La rinascita dello swing con la musica di Piji e le foto del suo backstage
Negli ultimi anni abbiamo assistito alla rinascita di un genere, lo swing, che nel corso dei decenni a volte si è intrecciato con la musica italiana: Alberto Rabagliati, il Trio Lescano, Natalino Otto. Successivamente Buscaglione, Lelio Luttazzi, i crooner Nicola Arigliano, Johnny Dorelli, Fred Bongusto. Poi Bruno Martino. Più recentemente dopo gli anni '80 di Sergio Caputo e le apparizioni a Sanremo di Simona Molinari, un solido rappresentante del genere è il cantautore Piji, che suonerà il 3 agosto alla Casa del Jazz, che ha da poco lanciato un nuovo singolo, e che in questa pagina ci regala il racconto e le immagini del backstage del suo video
Queste foto firmate dallo sguardo straordinario di Tamara Casula raccontano due giorni di riprese tra duro lavoro e grande divertimento. Non posso non citare tra i ricordi la scoperta dell'Osservatorio Astronomico di Roma a Monteporzio Catone, con le sue stanze assurde e futuribili, dei veri e propri set “naturali”, particolarmente adatti a un pezzo musicale elettronico come il nostro. Ed io e la mia band (Gian Piero Lo Piccolo, Augusto Creni, Egidio Marchitelli e Saverio Capo) che ci divertiamo a scoprirle una ad una. Ricordo la "farina" (in realtà borotalco) di Stefano Disegni in versione panettiere, Tiziana Foschi e Antonio Pisu conciati da tamarri che quando sono usciti dal camerino già ci hanno strappato la prima di un lungo numero di risate, Max Vado prete "perfetto" con abito su misura perfetto di Noemi Intino, Michela Andreozzi che canta il playback del brano e che gioca con la tromba del mio grammofono come del resto Dario Salvatori che tenta di mescolare swing ed elettronica provando maldestramente a fonderla con un laptop. Valentina Correani e il 45 di "Nuovo Swing" di Enrico Ruggeri, Claudia Campagnola alle prese con i concetti musicali di "battere" e "levare", Carlo Massarini che abbiamo posizionato in mezzo ai vinili com'era giusto che fosse e tutti i ballerini (tra i quali il grande Vincenzo Fesi) di mille stili diversi, vestiti di tutto punto e truccati da Ilaria Montagna. Il tutto guidato dalla maestria del regista Marco Castaldi, dalla fotografia (e dalle luci "diegetiche") di Pietro Giampietro e dalla coereografia e organizzazione di Diana Florindi e da tutto lo staff meraviglioso di Opificio che ha ospitato tutte le scene con gli ospiti. Infine voglio ricordare la prima mattina, primo ciak con Fiorello alla mitica Edicola Fiore e lui che fa vari giochi di prestigio con la nostra bacchetta/antenna da Maestro (Fiorello sa fare tutto, perfino il mago). E poi a Casa Arbore, il mobile bar più colorato del mondo e suoi due pappagallini di plastica che ripetono le cose ad libitum (non sapevamo come fermarli) e che quella mattina ripetevano spesso "Che cos'è l'electro swing?". (Piji)