La grande musica protagonista nei Concerti dell’Aula Magna
Nella 75ma stagione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti alcuni dei migliori solisti ed ensemble internazionali: Les Arts Florissants, l’Orchestra Barocca Zefiro, i Tallis Scholars, Jordi Savall, Vivica Genaux, Francesca Dego, Fazil Say, Martin Fröst, Manuel Barrueco, Robert McDuffie, il Quartetto Emerson, il Trio Montrose. Ma anche star del jazz e appuntamenti trasversali, con Enrico Rava e Noa. Un appassionante viaggio nel mondo dei suoni in 34 appuntamenti, da ottobre ad aprile
Tre quarti di secolo e non sentirli
Un cartellone ricco di artisti internazionali e proposte che spaziano dalla musica classica al jazz, dalla contemporanea a generi trasversali e anche alla danza. Scelte sempre nel segno della più alta qualità artistica, che da tre quarti di secolo rendono l’Istituzione Universitaria dei Concerti una realtà unica nel panorama europeo. La stagione 2019-2020 sarà infatti la numero 75 della IUC, un traguardo importante che coniuga tradizione e ricerca delle novità nell’Aula Magna della “Sapienza” Università di Roma.
Due inaugurazioni
Come di consueto, sono due gli appuntamenti inaugurali che riflettono il duplice percorso in cui si articola la stagione: quella del martedì sera e quella del sabato pomeriggio. L’inaugurazione della stagione serale, martedì 15 ottobre, è dedicata alla grande polifonia profana italiana tra Cinque e Seicento, con l’esecuzione integrale del Terzo Libro dei Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa (preceduto da una selezione del Primo e del Secondo Libro), affidata al prestigioso gruppo vocale francese Les Arts Florissants diretto da Paul Agnew, che quest’anno celebra i 40 anni di attività.
Di pari impegno l’inaugurazione della stagione pomeridiana, sabato 19 ottobre, i sei Concerti Brandeburghesi di Bach, proposti dall’Orchestra Barocca Zefiro diretta da Alfredo Bernardini, che proprio per l’incisione di questo ciclo ha ricevuto il Diapason d’Or.
Tra Rinascimento e Barocco
Alla musica rinascimentale e barocca sono dedicati altri quattro concerti. Les Arts Florissants e Paul Agnew tornano il 15 febbraio, per proseguire il viaggio nella musica di Gesualdo con il Quarto Libro de’ Madrigali. Alla polifonia sacra del Cinquecento è dedicato il concerto del 16 novembre con The Tallis Scholars diretti da Peter Phillips. Il 18 febbraio Jordi Savall, padre nobile della moderna riscoperta della musica antica, invita a un viaggio nell’Europa musicale del Rinascimento e del Barocco, con musiche spagnole, inglesi, portoghesi, italiane, tedesche e francesi. Insieme a lui suonano due altri “big” di questo repertorio: Rolf Lislevand (vihuela e chitarra) e Andrew Lawrence-King (arpa doppia).
Il mezzosoprano Vivica Genaux sarà protagonista il 21 marzo insieme al Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa: si cimenterà in arie dell’opera seria barocca. Il violinista Robert McDuffie e l’Ensemble laBarocca (emanazione dell’Orchestra Verdi di Milano) sotto la direzione di Ruben Jais propongono le Quattro Stagioni di Vivaldi, accostate ad un’opera che ne costituisce il pendant moderno: il Concerto per violino n. 2 “The American Four Seasons”, composto da Philip Glass proprio per McDuffie ed ora eseguito per la prima volta a Roma (3 dicembre).
Celebri solisti e giovani talenti
Nell’ampio parterre dei solisti, spiccano i pianisti Giuseppe Albanese, Roberto Prosseda, Jonathan Biss, Benedetto Lupo, Fazil Say, Claire Huangci, Pietro De Maria; i violinisti Domenico Nordio, Francesca Dego, Stefan Milenkovich, Robert McDuffie, Gabriele Pieranunzi, Massimo Quarta; il chitarrista Manuel Barrueco; i clarinettisti Martin Fröst, Alessandro Carbonare, Tommaso Lonquich; i violoncellisti Nicholas Altstaedt ed Erica Piccotti.
