Dolore e rabbia per Freddie ma niente inchiesta sulla morte della piccola foca del Tamigi
La Royal Society for the Prevention of Cruelty to Animals (RSPCA), l'ente britannico di protezione degli animali, ha dichiarato di non poter indagare Rebecca Sabben-Clare, 49 anni, l'avvocata di alto profilo proprietaria del cane che ha azzannato Freddie, l'amatissima foca del Tamigi provocandone la morte
Il cucciolo di 10 mesi, che da qualche settimana amava sostare sulla riva del Tamigi presso l'Hammersmith Bridge, era diventato una star tanto che gli era stato dato il nome del cantante dei Queen. Domenica scorsa Freddie era stato azzannato da un cane senza guinzaglio e, nonostante il tentativo di alcuni passanti di separare i due animali, aveva riportato ferite così gravi - un osso rotto, la dislocazione di una pinna e danni alle articolazioni, legamenti e nervi - che lunedì i veterinari del South Essex wildlife hospital non hanno avuto altra scelta che sopprimerlo.
RSPCA can’t investigate Oxford-educated QC whose dog mauled Freddie the Seal to death as ‘no offence committed’ https://t.co/0bUbkEc009
— The Sun (@TheSun) March 25, 2021
La morte di Freddie ha suscitato reazioni di cordoglio e rabbia sia nel quartiere di cui ormai era diventato la mascotte sia sui social media dove in molti non hanno mancato di attaccare furiosamente la donna accusata di aver ignorato i cartelli che indicavano l'obbligo di tenere i cani al guinzaglio.
La proprietaria in una dichiarazione alla stampa ha detto di avere "il cuore spezzato" e che, col senno di poi avrebbe voluto tenere il suo cane al guinzaglio, ma al momento "non sembrava necessario". "Mi scuso senza riserve per quello che è successo," e ha aggiunto, "Me ne sono andata per la mia sicurezza e quella del mio cane, credendo che non c'era niente che potessi fare per aiutare, dato che la foca era già nelle mani di un veterinario e l'aiuto era stato chiamato". L'avvocata ha anche dichiarato di aver fatto una donazione all'ospedale del South Essex, che ha tentato di curare Freddie.
La donna ha anche detto di essere stata interrogata sia dalla RSPCA sia dalla polizia metropolitana. Quest'ultima, riporta il tabloid Sun, pare abbia già concluso la propria indagine e che non intraprenderà alcuna azione penale nei confronti della proprietaria del cane. E oggi arriva anche da parte dell'ente di protezione degli animali la conferma che non indagherà sul fatto poiché la sua giurisdizione è limitata ai reati che ricadono sotto l'Animal Welfare Act, e che si riferiscono alla crudeltà nei confronti degli animali. Secondo la RSPCA spetta alla polizia indagare su reati che coinvolgono cani pericolosi.
"Siamo profondamente rattristati," sottolinea l'ente in una dichiarazione," da quello che è successo a Freddie e questo evidenzia quanto sia importante tenere i cani al guinzaglio vicino agli animali selvatici. Noi indaghiamo sui reati contro il benessere degli animali. Gli attacchi dei cani verso altri animali diventerebbero un reato di questo tipo se fosse stato fatto deliberatamente. Se non sono stati commessi reati ai sensi dell'Animal Welfare Act, non siamo in grado di portare avanti alcuna indagine. In questo caso, abbiamo parlato con la proprietaria e siccome questo non era un caso di crudeltà deliberata, non c'è alcun reato su cui poter indagare."