Kashmir, caccia ai "tagliatori di trecce"
Le misteriose aggressioni alle donne nel contesto dello storico conflitto politico, etnico e religioso che dilania il Paese himalayano.
La polizia indiana del Jammu e Kashmir punta il dito contro "estremisti" il cui scopo è creare tensione tra la popolazione e le forze dell'ordine, disturbare l'ordine pubblico e instillare il terrore tra le donne del luogo per confinarle dentro le mura domestiche in nome dell'ideologia islamista. E' l'ultimo capitolo del mistero dei "tagliatori di trecce" che dalla metà di settembre ha coinvolto quasi duecento donne in varie zone della Valle di Srinagar. La questione è delicata perché si intreccia con lo storico conflitto politico, etnico e religioso che da anni dilania il paese himalayano. A complicare ulteriormente la faccenda ci sono anche le accuse incrociate e le false denunce di taglio delle trecce.
Recentemente le indagini della polizia locale hanno portato alla identificazione di 45 definiti "sobillatori" a Baramulla, che inneggiavano a Zakir Musa, leader della cellula del Kashmir di Al-Qaeda e all'arresto di 18 uomini coivolti in presunte calunnie ai danni di uomini dell'esercito accusati di essere tra i tagliatori di trecce. Una persona, legata a un partito politico locale, è invece stata arrestata a Dooru con l'accusa di aver inscenato una falsa aggressione. Dei dodici assalti con taglio delle trecce avvenuti a Baramulla, dice Imtiyaz Hussain, sovrintendente senior della polizia locale: "Alcuni sono avvenuti dentro le mura domestiche. Ci sono estremisti che non vogliono lasciare libere le donne impedendo loro di avere un'educazione e un lavoro," aggiungendo però che "Una delle vittime era in cura da uno psichiatra."
E questo aggiunge un ulteriore dilemma alla risoluzione del caso. In un primo momento le autorità avevano infatti bollato le denunce come un fenomeno di "isteria di massa". "Credevo fosse mio figlio ma poi mi sono sentita trascinare via, " racconta Jan una donna di 35 anni, "Non so nemmeno se fosse uomo o donna, ho potuto vedere solo che era vestito di scuro. Quando hoo provato a gridare un'altra persona mi ha spruzzato in faccia qualcosa, sono svenuta e mi sono risvegliata all'ospedale." Un poliziotto che indaga sul suo caso tuttavia ne sottolinea la difficoltà perché la donna aveva una lunga storia di gravi disturbi mentali con allucinazioni. Anche nel distretto di Kulgam dove sono avvenute 13 aggressioni con il taglio della treccia, la polizia brancola nel buio e indaga in tutte le direzioni: dalle ritorsioni personali, alle vendette legate a tradimenti coniugali fino appunto ai problemi psicologici. Anche in questo caso la polizia locale sosteneva che la maggior parte delle denuncianti aveva una storia di malattia psichiatrica o frequentava regolarmente dei santoni.
Ora però gli arresti e le accuse agli estremisti sembrano contraddire la teoria del fenomeno di "isteria di massa" e dà al mistero dei tagliatori di trecce del Kashmir una dimensione politica. Un premio di circa 7mila sterline è stato promesso a chiunque dia informazioni utili per la risoluzione del caso. E nel Paese è stato lanciato lo stato di allerta sulla questione. I leader separatisti d'altro canto non hanno atteso ad accusare degli assalti il governo indiano. Secondo loro si tratta di un complotto per indebolire il movimento indipendentista e colpire la dignità delle donne musulmane.
Il risultato è un clima di estrema tensione in cui sono nati spontaneamente squadre di vigilanti improvvisati armati di mazze e bastoni che fanno la ronda nei quartieri. Di questa caccia ai "tagliatori di trecce" hanno fatto le spese anche diversi turisti costretti a chiedere aiuto alla polizia per salvare la pelle. La rabbia popolare è culminata alcuni giorni fa con proteste di piazza, guidate spesso da gruppi di donne, che si sono risolti in violenti scontri con le forze dell'ordine di cui ha fatto pagato le conseguenze anche un bambino di cinque anni, ferito gravemente.