Graziano Mesina, 'la primula rossa' sarda tra rapine, rapimenti, evasioni e grazia revocata
Graziano Mesina detto "Grazianeddu", è stato uno dei banditi sardi più noti del dopoguerra. Decimo di undici figli di un pastore è nacque a Orgosolo (Nuoro) il 4 aprile del 1942. Oltre che per la sua attività banditesca, Graziano è famoso per le sue evasioni, ben 10 su 22 tentativi
La prima evasione
La prima evasione risale al maggio del 1960 quando venne arrestato per aver sparato in luogo pubblico. Portato nella caserma dei carabinieri, riuscì a fuggire dopo aver forzato la porta della camera di sicurezza. In seguito si costituì e venne condannato a 6 mesi di galera.
Condannato a 16 per omicidio
Mentre era ancora in carcere venne rapito e poi ucciso Pietrino Crasta, un commerciante di Berchidda. Una lettera anonima segnalò che in un terreno per il pascolo preso in affitto dai fratelli di Mesina, si sarebbe potuto trovare il cadavere di Crasta che venne effettivamente trovato. Due dei tre fratelli vennero arrestati, il terzo fuggì e riuscì a dimostrare l'nnocenza dei congiunti. Nel gennaio del 1961 Graziano venne scarcerato e il 24 dicembre venne ucciso in un bar lo zio di uno degli accusatori dei Mesina nella vicenda Crasta. Per questo omicidio venne accusato e arrestato Graziano, poi condannato a sedici anni di carcere.
L'evasione più famosa
L'11 settembre del 1966, insieme al compagno di prigionia, e in seguito nell'attività criminale, Miguel Miguel Alberto Asencio Prados Ponte, riuscirono a fuggire dal carcere San Sebastiano di Sassari scalando il muro alto 7 metri, e gettandosi nella centrale Via Roma, facendo perdere le loro tracce.
La coppia criminale
La prima azione criminale della coppia Mesina-Asencio Prados fu il rapimento, nel Golfo degli Aranci, del proprietario terriero Paolo Mossa che qualche tempo dopo venne liberato dietro la promessa del pagamento del riscatto. L'11 maggio 1967 travestiti da poliziotti finsero un blocco stradale e rapirono Peppino Capelli, un grosso commerciante di carni di Nuoro. L'ostaggio venne rilasciato dopo che la famiglia versò come riscatto 18 milioni di lire. Molti i sequestri che vennero attribuiti alla coppia: Campus, Moralis, Petretto, Papandrea e Canetto.
La morte di Asencio
Il 17 giugno 1967 la coppia venne intercettata dalla polizia. Nel corso del conflitto a fuoco Asencio uccise due agenti prima di essere ferito a morte. Finì così, tragicamente, il sodalizio criminale.
La lunga detenzione
Il 26 marzo 1968 Mesina viene catturato in seguito ad un normale controllo dalla polizia stradale alle porte di Orgosolo e da questo momento in poi iniziò un lungo periodo di detenzione in diverse carceri italiane e per diversi anni non si sentì più parlare di lui. La stagione della rinascita del banditismo in Sardegna ebbe così termine.
Il sequestro Kassam
Nel 1992 viene sequestrato in Sardegna il piccolo Farouk Kassam e Graziano Mesina si offre come mediatore con la banda di banditi sardi responsabili del rapimento del bimbo scomparso a Porto Cervo il 15 gennaio e liberato a luglio dello stesso anno.
Le circostanze della liberazione non sono mai state del tutto chiarite. Le autorità hanno sempre negato che fosse stato pagato un riscatto mentre Mesina in alcune interviste sostenne che venne pagato un miliardo di lire per la liberazione.
In seguito Mesina venne nuovamente incarcerato a Voghera per scontare la pena all'ergastolo per accumulo di pene, dopo che venne sospettato di progettare un nuovo sequestro di persona. Mesina ha sempre sostenuto la tesi del complotto contro di lui da parte dei servizi segreti, a causa del suo coinvolgimento nel sequestro Kassam.
