La vita secondo Woody Allen: scrivere sempre, per fuggire dalla realtà
Tra gli scaffali delle librerie riaperte è ora possibile trovare anche la versione cartacea dell'autobiografia di Woody Allen, "A proposito di niente", in cui il grande regista racconta la sua vita, e il suo cinema. Il servizio di Francesco Gatti per il settimanale di cultura di Rainews 24 Tuttifrutti
L'autobiografia è un'occasione per conoscere meglio Woody Allen, che in genere sembra nascondersi dietro a quella sua maschera cinematografica di snob insofferente e nevrotico: qui sembra usare la sua voce più autentica. Scopriamo che da ragazzo era popolare a scuola e giocava bene a baseball, che sostanzialmente iniziò a leggere libri impegnati per stare al passo con le ragazze colte di Manhattan, che la scrittura è stata una sua passione da sempre, e che continua ancora oggi. Il libro ha la leggerezza di alcuni suoi film ed è pieno di battute: "Per il New York Times sono 'un mostro'. E da qualche parte Kafka sta sorridendo". Oppure: "Piuttosto che vivere nei cuori e nella mente del pubblico, preferisco vivere nel mio appartamento". Tra gli aneddoti, quello su Kate Winslet che avrebbe dovuto interpretare il ruolo principale in "Match Point". Rimpiange di non aver mai girato un capolavoro, di non aver avuto il talento di Bud Powell o di Fred Astaire, di non aver scritto lui "Un tram che si chiama desiderio". Uno degli inventori della nostalgia al cinema anche stavolta ci fa entrare in un mondo romantico, dove ci si può ancora innamorare della vita.