La "crisi degli oppiacei" in Usa, dal boom degli anni '90 alla sentenza Johnson & Johnson
In Ohio ci sono oltre duemila cause pendenti contro diversi produttori. Secondo le autorità Usa i farmaci oppiacei hanno provocato 400.000 morti per overdose dal 1999 al 2017
Johnson & Johnson è responsabile di aver alimentato la crisi degli oppiacei in Oklahoma e deve pagare 572 milioni di dollari per rimediare alla devastazione creata dall'epidemia nello stato. Questa è la storica decisione del giudice distrettuale della contea di Cleveland, Thad Balkman, nel primo processo contro un produttore di oppiacei, considerato un termometro per le altre 2.000 azioni legali avviate negli Stati Uniti contro diversi produttori, distributori e rivenditori dei medicinali incriminati, ritenuti responsabili della morte di 400.000 persone negli usa dal 1999.
La cosiddetta "crisi degli oppiacei" negli Stati Uniti inizia negli anni '90, periodo in cui l'eccesso di prescrizioni porta questa classe di farmaci al primo posto tra i medicinali più venduti. Oltre il 6% dei pazienti che iniziano un trattamento, a seguito di un'operazione o per la gestione del dolore, continuano ad assumerne anche dopo la convalescenza.
Alla fine degli anni '90 circa un terzo della popolazione americana (100 milioni di persone) soffriva di dolori cronici e questo ha spinto le società farmaceutiche ad aumentare la produzione di farmaci antidolorifici. Tra il 1991 e il 2011 le prescrizioni negli Usa sono triplicate, da 76 milioni a 219 milioni di ricette l'anno, nel 2016 erano ancora 289 milioni. I farmaci più prescritti sono a base di Ossicodone e Idrocodone.
La potenza e la diffusione di questi farmaci, nonostante il loro elevato rischio di dipendenza e sovradosaggio, li rende popolari anche come droghe ricreative. A causa dei loro effetti sulla parte del cervello che regola la respirazione, dosi elevate di oppiacei possono causare insufficienza respiratoria e morte. La morte per overdose diventa la principale causa di decesso tra gli under 50 negli Usa, e in due casi su tre si tratta di farmaci oppiacei.
Dal 2010 il numero di prescrizioni annue sta lentamente diminuendo, ma il numero è ancora alto: nel 2017 era ancora di 58 prescrizioni ogni 100 americani, con una percentuale più alta nei piccoli centri abitati con un'elevato tasso di disoccupazione e mancanza di assicurazione, o con molti dentisti e medici di base.
La cosiddetta "crisi degli oppiacei" negli Stati Uniti inizia negli anni '90, periodo in cui l'eccesso di prescrizioni porta questa classe di farmaci al primo posto tra i medicinali più venduti. Oltre il 6% dei pazienti che iniziano un trattamento, a seguito di un'operazione o per la gestione del dolore, continuano ad assumerne anche dopo la convalescenza.
Alla fine degli anni '90 circa un terzo della popolazione americana (100 milioni di persone) soffriva di dolori cronici e questo ha spinto le società farmaceutiche ad aumentare la produzione di farmaci antidolorifici. Tra il 1991 e il 2011 le prescrizioni negli Usa sono triplicate, da 76 milioni a 219 milioni di ricette l'anno, nel 2016 erano ancora 289 milioni. I farmaci più prescritti sono a base di Ossicodone e Idrocodone.
La potenza e la diffusione di questi farmaci, nonostante il loro elevato rischio di dipendenza e sovradosaggio, li rende popolari anche come droghe ricreative. A causa dei loro effetti sulla parte del cervello che regola la respirazione, dosi elevate di oppiacei possono causare insufficienza respiratoria e morte. La morte per overdose diventa la principale causa di decesso tra gli under 50 negli Usa, e in due casi su tre si tratta di farmaci oppiacei.
Dal 2010 il numero di prescrizioni annue sta lentamente diminuendo, ma il numero è ancora alto: nel 2017 era ancora di 58 prescrizioni ogni 100 americani, con una percentuale più alta nei piccoli centri abitati con un'elevato tasso di disoccupazione e mancanza di assicurazione, o con molti dentisti e medici di base.