Juno, appuntamento con Giove per svelarne i segreti
Il 4 luglio la sonda della Nasa Juno entrerà nell'orbita dell'astro più grande del Sistema solare
Qual'è il vero volto di Giove? Con le sue tecnologie Juno ci racconterà i segreti del re del Sistema solare. L' incontro avverrà il 4 luglio, dopo un lungo viaggio durato cinque anni.
E Giove 'si fa bello', per osservarlo da vicino come nessuna missione spaziale ha mai fatto. Il pianeta gigante sta infatti sfoggiando una bellissima aurora polare, particolarmente brillante, fotografata dal telescopio spaziale Hubble. In questo modo Hubble prepara la strada al programma di osservazione che condurrà insieme a Juno, destinata a studiare in dettaglio l'atmosfera del più grande pianeta del Sistema Solare. Le foto dell'aurora, scattate nell'ultravioletto, sono appena arrivate a Terra.
Come sul nostro pianeta, le aurore sono prodotte dall'incontro delle particelle scagliate via dal Sole (vento solare) con il campo magnetico. Quando Juno sarà nell'orbita di Giove, Hubble continuerà a osservare e misurare le aurore, mentre la sonda misurerà le caratteristiche del vento solare.
Da Juno ci aspettiamo molto: informazioni sulla composizione dell'atmosfera, scoprire se possiede un nucleo planetario, la dinamica delle aurore e della eccezionale forza di gravità. Per comprendere meglio la nascita del nostro Sistema solare e di quelli scoperti lontano da noi. Non ultime, si attendono splendide immagini da una prospettiva mai raggiunta nemmeno dal predecessore di Juno, la sonda Galileo.
Juno si porterà a poco più di 4mila chilometri dalla sommità delle sue nuvole. È la prima ad avventurarsi così lontano (oltre 800 milioni di chilometri) alimentata da pannelli solari. Sono in tutto 11, disposti su tre 'bracci' lunghi nove metri e mezzo, per una superficie totale di 60 metri quadrati, necessari per catturare più luce possibile a una tale distanza dal Sole. La sonda entrerà in orbita attorno al pianeta per restarci fino al febbraio 2018. Decollata il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral, Juno ha percorso circa 2,8 miliardi di chilometri.
Due degli strumenti a disposizione degli scienziati sono forniti dall'Italia grazie all'apporto dell'Asi (l'Agenzia spaziale italiana): lo spettrometro ad immagine infrarosso Jiram (Jovian infraRed auroral mapper) per studiare le aurore e la composizione dell'atmosfera, realizzato dalla Divisione avionica di Leonardo-Finmeccanica e la cui responsabilità scientifica fa capo all'Inaf. E il KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto del team scientifico dell’Università “La Sapienza”, che sarà in grado di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul campo gravitazionale.
E Giove 'si fa bello', per osservarlo da vicino come nessuna missione spaziale ha mai fatto. Il pianeta gigante sta infatti sfoggiando una bellissima aurora polare, particolarmente brillante, fotografata dal telescopio spaziale Hubble. In questo modo Hubble prepara la strada al programma di osservazione che condurrà insieme a Juno, destinata a studiare in dettaglio l'atmosfera del più grande pianeta del Sistema Solare. Le foto dell'aurora, scattate nell'ultravioletto, sono appena arrivate a Terra.
Come sul nostro pianeta, le aurore sono prodotte dall'incontro delle particelle scagliate via dal Sole (vento solare) con il campo magnetico. Quando Juno sarà nell'orbita di Giove, Hubble continuerà a osservare e misurare le aurore, mentre la sonda misurerà le caratteristiche del vento solare.
Da Juno ci aspettiamo molto: informazioni sulla composizione dell'atmosfera, scoprire se possiede un nucleo planetario, la dinamica delle aurore e della eccezionale forza di gravità. Per comprendere meglio la nascita del nostro Sistema solare e di quelli scoperti lontano da noi. Non ultime, si attendono splendide immagini da una prospettiva mai raggiunta nemmeno dal predecessore di Juno, la sonda Galileo.
Juno si porterà a poco più di 4mila chilometri dalla sommità delle sue nuvole. È la prima ad avventurarsi così lontano (oltre 800 milioni di chilometri) alimentata da pannelli solari. Sono in tutto 11, disposti su tre 'bracci' lunghi nove metri e mezzo, per una superficie totale di 60 metri quadrati, necessari per catturare più luce possibile a una tale distanza dal Sole. La sonda entrerà in orbita attorno al pianeta per restarci fino al febbraio 2018. Decollata il 5 agosto 2011 da Cape Canaveral, Juno ha percorso circa 2,8 miliardi di chilometri.
Due degli strumenti a disposizione degli scienziati sono forniti dall'Italia grazie all'apporto dell'Asi (l'Agenzia spaziale italiana): lo spettrometro ad immagine infrarosso Jiram (Jovian infraRed auroral mapper) per studiare le aurore e la composizione dell'atmosfera, realizzato dalla Divisione avionica di Leonardo-Finmeccanica e la cui responsabilità scientifica fa capo all'Inaf. E il KaT (Ka-Band Translator), realizzato da Thales Alenia Space Italia con il supporto del team scientifico dell’Università “La Sapienza”, che sarà in grado di fornire informazioni sulla composizione interna del pianeta e sul campo gravitazionale.