Caracas, disordini al rientro di Guaidó dopo il viaggio in 3 continenti
Al termine di 23 giorni di attività politica in tre continenti, Juan Guaidó, il leader oppositore autoproclamatosi presidente ad interim del Venezuela, è rientrato a Caracas. Lo aveva annunciato su Twitter. All'aeroporto c'erano i suoi ma anche i sostenitori di Maduro. Inevitabili i disordini e poi la denuncia: "È scomparso mio zio Juan José Márquez"
#ALERTA | Denunciamos la desaparición de Juan José Márquez, tío del Presidente (E) @jguaido , quien acompañaba al mandatario en el avión al momento de arribar a Venezuela.
— Centro de Comunicación Nacional (@Presidencia_VE) February 12, 2020
Ad attendere Guaidó nella hall dell'Aeroporto Internazionale Simón Bolívar a Caracas c'erano decine di deputati della sua assemblea nazionale 'legittima', vari ambasciatori, la moglie Fabiana Rosales e una folta schiera di giornalisti, fotografi e cameramen. I festeggiamenti sono durati poco, interrotti dai militanti del partito socialista unito del Venezuela (Psuv). Il clima di festa si è trasformato in tensione e le forze di polizia presenti sul posto non sono intervenute. Così Guaidò è stato allontanato dai suoi.
L'accusa per lui è di aver trasgredito, per la seconda volta in meno di un anno, la proibizione impostagli dalla giustizia venezuelana di uscire dal paese. Il suo lungo viaggio politico ha ottenuto l'appoggio pressoché incondizionato di tutto l'occidente, compreso quello di Donald Trump.
Giacca blu, senza cravatta e con una croce di legno al collo, Guaidó ha affidato a Twitter le sue prime dichiarazioni: "Porto l'impegno del mondo libero, disposto ad aiutarci a recuperare la democrazia e la libertà. Una nuova fase che non ammetterà passi indietro e che ha bisogno di tutti noi facendo quello che dobbiamo fare. "Abbiamo bisogno di unità, fiducia e disciplina".