Maggio 1915, Italia in guerra. Il "maggio radioso" del poeta-soldato Gabriele D'Annunzio
"Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria, perché saranno saziati...Beati i puri di cuore, beati i ritornanti con le vittorie, perché vedranno il viso novello di Roma, la fronte ricoronata di Dante, la bellezza trionfale d’Italia”. 5 maggio 1915, il giorno dell'anniversario della spedizione dei Mille, Gabriele D'Annunzio arrivò da Parigi a Genova per l'inaugurazione di un monumento ai garibaldini. In quell'occasione tenne un discorso di esortazione alla guerra che infiammò gli animi di quella parte della popolazione che era a favore della guerra. Il 24 maggio, giorno dell'entrata in guerra, si arruolò volontario nei Lancieri di Novara, nonostante avesse già 52 anni.
Interventisti furono anche i Futuristi di Tommaso Marinetti, per una "guerra sola igiene del mondo", con alcune significative eccezioni: Gian Pietro Lucini e Aldo Palazzeschi. A favore dell'entrata in guerra anche gli intellettuali vociani Papini, Prezzolini e Soffici. Su posizione neutraliste il filosofo Benedetto Croce, anche in quell'occasione all'opposto di Giovanni Gentile.
(Per le immagini di D'Annunzio a Quarto si ringrazia l'Archivio "Patria Italia" del Movimento Irredentista Italiano)