Quartetti e altri gruppi da camera
Tommaso Lonquich, un altro clarinettista, tra i più brillanti della sua generazione, ha riunito intorno a sé un gruppo strumentale di grande fascino, formato da fuoriclasse come Anneleen Lenaerts, prima arpa dei Wiener Philharmoniker, la flautista Irena Kavćić e il Quatuor Zaïde (4 aprile). Il violinista Gabriele Pieranunzi, la pianista Jin Ju e i Philharmonia Chamber Players (membri della Philharmonia Orchestra di Londra) hanno deciso d’incontrarsi per formare un gruppo da camera eccezionale (30 novembre). Applicando la fortunata formula dell’“incontro tra solisti”, tre dei migliori strumentisti italiani – il violinista Massimo Quarta, il violoncellista Enrico Dindo e il pianista Pietro De Maria – si riuniscono per un concerto dedicato a Brahms, il 31 marzo. Fondato nel 2014 da due membri del leggendario Quartetto di Tokyo e dal pianista americano Jon Kimura Parker, il Montrose Trio si è rapidamente affermato come “uno dei principali trii al mondo” (Washington Post) e farà il suo debutto romano il 14 marzo.
Il quartetto d’archi è una formazione a cui la IUC ha sempre dato spazio. Il 19 novembre torna a Roma dopo dieci anni di assenza l’Emerson String Quartet. Il Quartetto di Cremona conclude il 14 dicembre e il 17 marzo il suo ciclo iniziato nel 2018 e dedicato a Mozart, con l’intervento di Alessandro Carbonare, un clarinettista che il mondo ci invidia, che partecipa all’esecuzione del Quintetto K 581.
La musica contemporanea
Nel campo della musica moderna e contemporanea spiccano due “progetti speciali”. Uno è l’esecuzione di Hyperion di Bruno Maderna, nel centenario della nascita del compositore. Marcello Panni la dirigerà il 4 febbraio, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Come voce recitante si avrà l’emozione di riascoltare Carmelo Bene, grazie a un’inedita registrazione messa a disposizione da Rai Com, relativa a un’esecuzione con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano diretta dallo stesso Panni nel 1981.
L'altro importante progetto contemporaneo è la prima esecuzione a Roma di Stringeranno nei pugni una cometa, il Requiem laico di Silvia Colasanti su testi poetici di Mariangela Gualtieri e testi liturgici latini, scritto come canto di congedo ai morti del terremoto del 2016 e come esortazione ai vivi.
Jazz, pop & Bach
Spazio anche al jazz con l’unica tappa a Roma del tour mondiale con cui il trombettista Enrico Rava celebra i suoi ottant’anni. Con Noa si supera ogni confine tra i vari generi musicali. Il 25 febbraio riporta a Roma il suo ultimo progetto, Letters to Bach, in cui riprende dodici brani di Johann Sebastian Bach, a cui aggiunge testi scritti da lei in inglese ed ebraico.
Danza e Noir
Per la prima volta si vedrà all’Aula Magna uno spettacolo di danza: Arcaico, azioni coreografiche per cinque danzatori, pianoforte, percussioni e canto, uno spettacolo che rievoca mondi arcaici e lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche (21 gennaio). È una produzione del Balletto di Roma, con le coreografie di Davide Bombana, con le musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti e la voce di Gabin Dabirè, cantante e polistrumentista burkinabè.
Spettacolo molto speciale, il 25 gennaio, è Noir - LaPauraSiFaSentire, ideato da Antonio Ballista. Il titolo è un invito a sperimentare il lato oscuro della musica, che parla di leggende misteriose, di avvenimenti paurosi, di orride streghe e di tremende tempeste. Paura ma anche e soprattutto ironia. Ballista al pianoforte e il soprano Lorna Windsor (ci sarà anche un cameo con la voce registrata di Paolo Poli) eseguono in un calcolato disordine Verdi e Crumb, Adams e Gounod e un’altra dozzina di compositori. Entra in gioco anche l’immaginario visivo, di cui si occupa Gian Luca Massiotta.
