Italicum, Cei bacchetta la politica. Galantino:"Anomalo dipendere da giudici,voto non sia diversivo"
Giudizio duro dei vescovi italiani che chiedono di "non saltare sulla sedia per decidere quando votare", rinviando le soluzioni ai problemi del Paese
La politica esce sconfitta dalla sentenza della Corte Costituzionale sull'Italicum e "dovrebbe riflettere e interrogarsi su questo" perché "non è normale un Paese dove sia la magistratura a dettare tempi e modi all'amministrazione. Significa che la politica non ha fatto il proprio mestiere". E' un giudizio duro, quello dei vescovi italiani che chiedono ora di "non saltare sulla sedia per decidere quando votare" rinviando le soluzioni ai problemi del Paese. Il segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana, mons. Nunzio Galantino, incontrando oggi i giornalisti al termine del Consiglio Episcopale Permanente ha detto che "la data del voto non è importante ma le elezioni non devono essere un diversivo, uno strumento con cui Tizio si prenda la rivincita su Caio. Occorre risolvere i problemi, non rinviare le soluzioni".
I politici, secondo Galantino, "si devono domandare: veniamo pagati per fare queste cose e c'è altra gente che le fa al posto nostro?. Non è normale un Paese in cui per prendere decisioni si aspetta che sia qualcun altro a decidere, io lo trovo drammatico".
I politici, secondo Galantino, "si devono domandare: veniamo pagati per fare queste cose e c'è altra gente che le fa al posto nostro?. Non è normale un Paese in cui per prendere decisioni si aspetta che sia qualcun altro a decidere, io lo trovo drammatico".