La villa di Alberto Sordi apre al pubblico: è la prima volta. Boom di prenotazioni
Oltre diecimila persone da tutta Italia hanno già prenotato la visita alla Villa di Alberto Sordi, casa progettata negli anni Trenta dall'architetto Clemente Busiri Vici candidata a diventare museo. Dal 7 marzo al 29 giugno il pubblico potrà, per la prima volta, ripercorrere passioni e segreti dell'artista romano a cento anni dalla nascita
Fu amore a prima vista. Nella primavera 1954, bastarono poche ore a Sordi per contrattualizzare l'acquisto. La Villa di via Druso a Roma fu eletta da subito a rifugio: ora custode dell'ascesa del grande artista, di passioni e segreti. In occasione del centenario della nascita di Alberto Sordi, 1920-2020, la visita alla casa - che ben presto diventerà museo - apre per la prima volta al pubblico e promette di mostrare l'uomo oltre i successi cinematografici: ossia catapulta il visitatore nel privato dell'Albertone nazionale con qualche inedito. L'appuntamento è tra il 7 marzo e il 29 giugno: in 10 mila hanno già prenotato.
"Un maestro e benefattore, amante degli animali e delle belle donne, un collezionista d'arte, un fotografo appassionato e viaggiatore", dice il curatore Alessandro Nicosia. "È la prima volta che la Villa è resa accessibile al grande pubblico. Vogliamo farla conoscere così com'era, invariata nel tempo, e ricostruire cronologicamente il suo percorso di uomo e di attore". "Ho cercato di rispettare gli ambienti - prosegue Nicosia - che sono rimasti intatti dopo la morte di Sordi nel 2003, così come lui li aveva voluti e vissuti, facendoli dialogare con la proposta espositiva piena di sorprese e di tanti inediti".
Sordi è parte della memoria collettiva, capace di comprendere l'evoluzione della società - da cui traeva ispirazione - raccontandola attraverso storie e personaggi. Ha fotografato un'epoca che va dalla Seconda Guerra Mondiale fino al boom economico e agli anni Sessanta. Con un pizzico d'ironia, nei suoi film c'è tutto: ferocia, speranze, delusioni, miserie umane e risate. Gelosissimo della sua Villa, ci sarà un motivo in più per ricordare uno dei più importanti rappresentanti del cinema italiano. Il suo rifugio è già patrimonio di Roma e dell'Italia intera. Tutto è stato reso possibile grazie all'impegno e alla volontà di sua sorella Aurelia Sordi, unica ereditiera del patrimonio dell'attore, costretta a processo per contenziosi sul patrimonio, negli ultimi anni di vita affetta da demenza senile, deceduta nel 2014.
"Un maestro e benefattore, amante degli animali e delle belle donne, un collezionista d'arte, un fotografo appassionato e viaggiatore", dice il curatore Alessandro Nicosia. "È la prima volta che la Villa è resa accessibile al grande pubblico. Vogliamo farla conoscere così com'era, invariata nel tempo, e ricostruire cronologicamente il suo percorso di uomo e di attore". "Ho cercato di rispettare gli ambienti - prosegue Nicosia - che sono rimasti intatti dopo la morte di Sordi nel 2003, così come lui li aveva voluti e vissuti, facendoli dialogare con la proposta espositiva piena di sorprese e di tanti inediti".
Sordi è parte della memoria collettiva, capace di comprendere l'evoluzione della società - da cui traeva ispirazione - raccontandola attraverso storie e personaggi. Ha fotografato un'epoca che va dalla Seconda Guerra Mondiale fino al boom economico e agli anni Sessanta. Con un pizzico d'ironia, nei suoi film c'è tutto: ferocia, speranze, delusioni, miserie umane e risate. Gelosissimo della sua Villa, ci sarà un motivo in più per ricordare uno dei più importanti rappresentanti del cinema italiano. Il suo rifugio è già patrimonio di Roma e dell'Italia intera. Tutto è stato reso possibile grazie all'impegno e alla volontà di sua sorella Aurelia Sordi, unica ereditiera del patrimonio dell'attore, costretta a processo per contenziosi sul patrimonio, negli ultimi anni di vita affetta da demenza senile, deceduta nel 2014.