Un cartellone ricco di artisti internazionali e proposte che spaziano dalla musica classica al jazz, dalla contemporanea a generi trasversali e anche alla danza. Scelte sempre nel segno della più alta qualità artistica, che da tre quarti di secolo rendono l’Istituzione Universitaria dei Concerti una realtà unica nel panorama europeo. La stagione 2019-2020 sarà infatti la numero 75 della IUC, un traguardo importante che coniuga tradizione e ricerca delle novità nell’Aula Magna della “Sapienza” Università di Roma.
Due inaugurazioni
Come di consueto, sono due gli appuntamenti inaugurali che riflettono il duplice percorso in cui si articola la stagione: quella del martedì sera e quella del sabato pomeriggio. L’inaugurazione della stagione serale, martedì 15 ottobre, è dedicata alla grande polifonia profana italiana tra Cinque e Seicento, con l’esecuzione integrale del Terzo Libro dei Madrigali di Carlo Gesualdo da Venosa (preceduto da una selezione del Primo e del Secondo Libro), affidata al prestigioso gruppo vocale francese Les Arts Florissants diretto da Paul Agnew, che quest’anno celebra i 40 anni di attività.
Di pari impegno l’inaugurazione della stagione pomeridiana, sabato 19 ottobre, i sei Concerti Brandeburghesi di Bach, proposti dall’Orchestra Barocca Zefiro diretta da Alfredo Bernardini, che proprio per l’incisione di questo ciclo ha ricevuto il Diapason d’Or.
Tra Rinascimento e Barocco
Alla musica rinascimentale e barocca sono dedicati altri quattro concerti. Les Arts Florissants e Paul Agnew tornano il 15 febbraio, per proseguire il viaggio nella musica di Gesualdo con il Quarto Libro de’ Madrigali. Alla polifonia sacra del Cinquecento è dedicato il concerto del 16 novembre con The Tallis Scholars diretti da Peter Phillips. Il 18 febbraio Jordi Savall, padre nobile della moderna riscoperta della musica antica, invita a un viaggio nell’Europa musicale del Rinascimento e del Barocco, con musiche spagnole, inglesi, portoghesi, italiane, tedesche e francesi. Insieme a lui suonano due altri “big” di questo repertorio: Rolf Lislevand (vihuela e chitarra) e Andrew Lawrence-King (arpa doppia).
Il mezzosoprano Vivica Genaux sarà protagonista il 21 marzo insieme al Concerto de’ Cavalieri diretto da Marcello Di Lisa: si cimenterà in arie dell’opera seria barocca. Il violinista Robert McDuffie e l’Ensemble laBarocca (emanazione dell’Orchestra Verdi di Milano) sotto la direzione di Ruben Jais propongono le Quattro Stagioni di Vivaldi, accostate ad un’opera che ne costituisce il pendant moderno: il Concerto per violino n. 2 “The American Four Seasons”, composto da Philip Glass proprio per McDuffie ed ora eseguito per la prima volta a Roma (3 dicembre).
Celebri solisti e giovani talenti
Nell’ampio parterre dei solisti, spiccano i pianisti Giuseppe Albanese, Roberto Prosseda, Jonathan Biss, Benedetto Lupo, Fazil Say, Claire Huangci, Pietro De Maria; i violinisti Domenico Nordio, Francesca Dego, Stefan Milenkovich, Robert McDuffie, Gabriele Pieranunzi, Massimo Quarta; il chitarrista Manuel Barrueco; i clarinettisti Martin Fröst, Alessandro Carbonare, Tommaso Lonquich; i violoncellisti Nicholas Altstaedt ed Erica Piccotti.
