Kenya, l'Africa si spacca lungo la Rift Valley. Le immagini della crepa nel terreno
La strada che collega Nairobi e Narok è stata divisa in due da una faglia lunga 10 km e profonda 15 metri
Le incredibili immagini della grande crepa nel terreno che si è aperta in Kenya hanno fatto il giro del web eppure non sono una novità
e neppure un fenomeno insolito, ma solo la prova delle forze che operano da decine di milioni di anni nel cuore del continente africano e che in futuro potrebbero portare alla formazione di un nuovo oceano.
La faglia lunga 10 chilometri, profonda fino a 15 metri e larga una ventina, ha fatto collassare l'autostrada Nairobi-Narok causando anche una lieve attività sismica. Quello che ha stupito è stata la velocità con cui si è formata. Tutta colpa della pioggia, che ha eroso gli strati più superficiali e teneri del terreno, dicono gli esperti. Probabilmente cavità simili si sono già formate in località disabitate restando ancora sconosciute. Queste voragini però non sono altro che l'effetto superficiale di forze ben più potenti che agiscono nel sottosuolo.
Siamo nella "Rift Valley", nel cuore della Grande Fossa Tettonica, una vasta formazione geografica e geologica che si estende per circa 3500 km in direzione nord-sud della circonferenza terrestre, dal nord della Siria al centro del Mozambico e che arriva fino a 20 chilometri di profondità. La sua attività nel giro di 30-50 milioni di anni potrebbe portare alla formazione di un nuovo oceano, a partire dall'attuale Mar Rosso. Secondo i geologi, quattro Paesi del Corno d'Africa - Somalia e metà Etiopia, Kenya e Tanzania - dovrebbero dividersi dall'Africa per formare un nuovo continente. Com'è già avvenuto in passato con il Madagascar e la Nuova Zelanda.
Lo spiega Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). "Da circa 30 di milioni di anni, l'Africa si sta dividendo in due frammenti: la placca africana vera e propria e la placca somala, che lungo la depressione della Rift Valley si stanno
allontanando di circa 5-6 millimetri all'anno". "Si tratta di un processo geologico che non si può fermare perché avviene dal profondo della crosta terrestre", dice il geologo. Per questo tutte le soluzioni messe in campo dalle autorità, attraverso il riempimento delle crepe con cemento, sono temporanee. Intanto però le famiglie che vivono vicino alla faglia hanno cominciato a lasciare le proprie case: "Stare qui è come corteggiare la morte", ha affermato la 72enne Mary Wambui. Stava cenando con il resto della famiglia quando improvvisamente la terra si è spaccata sotto i suoi piedi, tagliando la sua casa in due.