Kim Jong-un in lacrime si scusa: "Non sono stato all'altezza"
Durante il discorso alla Nazione, il leader nordcoreano si commuove parlando al popolo
"La nostra gente ha riposto fiducia in me, alta come il cielo e profonda come il mare, ma non sono riuscito a essere sempre all'altezza in modo soddisfacente. Mi dispiace davvero per questo", Kim Jong-un chiede scusa, si sfila gli occhiali e si asciuga le lacrime. Non indossa la tradizionale giacca maoista con le spille dei suoi predecessori, ma un abito grigio chiaro. Poi aggiunge: "Grazie", "l'unica sincera parola che mi sento di rivolgere alla nostra gente". Piangono le ragazze nelle loro uniformi militari e le donne con i "choson" colorati, piangono i soldati con gli elmetti da guerra e gli uomini del popolo con gli abiti della festa.
Nel corso del suo intervento, Kim ha parlato della lotta per condurre il Paese fuori dalla crisi nazionale senza precedenti a causa di "tre difficoltà": sanzioni internazionali, pandemia da Covid-19 e disastri naturali. Ha espresso la sua gratitudine dicendosi dispiaciuto di non essere in grado di migliorare in modo significativo la vita dei cittadini nonostante il loro assoluto sostegno, ma le lacrime versate quando menziona le agonie affrontate dal suo popolo sono più potenti del sorriso che sfoggia quando, nella grande piazza Kim Il-sung, sfila il nuovo missile intercontinentale, segno dell'intenzione di continuare a sviluppare armi strategiche a meno che gli Stati Uniti non mostrino cambiamenti verso lo Stato eremita.
Quelle lacrime, che siano di sfogo alla pressione che il paese sta affrontando o ostentate per cercare l'empatia del popolo stremato, mostrano un lato sconosciuto del leader nordcoreano che appare globale e compassionevole. Offre parole di conforto al mondo intero affetto dal Covid-19, compresa la Corea del Sud. "Approfittando di questa opportunità, offro la mia più sincera vicinanza a quanti nel mondo stanno ancora combattendo la malattia causata dal virus maligno, e spero dal profondo del mio cuore che la salute, la felicità e il sorriso di tutte le persone siano garantite", dice.
Secondo Will Ripley, corrispondente internazionale della Cnn, le immagini mostrano Kim, dato nei mesi scorsi per gravemente malato o addirittura morto, "in vesti molto diverse". "Kim Jong-un che singhiozza in piedi sul podio mentre piange ringraziando la sua gente, il suo partito e le forze armate - sostiene - indica quanto sia difficile la situazione attuale in Nord Corea, che è più isolata che mai''. E sulle ragioni che hanno portato alle scuse e allo sfogo emotivo di Kim, afferma: "Il 2020 è stato un anno difficile per tutti nel mondo, specialmente per un paese come la Corea del Nord che ha risorse così limitate. Il paese ha sostanzialmente sigillato i suoi confini da gennaio, il che significa che tutte le merci su cui fanno affidamento dalla Cina non sono arrivate. Aggiungete, in più, i disastri naturali, le grandi inondazioni e i tifoni". Nel corso dello stesso discorso, il leader nordcoreano aveva però anche rivendicato che nessun caso di contagio da coronavirus è stato finora registrato nel "regno eremita".
"E' importante capire perché è arrivato a piangere in un'occasione del genere - dice, parlando al Korea Times Hong Min, direttore della divisione nordcoreana presso l'Istituto coreano per l'unificazione nazionale di Seul - Dal suo messaggio, si può intuire che Kim si sente sotto grande pressione per la sua leadership''.
Il discorso alla nazione di Kim Jong-un contiene anche un altro elemento di novità: per la seconda volta in poche settimane chiede scusa. Lo aveva fatto anche per l'omicidio di un cittadino del Sud in acque nordcoreane. Chiedere scusa è riconoscere di avere sbagliato, un elemento inedito nella dinastia dei Kim perché in netto contrasto con il culto della personalità introdotto dal nonno Kim Il-sung, fondatore del regime e portato avanti dal padre Kim Jong-il, da cui l'erede cerca nuovamente di prendere le distanze. Significa anche che sta cambiando la strategia di propaganda. Conta l'esercito, contano i missili, ma, con le sanzioni internazionali sempre più dure, cresce il ruolo del popolo come motore dell'economia. E, gli analisti ne sono convinti, il popolo crederà alle sue lacrime.