Quartetti e altri gruppi da camera
Tommaso Lonquich, un altro clarinettista, tra i più brillanti della sua generazione, ha riunito intorno a sé un gruppo strumentale di grande fascino, formato da fuoriclasse come Anneleen Lenaerts, prima arpa dei Wiener Philharmoniker, la flautista Irena Kavćić e il Quatuor Zaïde (4 aprile). Il violinista Gabriele Pieranunzi, la pianista Jin Ju e i Philharmonia Chamber Players (membri della Philharmonia Orchestra di Londra) hanno deciso d’incontrarsi per formare un gruppo da camera eccezionale (30 novembre). Applicando la fortunata formula dell’“incontro tra solisti”, tre dei migliori strumentisti italiani – il violinista Massimo Quarta, il violoncellista Enrico Dindo e il pianista Pietro De Maria – si riuniscono per un concerto dedicato a Brahms, il 31 marzo. Fondato nel 2014 da due membri del leggendario Quartetto di Tokyo e dal pianista americano Jon Kimura Parker, il Montrose Trio si è rapidamente affermato come “uno dei principali trii al mondo” (Washington Post) e farà il suo debutto romano il 14 marzo.
Il quartetto d’archi è una formazione a cui la IUC ha sempre dato spazio. Il 19 novembre torna a Roma dopo dieci anni di assenza l’Emerson String Quartet. Il Quartetto di Cremona conclude il 14 dicembre e il 17 marzo il suo ciclo iniziato nel 2018 e dedicato a Mozart, con l’intervento di Alessandro Carbonare, un clarinettista che il mondo ci invidia, che partecipa all’esecuzione del Quintetto K 581.
La musica contemporanea
Nel campo della musica moderna e contemporanea spiccano due “progetti speciali”. Uno è l’esecuzione di Hyperion di Bruno Maderna, nel centenario della nascita del compositore. Marcello Panni la dirigerà il 4 febbraio, con l’Orchestra Sinfonica Abruzzese. Come voce recitante si avrà l’emozione di riascoltare Carmelo Bene, grazie a un’inedita registrazione messa a disposizione da Rai Com, relativa a un’esecuzione con l’Orchestra Sinfonica della Rai di Milano diretta dallo stesso Panni nel 1981.
L'altro importante progetto contemporaneo è la prima esecuzione a Roma di Stringeranno nei pugni una cometa, il Requiem laico di Silvia Colasanti su testi poetici di Mariangela Gualtieri e testi liturgici latini, scritto come canto di congedo ai morti del terremoto del 2016 e come esortazione ai vivi.
Jazz, pop & Bach
Spazio anche al jazz con l’unica tappa a Roma del tour mondiale con cui il trombettista Enrico Rava celebra i suoi ottant’anni. Con Noa si supera ogni confine tra i vari generi musicali. Il 25 febbraio riporta a Roma il suo ultimo progetto, Letters to Bach, in cui riprende dodici brani di Johann Sebastian Bach, a cui aggiunge testi scritti da lei in inglese ed ebraico.
Danza e Noir
Per la prima volta si vedrà all’Aula Magna uno spettacolo di danza: Arcaico, azioni coreografiche per cinque danzatori, pianoforte, percussioni e canto, uno spettacolo che rievoca mondi arcaici e lontani e dona allo spettatore suggestioni intrise di atmosfere esotiche (21 gennaio). È una produzione del Balletto di Roma, con le coreografie di Davide Bombana, con le musiche originali composte ed eseguite dal vivo da Katia Pesti e la voce di Gabin Dabirè, cantante e polistrumentista burkinabè.
Spettacolo molto speciale, il 25 gennaio, è Noir - LaPauraSiFaSentire, ideato da Antonio Ballista. Il titolo è un invito a sperimentare il lato oscuro della musica, che parla di leggende misteriose, di avvenimenti paurosi, di orride streghe e di tremende tempeste. Paura ma anche e soprattutto ironia. Ballista al pianoforte e il soprano Lorna Windsor (ci sarà anche un cameo con la voce registrata di Paolo Poli) eseguono in un calcolato disordine Verdi e Crumb, Adams e Gounod e un’altra dozzina di compositori. Entra in gioco anche l’immaginario visivo, di cui si occupa Gian Luca Massiotta.