Hawaii. Super-coralli contro il riscaldamento globale
L'allevamento selettivo per impiantare organismi più resistenti all'aumento delle temperature dei mari e prevenire la scomparsa delle barriere coralline
Alle Hawaii un gruppo di scienziati sta cercando di accelerare l'orologio evolutivo del corallo per allevare "super coralli" che possano resistere meglio agli impatto del riscaldamento globale. Dopo cinque anni di esperimenti in laboratorio i ricercatori si apprestano a piantare nelle acque dell'oceano coralli allevati in laboratorio per vedere se e come sopravvivono in natura e se le loro teorie di una maggiore resilienza sono confermate anche in natura. "Quella dell'evoluzione assistita", spiega ad Associated Press Kira Hughes, ricercatrice dell'Università delle Hawaii e responsabile del progetto, "è nata come l'idea folle che si potesse effettivamente aiutare qualcosa a cambiare per permettergli di sopravvivere meglio".
I ricercatori hanno testato in laboratorio tre metodi per rendere i coralli più resistenti: l'allevamento selettivo che privilegia i tratti ereditari più resistenti, l'acclimatazione che condiziona i coralli a tollerare il calore esponendoli a temperature crescenti e la modifica delle alghe che danno ai coralli i nutrienti essenziali. Hughes sostiene che tutti i metodi hanno avuto successo in laboratorio. E dunque è l'ora di tentare la sfida su larga scala, in mare aperto anche se alcuni scienziati hanno espresso riserve su questo tipo di interferenza con i processi naturali che potrebbe portare a una riduzione della diversità genetica. Il rapido riscaldamento del pianeta, dice Hughes, non lascia alternative: "Dobbiamo intervenire al fine di apportare un cambiamento che consenta alle barriere coralline di sopravvivere in futuro".
Quando la temperatura dell'oceano aumenta, il corallo rilascia le sue alghe simbiotiche che forniscono nutrienti e a cui si devono i colori vibranti. Il corallo diventa bianco - un processo chiamato sbiancamento ('bleaching') - e può rapidamente ammalarsi e morire. Per più di un decennio, gli scienziati hanno studiato i coralli sopravvissuti allo sbiancamento, mentre gli altri sulla stessa barriera sono morti. Di qui l'idea dell'allevamento selettivo concentrandosi sui sopravvissuti apparentemente più resistenti, per migliorare la loro tolleranza al calore.
Le barriere coralline, spesso chiamate le "foreste pluviali del mare", sono un elemento essenziale dell'ecosistema e forniscono protezione dei litorali per le comunità costiere, posti di lavoro per le economie che si basano sul turismo e anche sostanze utili per la cura di alcune malattie. Un recente rapporto della National Oceanic and Atmospheric Administration e altri enti di ricerca hanno concluso lo sbiancamento è la più grande minaccia per le barriere coralline e il loro ecosistema nel mondo: tra il 2009 e il 2018, il mondo ha perso circa il 14% del suo corallo.