Laurea ad honorem a Christo, capace di farci camminare sulle acque
Anche la città di Torino ha voluto omaggiare Christo con una mostra fotografica dal titolo "Christo and Jeanne-Claude - Palazzo Bricherasio 1998", allestita dal 31 ottobre al 5 novembre presso l'area pedonale di via Lagrange. Si tratta di un allestimento che riproduce "Wrapped floors and stairway and covered windows", l'installazione che i due artisti, Christo e la moglie, realizzarono a Palazzo Bricherasio nel lontano 1998
Ha imballato edifici in tutto il mondo, ma soprattutto ci ha fatto camminare sulle acque. La sua genialità nel creare una passerella galleggiante sul lago d'Iseo stuzzicò talmente tanta curiosità che, in alcuni giorni della mostra, gli organizzatori dovettero bloccare gli ingressi per via dell'afflusso. E così il pontile di tre chilometri che ha collegato il paese di Sulzano, sulla sponda bresciana del lago, con il Monte Isola e l'isoletta di San Paolo gli è valso una laurea honoris causa in Storia dell'Arte conferitagli dall'Università degli Studi di Torino.
Ecco le motivazioni della commissione: "Per avere ampliato con le sue opere la concezione dell'arte e modificato la nostra percezione della realtà; per avere offerto con la sua vita un continuo esempio di libertà e indipendenza; per avere condiviso con il pubblico più vasto l'esperienza del suo lavoro, che si annovera fare prove più luminose della creatività umana". Nell'ambito della cerimonia di premiazione, Christo ha commentato: "L'arte realizza una moltitudine di cose diverse. Le nostre opere sono assolutamente inutili ma a me interessa farle accadere in un mondo reale perché questo rispecchia la nostra esistenza, la nostra scelta personale". "Non guido, non uso il computer, non mi piace intrattenermi al telefono - ha raccontato Christo - ma amo fare queste esperienze nel mondo reale. I nostri progetti sono tutti unici, mai replicati". E a chi gli domandava qual è il suo rapporto con la spiritualità l'artista ha risposto: "Io vivo nel mondo di qui, non sono un credente, amo le cose reali, il caldo, il freddo, il secco e l'umido perché sono ancora vivo. E tutto questo si ripercuote nelle mie opere che, per me, sono solo fisicità".
E nel futuro di Christo c'è il Mastaba di Abu Dhabi, che ha avuto il suo embrione nel 1979. Si tratta di un'opera di ingegneria molto sofisticata, realizzata su un'area di 16 Kmq, che sorgerà fra le sabbie del deserto. Con una differenza rispetto alle altre installazioni: sarà permanente. "Quando un progetto giunge in fase avanzata fermiamo gli altri e ci concentriamo su quello. Non si lavora mai su un unico progetto per volta. Negli ultimi 50 anni ho lavorato a 23 progetti e 36 sono stati rifiutati", ha continuato. Tra i progetti scartati anche un'installazione da 15 milioni di dollari in Colorado, declinata per protesta contro le politiche di Donald Trump.
Ecco le motivazioni della commissione: "Per avere ampliato con le sue opere la concezione dell'arte e modificato la nostra percezione della realtà; per avere offerto con la sua vita un continuo esempio di libertà e indipendenza; per avere condiviso con il pubblico più vasto l'esperienza del suo lavoro, che si annovera fare prove più luminose della creatività umana". Nell'ambito della cerimonia di premiazione, Christo ha commentato: "L'arte realizza una moltitudine di cose diverse. Le nostre opere sono assolutamente inutili ma a me interessa farle accadere in un mondo reale perché questo rispecchia la nostra esistenza, la nostra scelta personale". "Non guido, non uso il computer, non mi piace intrattenermi al telefono - ha raccontato Christo - ma amo fare queste esperienze nel mondo reale. I nostri progetti sono tutti unici, mai replicati". E a chi gli domandava qual è il suo rapporto con la spiritualità l'artista ha risposto: "Io vivo nel mondo di qui, non sono un credente, amo le cose reali, il caldo, il freddo, il secco e l'umido perché sono ancora vivo. E tutto questo si ripercuote nelle mie opere che, per me, sono solo fisicità".
E nel futuro di Christo c'è il Mastaba di Abu Dhabi, che ha avuto il suo embrione nel 1979. Si tratta di un'opera di ingegneria molto sofisticata, realizzata su un'area di 16 Kmq, che sorgerà fra le sabbie del deserto. Con una differenza rispetto alle altre installazioni: sarà permanente. "Quando un progetto giunge in fase avanzata fermiamo gli altri e ci concentriamo su quello. Non si lavora mai su un unico progetto per volta. Negli ultimi 50 anni ho lavorato a 23 progetti e 36 sono stati rifiutati", ha continuato. Tra i progetti scartati anche un'installazione da 15 milioni di dollari in Colorado, declinata per protesta contro le politiche di Donald Trump.
La passerella sul Lago d'Iseo
Pontili di polietilene ad alta densità, larghi 16 metri e alti 50 centimetri, hanno collegato nel 2016 il paese di Sulzano, sulla sponda bresciana del lago, con Monte Isola e l'isoletta di San Paolo. L'accesso al The Floating Piers, il nome attribuito all'installazione, tra l'altro aperta 24 ore su 24, era gratis così come deciso dall'artista americano di origine bulgara. Nessun vincolo a passeggini, sedie a rotelle e cani al guinzaglio, mentre vigeva il divieto alle scarpe con i tacchi, biciclette, pattini e skateboard.