L'Aquila, fascio di luce e 309 rintocchi: il ricordo delle vittime del Terremoto del 6 aprile 2009
Per il secondo anno consecutivo, a causa delle norme emanate per contenere il contagio da Covid-19, non si è svolta la fiaccolata. Le 309 vittime del sisma del 6 Aprile 2009 sono state ricordate nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, una celebrazione liturgica officiata dall'arcivescovo della città
Immagini di repertorio per ripercorrere il drammatico evento che mise in ginocchio la città dell'Aquila: nella notte tra il 5 e il 6 aprile 2009, alle 3:32 una scossa di magnitudo 5.9 devasta il centro urbano e numerosi paesini limitrofi. Odore di gas, polvere: nel buio le urla di chi è ancora sotto le macerie. La città è sfregiata, la maggior parte dei palazzi delle Istituzioni sono inagibili, la prefettura si sbriciola come la Casa dello Studente, nella Regione Abruzzo centinaia di migliaia di persone corrono fuori casa in cerca di uno spiazzo all'aperto. Il ricordo è un brivido lungo la schiena, che a tratti toglie il respiro. Una pagina che cambierà per sempre le vite di molti: 309 morti, 1500 feriti, 70 mila sfollati.
Oggi L'Aquila è cambiata: la ricostruzione privata è stata quasi completata mentre molti edifici pubblici sono ancora fermi, comprese le scuole. Il centro storico tarda a riprendere vita e le riaperture, sorrette da incentivi economici, non bastano. Complice la pandemia di Covid-19, come per lo scorso anno, il dodicesimo anniversario è segnato dalle restrizioni. Nessun evento pubblico a memoria del terremoto 2009, annullata la tradizionale fiaccolata per le vie del centro storico e nei luoghi simboli della tragedia, coinvolti nel ristretto programma soltanto i rappresentati delle Istituzioni e membri del Comitato delle Vittime.
Nella notte trecentonove rintocchi di campane, l'accensione di un simbolico braciere da parte di un vigile del fuoco, posizionato davanti alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio, e sempre da Piazza Duomo, cuore del centro storico ed esempio di una ricostruzione efficace, un fascio di luce verso il cielo: tra i pochi presenti c'è commozione, emozione. Presenti il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, il sindaco di Cugnoli (Pescara), Lanfranco Chiola, in rappresentanza dei Comuni del cratere, il prefetto Cinzia Torraco e l'arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi. Nella giornata odierna, il primo cittadino, il prefetto, l'arcivescovo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, il presidente del Consiglio Comunale dell'Aquila, Roberto Tinari, un rappresentante dei Comitati dei familiari delle vittime e il sindaco di Villa Sant'Angelo, Domenico Nardis, in rappresentanza dei Comuni del cratere, si ritroveranno davanti il sito della Casa dello Studente, in via XX Settembre, per omaggiare e ricordare le vittime.
Le parole del sindaco
"Ancora una volta, dopo il 6 aprile di 12 anni fa, oggi dobbiamo fare ricorso alla nostra forza interiore di gente di montagna. Dobbiamo reimparare a vivere nella normalità. Il dolore non ferisce soltanto ma stimola le nostre risorse più profonde per affrontarlo e viverlo all'altezza di una dignità umana che la storia continua a riscattare tra le pieghe di avvenimenti carichi di orrori ma anche che successi e rinascita", ha dichiarato Biondi intervenendo al termine della Santa Messa nella chiesa del Suffragio. "Sono due anni che questo rito del dolore, della speranza, - ha continuato il sindaco - è stato registrato dall'emergenza sanitaria da cerimonia corale a evento in solitudine. Una pandemia che oggi, su esplicita richiesta dei familiari delle vittime del 6 aprile 2009, ha portato alla decisione di rinviare l'inaugurazione del Parco della Memoria a quando potrà di nuovo esserci un momento comunitario".
Il cardinale
"Dopo la calamità del terremoto 2009, con le sue repliche del 2016 e 2017, si è abbattuta, nel nostro territorio, l'emergenza pandemica. Preghiamo per i deceduti a causa della epidemia, per quanti hanno contratto il contagio e per le loro famiglie. Esprimiamo profonda partecipazione a coloro che hanno subito danni professionali e relazionali: nessuno è escluso dal nostro abbraccio fraterno e dalla nostra prossimità fattiva", ha dichiarato l'arcivescovo metropolita dell'Aquila il cardinale Giuseppe Petrocchi.
