La guerra del pesce di Migingo, un guscio di lamiere in mezzo al Lago Victoria
Il minuscolo isolotto, grande appena un quarto di ettaro, è da anni al centro di una contesa tra Uganda e Kenya. Su questo sperone di roccia che assomiglia a un tartaruga di latta decine di famiglie di pescatori sono stipate in un groviglio di baracche con un porticciolo, qualche bar e un bordello.
Questo piccolo guscio di lamiere posato sulle acque argentate del Lago Vittoria è al centro di una contesa diplomatica. Da oltre 10 anni Kenya e Uganda litigano per il controllo di questo groviglio di baracche intorno al quale gravitano poche decine di barche di legno.
Ma cos'è che suscita tanti appetiti per questo sperone di roccia apparentemente insignificante che si attraversa a piedi in meno di un minuto e dove si respira un'aria da isola dei pirati - c'è un bar, un bordello e due stazioni di polizia, una keniota e una ugandese. Gli isolani, un mix di keniani, ugandesi e tanzaniani, rispondono in coro: il pesce.
Il pesce persico del Nilo infatti abbonda nelle acque profonde che circondano Migingo e questa abbondanza ha richiamato molti pescatori sull'isolotto mentre quelli lungo la costa rimangono a bocca asciutta. "È per il pesce che sono venuto qui," sorride Isaac Buhinza, un pescatore Ugandese 22 anni. "I miei amici che sono venuti qui prima di me rientravano in porto con un bel bottino..." Salpare da Migingo non solo significa risparmiare carburante per raggiungere le aree di pesca, ma anche quella di trovare a colpo sicuro un grossista che acquisterà il pesce.
L'interesse per Migingo è cresciuto negli anni 2000. Su questo scoglio fino ad allora praticamente disabitato e la cui appartenenza al Kenya non era mai stata messa in discussione, gli ugandesi hanno cominciato a inviare rappresentanti per riscuotere le tasse e offrire protezione contro i saccheggiatori.
I pescatori kenioti dal canto loro sostengono di essere stati taglieggiati dalla polizia ugandese anche nelle acque territorialei del Kenya, ed espulsi da Migingo. hanno chiesto aiuto al proprio governo, che a sua volta ha schierato le proprie forze sull'isolotto. Il caso ha suscitato grandi tensioni tra i due paesi che raggiunsero un culmine nel 2009 quando alcuni osservatori dissero che era stata dichiarata la "più piccola guerra" del continente africano.
Il Kenya e l'Uganda optarono infine per una commissione congiunta per determinare a chi appartenesse l'isola. Ma nessun rapporto è stato pubblicato fino a questo momento. Gli esperti chiamati da entrambi i paesi si accapigliano sull'interpretazione di un documento dell'ex colono britannico risalente al 1926. Nell'attesa che venga deciso il problema, l'isola è co-gestita da Keniani e Ugandesi, un matrimonio di interesse che continua tra alti e bassi.
Di fronte alle ripetute lamentele dei propri pescatori, i politici kenioti hanno recentemente chiesto al governo di Nairobi di portare la questione davanti alla Corte internazionale di giustizia per dirimere la controversia. Patrick Mugoya, il più alto funzionario del Ministero degli Affari Esteri ugandese ha dichiarato all'AFP che "ciò che conta ora non solo le rivendicazioni di entrambe le parti, ma la necessità di stabilire una linea di demarcazione precisa in modo che il confine sia chiaro."
Sull'isola intanto è battaglia, per fortuna solo a parole. "È Kenya qui!", grida Collins Ochieng. "È Uganda!", risponde, con un sorriso, un passante ugandese. "Non so chi possieda quest'isola", conclude Emmanuel Aringo, pescatore Keniota di 52 anni. "Queste sono storie politiche, noi, vogliamo solo vendere il nostro pesce."