Kashmir, raid aereo indiano contro milizia pakistana
Il governo del premier Narendra Modi ha accusato il Pakistan di sostenere indirettamente il gruppo armato, Jaish e-Mohammad (JeM), attivo in Kashmir. Accuse che il primo ministro Imran Khan ha respinto con forza, aggiungendo: "diamo alla pace una chance". I morti per il raid sarebbero circa 350, tanti, forse troppi, visto che la Cina ha deciso di assumere il ruolo di mediatore e chiesto ai due pretendenti: "Migliorare le relazioni reciproche"
L'esercito indiano ha sferrato un attacco contro una postazione della milizia Jaish e-Mohammad (JeM) in Balakot (Pakistan), lungo la linea di confine che di fatto separa il Kashmir indiano da quello pachistano. L'annuncio è stato dato, durante una conferenza stampa, dal ministro degli Esteri indiano Vijay Gokhale, il quale ha confermato che nel raid aereo sono morti "un gran numero" di miliziani, ma che nessun civile è stato coinvolto. "Abbiamo ricevuto informazioni credibili secondo cui JeM stava pianificando nuovi attacchi suicidi in India" ha detto il ministro, che ha concluso: "A fronte di un pericolo imminente, un attacco preventivo si è reso assolutamente necessario".
"Del campo, dei militanti e dei loro addestratori non resta più nulla", ha dichiarato un portavoce delle forze militari indiane.
Parole confermate dal bilancio del raid: 325 militanti e 25 addestratori di JeM (i guerrieri di Maometto) sarebbero stati sorpresi nel sonno. Il gruppo è ritenuto responsabile dell'attentato contro i militari indiani avvenuto lo scorso 14 febbraio. I miliziani pachistani, che si battono per il controllo della regione, hanno colpito un convoglio di militari indiani che transitava nei pressi di Pulwama, nel lato amministrativamente controllato dall'India, uccidendone 46.
A parte sua il portavoce delle forze armate del Pakistan, Asif Ghafoor, ha smentito in un tweet le parole del ministro indiano, sostenendo che l'attacco "non ha causato vittime" e che i jet indiani "sono stati costretti a ritirarsi". Le bombe sarebbero state sganciate in un'area aperta e disabitata. L'intervento militare, sottolinea la stampa internazionale, è il primo dalla guerra tra India e Pakistan del 1971, e si inserisce in una fase di rinnovata escalation di tensioni tra New Delhi e Islamabad per il Kashmir conteso.
Interviene la Cina
La Cina ha chiesto a India e Pakistan di "esercitare moderazione" dopo l'attacco aereo compiuto dai caccia indiani su una zona del Kashmir controllata dal Pakistan. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri, Lu Kang, nel corso di una conferenza stampa. "Auspichiamo che India e Pakistan possano esercitare moderazione e adottare azioni che aiutino a stabilizzare la situazione nella regione e migliorare le relazioni reciproche", ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri cinese.
"Del campo, dei militanti e dei loro addestratori non resta più nulla", ha dichiarato un portavoce delle forze militari indiane.
Parole confermate dal bilancio del raid: 325 militanti e 25 addestratori di JeM (i guerrieri di Maometto) sarebbero stati sorpresi nel sonno. Il gruppo è ritenuto responsabile dell'attentato contro i militari indiani avvenuto lo scorso 14 febbraio. I miliziani pachistani, che si battono per il controllo della regione, hanno colpito un convoglio di militari indiani che transitava nei pressi di Pulwama, nel lato amministrativamente controllato dall'India, uccidendone 46.
A parte sua il portavoce delle forze armate del Pakistan, Asif Ghafoor, ha smentito in un tweet le parole del ministro indiano, sostenendo che l'attacco "non ha causato vittime" e che i jet indiani "sono stati costretti a ritirarsi". Le bombe sarebbero state sganciate in un'area aperta e disabitata. L'intervento militare, sottolinea la stampa internazionale, è il primo dalla guerra tra India e Pakistan del 1971, e si inserisce in una fase di rinnovata escalation di tensioni tra New Delhi e Islamabad per il Kashmir conteso.
Interviene la Cina
La Cina ha chiesto a India e Pakistan di "esercitare moderazione" dopo l'attacco aereo compiuto dai caccia indiani su una zona del Kashmir controllata dal Pakistan. Lo ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri, Lu Kang, nel corso di una conferenza stampa. "Auspichiamo che India e Pakistan possano esercitare moderazione e adottare azioni che aiutino a stabilizzare la situazione nella regione e migliorare le relazioni reciproche", ha detto il portavoce del Ministero degli Esteri cinese.