Centofanti, del Comitato Vittime della Casa dello studente
"Quella notte del 6 aprile credo sia stata identica per tutti: restare a casa nonostante le scosse perché siamo stati rassicurati, molti sono stati colpiti nel sonno, proprio perché si sentivano tranquilli. Ci avevano detto che la terra più ballava e più buttava fuori energia, che non sarebbe mai accaduto un evento catastrofico. Poi invece alle 3.32 è accaduto", ricorda Antonietta Centofanti, del Comitato Vittime della Casa dello studente, la notte del 6 aprile del 2009 ha perso il nipote, Davide, che frequentava l'Università nel capoluogo abruzzese.
Oggi L'Aquila è cambiata: la ricostruzione privata è stata quasi completata mentre molti edifici pubblici sono ancora fermi, comprese le scuole. Il centro storico tarda a riprendere vita e le riaperture, sorrette da incentivi economici, non bastano. Complice la pandemia di Covid-19, come per lo scorso anno, il dodicesimo anniversario è segnato dalle restrizioni. Nessun evento pubblico a memoria del terremoto 2009, annullata la tradizionale fiaccolata per le vie del centro storico e nei luoghi simboli della tragedia, coinvolti nel ristretto programma soltanto i rappresentati delle Istituzioni e membri del Comitato delle Vittime.
Nella notte trecentonove rintocchi di campane, l'accensione di un simbolico braciere da parte di un vigile del fuoco, posizionato davanti alla Chiesa di Santa Maria del Suffragio, e sempre da Piazza Duomo, cuore del centro storico ed esempio di una ricostruzione efficace, un fascio di luce verso il cielo: tra i pochi presenti c'è commozione, emozione. Presenti il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, il sindaco di Cugnoli (Pescara), Lanfranco Chiola, in rappresentanza dei Comuni del cratere, il prefetto Cinzia Torraco e l'arcivescovo, cardinale Giuseppe Petrocchi. Nella giornata odierna, il primo cittadino, il prefetto, l'arcivescovo, il presidente della Regione, Marco Marsilio, il presidente del Consiglio Comunale dell'Aquila, Roberto Tinari, un rappresentante dei Comitati dei familiari delle vittime e il sindaco di Villa Sant'Angelo, Domenico Nardis, in rappresentanza dei Comuni del cratere, si ritroveranno davanti il sito della Casa dello Studente, in via XX Settembre, per omaggiare e ricordare le vittime.
Le parole del sindaco
"Ancora una volta, dopo il 6 aprile di 12 anni fa, oggi dobbiamo fare ricorso alla nostra forza interiore di gente di montagna. Dobbiamo reimparare a vivere nella normalità. Il dolore non ferisce soltanto ma stimola le nostre risorse più profonde per affrontarlo e viverlo all'altezza di una dignità umana che la storia continua a riscattare tra le pieghe di avvenimenti carichi di orrori ma anche che successi e rinascita", ha dichiarato Biondi intervenendo al termine della Santa Messa nella chiesa del Suffragio. "Sono due anni che questo rito del dolore, della speranza, - ha continuato il sindaco - è stato registrato dall'emergenza sanitaria da cerimonia corale a evento in solitudine. Una pandemia che oggi, su esplicita richiesta dei familiari delle vittime del 6 aprile 2009, ha portato alla decisione di rinviare l'inaugurazione del Parco della Memoria a quando potrà di nuovo esserci un momento comunitario".
Il cardinale
"Dopo la calamità del terremoto 2009, con le sue repliche del 2016 e 2017, si è abbattuta, nel nostro territorio, l'emergenza pandemica. Preghiamo per i deceduti a causa della epidemia, per quanti hanno contratto il contagio e per le loro famiglie. Esprimiamo profonda partecipazione a coloro che hanno subito danni professionali e relazionali: nessuno è escluso dal nostro abbraccio fraterno e dalla nostra prossimità fattiva", ha dichiarato l'arcivescovo metropolita dell'Aquila il cardinale Giuseppe Petrocchi.
Centofanti, del Comitato Vittime della Casa dello studente
"Quella notte del 6 aprile credo sia stata identica per tutti: restare a casa nonostante le scosse perché siamo stati rassicurati, molti sono stati colpiti nel sonno, proprio perché si sentivano tranquilli. Ci avevano detto che la terra più ballava e più buttava fuori energia, che non sarebbe mai accaduto un evento catastrofico. Poi invece alle 3.32 è accaduto", ricorda Antonietta Centofanti, del Comitato Vittime della Casa dello studente, la notte del 6 aprile del 2009 ha perso il nipote, Davide, che frequentava l'Università nel capoluogo abruzzese.