stata accusata di creare una specie di "Disneyland hitleriana" soprattutto perchè si conclude con una controversa e curatissima ricostruzione della stanza in cui il dittatore si uccise il 30 aprile del 1945, completa di orologio a pendolo, sofa e bombola di ossigeno. Per prudenza, l'allestimento è protetto dietro una parete a vetro ed è fatto divieto ai visitatori di scattare fotografie. Il curatore non si nasconde dietro queste precauzioni e difende la sua scelta: "La mostra è incentrata sui crimini di Hitler, i campi di concentramento i pogrom e l'Olocausto degli ebrei, ma aggiunge: "Questa è la stanza dove tutto è finito e per questo la mostriamo". La mostra, continua, Giebel, cerca di rispondere all'annosa questione che dal dopoguerra perseguita i tedeschi: come è potuto succedere.
Per questo tenta di ricostruire la formazione del dittatore dall'infanzia in Austria alla sua esperienza della Prima Guerra Mondiale e le vicende che hanno segnato quel primo dopoguerra con "l'umiliazione" della Germania per le condizioni del trattato di Versailles e il dilagare in tutta Europa dell'antisemitismo. Una miscela esplosiva di cui Hitler si servì per la scalata al potere attraverso la propaganda demagogica della rinascita di una nuova grande Germania. La mostra che propone fotografie, disegni di Hitler e un veccho filmato del suo matrimonio con Eva Braun, ha attratto finora quasi 20mila visitatori.