La grazia
Nel 2003 Mesina chiese ufficialmente la grazia all'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Grazia che venne accordata il 25 novembre 2004. Grazia che oggi gli è stata revocata insieme a una condanna a 30 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.
La prima evasione risale al maggio del 1960 quando venne arrestato per aver sparato in luogo pubblico. Portato nella caserma dei carabinieri, riuscì a fuggire dopo aver forzato la porta della camera di sicurezza. In seguito si costituì e venne condannato a 6 mesi di galera.
Condannato a 16 per omicidio
Mentre era ancora in carcere venne rapito e poi ucciso Pietrino Crasta, un commerciante di Berchidda. Una lettera anonima segnalò che in un terreno per il pascolo preso in affitto dai fratelli di Mesina, si sarebbe potuto trovare il cadavere di Crasta che venne effettivamente trovato. Due dei tre fratelli vennero arrestati, il terzo fuggì e riuscì a dimostrare l'nnocenza dei congiunti. Nel gennaio del 1961 Graziano venne scarcerato e il 24 dicembre venne ucciso in un bar lo zio di uno degli accusatori dei Mesina nella vicenda Crasta. Per questo omicidio venne accusato e arrestato Graziano, poi condannato a sedici anni di carcere.
L'evasione più famosa
L'11 settembre del 1966, insieme al compagno di prigionia, e in seguito nell'attività criminale, Miguel Miguel Alberto Asencio Prados Ponte, riuscirono a fuggire dal carcere San Sebastiano di Sassari scalando il muro alto 7 metri, e gettandosi nella centrale Via Roma, facendo perdere le loro tracce.
La coppia criminale
La prima azione criminale della coppia Mesina-Asencio Prados fu il rapimento, nel Golfo degli Aranci, del proprietario terriero Paolo Mossa che qualche tempo dopo venne liberato dietro la promessa del pagamento del riscatto. L'11 maggio 1967 travestiti da poliziotti finsero un blocco stradale e rapirono Peppino Capelli, un grosso commerciante di carni di Nuoro. L'ostaggio venne rilasciato dopo che la famiglia versò come riscatto 18 milioni di lire. Molti i sequestri che vennero attribuiti alla coppia: Campus, Moralis, Petretto, Papandrea e Canetto.
La morte di Asencio
Il 17 giugno 1967 la coppia venne intercettata dalla polizia. Nel corso del conflitto a fuoco Asencio uccise due agenti prima di essere ferito a morte. Finì così, tragicamente, il sodalizio criminale.
La lunga detenzione
Il 26 marzo 1968 Mesina viene catturato in seguito ad un normale controllo dalla polizia stradale alle porte di Orgosolo e da questo momento in poi iniziò un lungo periodo di detenzione in diverse carceri italiane e per diversi anni non si sentì più parlare di lui. La stagione della rinascita del banditismo in Sardegna ebbe così termine.
Il sequestro Kassam
Nel 1992 viene sequestrato in Sardegna il piccolo Farouk Kassam e Graziano Mesina si offre come mediatore con la banda di banditi sardi responsabili del rapimento del bimbo scomparso a Porto Cervo il 15 gennaio e liberato a luglio dello stesso anno.
Le circostanze della liberazione non sono mai state del tutto chiarite. Le autorità hanno sempre negato che fosse stato pagato un riscatto mentre Mesina in alcune interviste sostenne che venne pagato un miliardo di lire per la liberazione.
In seguito Mesina venne nuovamente incarcerato a Voghera per scontare la pena all'ergastolo per accumulo di pene, dopo che venne sospettato di progettare un nuovo sequestro di persona. Mesina ha sempre sostenuto la tesi del complotto contro di lui da parte dei servizi segreti, a causa del suo coinvolgimento nel sequestro Kassam.
La grazia
Nel 2003 Mesina chiese ufficialmente la grazia all'allora Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Grazia che venne accordata il 25 novembre 2004. Grazia che oggi gli è stata revocata insieme a una condanna a 30 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga.