Iran, la Guardia Rivoluzionaria spara sui manifestanti che protestano contro il governo: 6 morti
Le vittime sono state registrate a Doraud, nella provincia di Loerstan, nell'Iran centrale. Si tratta della terza notte di scontri
Almeno sei persone sono state uccise e altre ferite durante le manifestazioni di protesta da agenti della Guardia Rivoluzionaria hanno sparato per disperdere una manifestazione a Doraud, nella provincia di Loerstan, nell'Iran centrale.
E' questa la terza notte di scontri. I manifestanti antigovernativi hanno occupato a Teheran un edificio pubblico mentre il governo blocca Internet e avverte: non saranno tollerati ulteriori "assembramenti illegali". Sui siti del paese mediorientale circolano video non verificabili che mostrano migliaia di persone che marciano per le strade di Khorramabad, Zanjan e Ahvaz, e corrono voci che ci sarebbero dai tre ai sei morti a Dorud ed in altri centri dell'Iran centrale. Probabilmente è questa circostanza ad aver spinto le autorità della repubblica islamica a decidere di bloccare l'accesso a Internet tramite i cellulari a partire da pochi minuti prima della mezzanotte locale. In molti adesso paventano la chiusura di Telegram, il piu' potente social media nazionale, e la stessa sorte potrebbe toccare ad Amadnews, altro social molto seguito e accusato dallo stesso ministro per le comunicazioni Mohammad-Javad Azari Jahromi di inciraggiare la "ricolta armata".
Nella guerra dei social, il regime risponde postando video di gruppi di contestatori che attaccano un edificio pubblico a Teheran, rovesciando un'auto della polizia e bruciando la bandiera iraniana. Si tratterebbe degli sviluppi della protesta partita questa mattina dall'universita' della capitale, il cui ingresso principale e' stato successivamente occupato da numerosi giovani vicini al governo.
E' questa la terza notte di scontri. I manifestanti antigovernativi hanno occupato a Teheran un edificio pubblico mentre il governo blocca Internet e avverte: non saranno tollerati ulteriori "assembramenti illegali". Sui siti del paese mediorientale circolano video non verificabili che mostrano migliaia di persone che marciano per le strade di Khorramabad, Zanjan e Ahvaz, e corrono voci che ci sarebbero dai tre ai sei morti a Dorud ed in altri centri dell'Iran centrale. Probabilmente è questa circostanza ad aver spinto le autorità della repubblica islamica a decidere di bloccare l'accesso a Internet tramite i cellulari a partire da pochi minuti prima della mezzanotte locale. In molti adesso paventano la chiusura di Telegram, il piu' potente social media nazionale, e la stessa sorte potrebbe toccare ad Amadnews, altro social molto seguito e accusato dallo stesso ministro per le comunicazioni Mohammad-Javad Azari Jahromi di inciraggiare la "ricolta armata".
Nella guerra dei social, il regime risponde postando video di gruppi di contestatori che attaccano un edificio pubblico a Teheran, rovesciando un'auto della polizia e bruciando la bandiera iraniana. Si tratterebbe degli sviluppi della protesta partita questa mattina dall'universita' della capitale, il cui ingresso principale e' stato successivamente occupato da numerosi giovani vicini al governo.