La storia del "Boia di Srebrenica", chi è Ratko Mladic
Dalla fine della federazione Jugoslavia al verdetto de L'Aja, la parabola di Mladic in una cronologia dei fatti.
Soprannominato anche "Macellaio della Bosnia", l'ex comandante delle milizie Serbo-bosniache è stato condannato per genocidio e crimini contro l'umanità per il suo ruolo nel massacro di Srebrenica e durante l'assedio di Sarajevo nel 1992. Ripercorriamo, attraverso le immagini e una cronologia dei fatti salienti, la vicenda che ha portato a questo verdetto:
— Giugno 1991: Lo smembramento della Jugoslavia inizia formalmente con la dichiarazione di indipendenza di Slovenia e Croazia. L'esercito serbo si ritira dalla Slovenia dopo un conflitto durato di dieci giorni ma la guerra che ne segue proseguirà fino al 1995
— 1991: Mladic, allora un ufficiale dell'esercito Jugoslavo, opera all'inizio del quartier generale dei ribelli Serbo-croati di Knin prima di trasferirsi in Bosnia per guidare nel 1992 le truppe Serbo-bosniache
— Aprile 1992: Inizia la guerra in Bosnia. Rapidamente i Serbo-bosniaci prendono il controllo di circa due terzi del territorio e lanciano l'assedio di Sarajevo.
— Maggio 1992: Mladic diventa il comandante in capo dell'esercito Serbo-bosniaco.
— Estate del 1995: la NATO bombarda le posizioni Serbo-bosniache dopo la caduta dell'enclave musulmana di Srebrenica nella Bosnia orientale che avrebbe dovuto essere protetta dalle truppe Onu. Da tempo circolavano notizie su uccisioni di massa di migliaia di uomini. Nei mesi successivi gli investigatori del tribunale internazionale cominceranno a scoprire fosse comuni e a raccogliere le testimonianze dei superstiti.
— Luglio 1995: il Tribunale internazionale speciale per i crimini in Ex Jugoslavia incrimina Mladic e il leader Serbo-bosniaco Radovan Karadzic con accuse che includono il genocidio. Accuse che nel novembre successivo vengono aggiornate per includere in modo specificio il massacro di Srebrenica.
— Novembre 1995, vengono firmati gli accordi di Dayton che fermano la guerra e creano due mini-Stati in Bosnia: quello Serbo-croate e quello Musulmano-croato.
— 1996: Mladic diventa formalmente dopo essere stato rimosso dalla sua posizione apicale nell'esercito Serbo-bosniaco dall'allora presidente Biljana Plavsic. La Bosnia per lui non era più un luogo sicuro con le truppe di peacekeeping della NATO che avevano l'incarico di catturarlo. Tuttavia, Mladic viveva tranquillamente allo scoperto nella vicino Serbia, andava allo stadio e frequentava senza problemi ristoranti e luoghi pubblici a Belgrado.
— Mladic scompare definitivamente dopo il 2000, quando un governo filo-occidentale viene eletto a Belgrado e la pressione per il suo arresto monta a livello internazionale. Trapelano notizie occasionali su dove si nasconda e sulla rete di complici e simpatizzanti che lo protegge.
— 26 maggio 2011: in seguito a queste pressioni della comunità internazionale Ratko Mladic viene arrestato in Serbia e cinque giorni dopo estradato a L'Aia in attesa del processo.
— 3 giugno 2011: Mladic compare davanti ai giudici della Corte internazionale per la prima volta ma si rifiuta di difendersi dalle accuse che gli sono mosse. Il 4 luglio, in una successiva udienza tuttavia i giudici propongono in sua vece una dichiarazione di non colpevolezza. Il processo può andare avanti.
— 16 maggio 2012: si apre il processo vero e proprio con l'arringa dei pubblici ministeri. Al termine della ricostruzione proposta dall'accusa gli avvocati di Mladic sottopongono alla Corte una mozione per il proscioglimento da tutte le accuse. La mozione viene rigettata.
— Maggio 2014, Mladic comincia a proporre i propri testimoni a discarico.
— Dicembre 2016: A conclusione dell'arringa finale i pubblici ministeri chiedono che l'imputato sia riconosciuto colpevole di tutte le accuse e sia condannato all'ergastolo. La difesa chiede il proscioglimento.
— 22 novembre 2017, a L'Aja è il giorno del verdetto.