"Je suis Assange", Vivienne Westwood dedica la sfilata al fondatore di Wikileaks
Vivienne Westwood ha dedicato la sua sfilata alla settimana della moda di Milano a Julian Assange il fondatore di Wikileaks che da 4 anni vive da rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra.
Julian Assange, comincia oggi il suo quinto anno da rifugiato nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra, e a lui è dedicata la sfilata di Vivienne Westwood, aperta da un videomessaggio della stilista a favore del fondatore di Wikileaks. "Vogliamo prendere parte a un evento globale per celebrare gli spioni e la libertà" ha detto la designer inglese che è uscita in passerella con una maglietta con il viso dell'attivista della rete e la scritta "Je suis Assange". Dalla settimana della moda di Milano, ha poi ricordato che oggi in dieci diverse città prendono il via una serie di mobilitazioni cui prenderanno parte anche Patti Smith, Noam Chomsky e Brian Eno. La Westwood ha anche adottato simbolicamente il gatto di Assange, chiamato 'the embassy cat', che troneggia sulle spalle del padrone nell'invito e nella scenografia della sfilata, ispirata alle icone della musica degli anni '70, da Jimi Hendrix a Marianne Faithfull. Abiti volutamente unisex, maglie e gonne lunghe, grembiuli floreali e marsine di frange, leggings di paillettes e giacche in rete, indossate indifferentemente da uomini e donne in uno scambio di ruoli e identità.
Julian Assange, 44 anni, si è rifugiato il 19 giugno 2012 nella legazione ecuadoregna, a Londra, per evitare la essere estradato in Svezia per reati sessuali che nega di aver commeso. Secondo l'hacker australiano, la richiesta svedese è una manovra perché venga consegnato agli Usa, dove teme di essere condannato per aver pubblicato su Wikileaks migliaia di documenti riservati che misero in grave imbarazzo la diplomazia americana.
Julian Assange, 44 anni, si è rifugiato il 19 giugno 2012 nella legazione ecuadoregna, a Londra, per evitare la essere estradato in Svezia per reati sessuali che nega di aver commeso. Secondo l'hacker australiano, la richiesta svedese è una manovra perché venga consegnato agli Usa, dove teme di essere condannato per aver pubblicato su Wikileaks migliaia di documenti riservati che misero in grave imbarazzo la diplomazia americana.