La moda come un giro di giostra, la sfilata di Gucci alla Milano Fashion Week
La poesia di Fellini, le note del Bolero di Ravel e le modelle sulla pedana che gira come un carillon
Lo streaming video mostra il fermento del pre-sfilata al Gucci Hub, poi il brusio si interrompe e le modelle lasciano le postazioni del trucco avvolte in accappatoio bianchi. Gli invitati in sala sono immersi nel buio. Risuona la voce di Fellini che spiega il cinema: "Il cinema, che era proprio questo, era suggestione ipnotica, ritualistica, c'era qualche cosa di religioso..."
Inizia così la sfilata, la mise-en-scène, di Gucci nella seconda giornata della settimana della moda di Milano. Una luce illumina il set, come fosse il retro di un palcoscenico dal sipario trasparente, gli ultimi tocchi prima dello spettacolo sulle note del Bolero di Ravel con il tempo scandito da un metronomo al neon. Poi le modelle si sistemano come manichini, immobili lungo il perimetro del cerchio, un carillon, una giostra che ruota. È quella la passerella. Altre restano al centro nelle loro "uniformi grigie". Sulla pedana ci sono tutte le ispirazioni di Alessandro Michele: gli anni 70 e i velluti, i colori accessi, le gonne di tulle e le balze, i calzettoni al ginocchio portati con i sandali "con gli occhi", amati e odiati da bambini, rivisitati in una versione platform. E ci sono le scarpe da barca con stampa a fiori liberty e i mini abiti "bambola" bon ton, i colli e le maniche vittoriane, le marinarette e i dandy, i jeans sdruciti e i maglioni portati a mo' di sciarpe su abiti da principesse contemporanee.
Poi le luci si spengono, come alla fine di uno show, e ritorna la voce di Fellini che racconta la sua dichiarazione d'amore al cinema, che definisce "forse un po’ troppo privata, troppo narcisistica, spudorata senza limiti…" e ancora sulle note del Bolero si chiude il sipario.
L'invito di Alessandro Michele con un whatsapp
Un messaggio vocale al posto dell'invito alla sfilata di Gucci. Così Alessandro Michele ha spiazzato i suoi ospiti che hanno pubblicato su twitter la trovata.
Inizia così la sfilata, la mise-en-scène, di Gucci nella seconda giornata della settimana della moda di Milano. Una luce illumina il set, come fosse il retro di un palcoscenico dal sipario trasparente, gli ultimi tocchi prima dello spettacolo sulle note del Bolero di Ravel con il tempo scandito da un metronomo al neon. Poi le modelle si sistemano come manichini, immobili lungo il perimetro del cerchio, un carillon, una giostra che ruota. È quella la passerella. Altre restano al centro nelle loro "uniformi grigie". Sulla pedana ci sono tutte le ispirazioni di Alessandro Michele: gli anni 70 e i velluti, i colori accessi, le gonne di tulle e le balze, i calzettoni al ginocchio portati con i sandali "con gli occhi", amati e odiati da bambini, rivisitati in una versione platform. E ci sono le scarpe da barca con stampa a fiori liberty e i mini abiti "bambola" bon ton, i colli e le maniche vittoriane, le marinarette e i dandy, i jeans sdruciti e i maglioni portati a mo' di sciarpe su abiti da principesse contemporanee.
Poi le luci si spengono, come alla fine di uno show, e ritorna la voce di Fellini che racconta la sua dichiarazione d'amore al cinema, che definisce "forse un po’ troppo privata, troppo narcisistica, spudorata senza limiti…" e ancora sulle note del Bolero si chiude il sipario.
L'invito di Alessandro Michele con un whatsapp
Un messaggio vocale al posto dell'invito alla sfilata di Gucci. Così Alessandro Michele ha spiazzato i suoi ospiti che hanno pubblicato su twitter la trovata.
Not gonna lie. Gucci show invite scared the crap out of me at first. I was like who is this Italian person leaving me a voicemail then the text arrived after Iistened to it. 😂😂❤️❤️ pic.twitter.com/AR9l8gNgjO
— bryanboy (@bryanboy) February 17, 2020