Morte di Soleimani, in migliaia a Teheran. Khatami minaccia Usa. Nominato il successore
Dall'Iraq all'Iran la risposta al raid americano all'aeroporto di Baghdad è una massiccia protesta contro l'America di Donald Trump: una marea umana che commemora il generale Qassem Soleimani, lo stratega influente nel Medio Oriente e comandante della QODS. Già nominato il successore
Gli Stati Uniti "non troveranno pace in nessun posto al mondo", è la minaccia dell'ayatollah Ahmad Khatami ai fedeli riuniti a Teheran per la preghiera del venerdì. "Il movimento di resistenza in Iraq, Siria e in Libano vuole vendicare Soleimani e ora, se Dio vuole, è venuto il momento per mettere fine alla presenza di queste bestie pericolose nella regione", ha affermato citato dall'agenzia di stampa Mehr. La reazione alla morte di Qassem Soleimani è di profondo disappunto, rabbia contro l'America e il raid messo a segno all'aeroporto di Baghdad (Iraq). A Teheran sono scese in strada migliaia di persone. Tutte a manifestare contro l'operato Usa e a commemorare la leadership indiscutibile di Soleimani, secondo soltanto alla Guida Suprema Ali Khamenei, e più volte designato a successore del presidente Hassan Rouhani.
Nella capitale iraniana si bruciano bandiere americane, si portano a braccio quadri raffiguranti Soleimani, lo stratega capace di coordinare, durante la guerra in Siria, miliziani sciiti provenienti da Libano, Iraq, Afghanistan e Pakistan. Influente in Medio Oriente, il generale era a capo della QODS, un'unità speciale del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana responsabile delle operazioni al di fuori del paese. Nessuno sa quanti sono. Potrebbero essere 10-20mila uomini che vanno dai Pasdaran, inseriti dagli Usa nella lista dei terroristi, con sponda tra gli Hezbollah libanesi, Hamas e Jihad islamica in Palestina, agli Houthi in Yemen e ai volontari in Siria provenienti dall'Asia.
A Khatami fa eco il capo di Stato Maggiore delle Forze armate iraniane, il generale Abdolrahim Mousavi, che ha assicurato come il "crudele attacco terroristico" condotto dagli Stati Uniti 'non resterà senza risposta". Citato dall'agenzia di stampa Irna, Mousavi ha detto che "il movimento di resistenza si rafforzerà dopo l'atto terroristico compiuto da criminali blasfemi che hanno versato il sangue puro e sacro del comandante dei Guardiani della Rivoluzione".
La successione
Il generale Esmail Ghaani è stato nominato dalla guida suprema Ali Khamenei come nuovo capo delle Forze QODS. Era diventato il vice di Soleimani nel 1997. A nominarlo era stato il capo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana (i Pasdaran), Rahim Safavi, lo stesso che aveva scelto Soleimani alla guida del corpo d'élite. La scelta di Khamenei di puntare su Ghaani è un chiaro segnale di continuità rispetto alla strategia portata avanti da Soleimani dal 1997. La sua nomina in tempi rapidi è letta come un riconoscimento dell'importanza strategica rivestita dalle Forze QODS per l'Iran.
In passato, Ghaani aveva avvertito il presidente americano Donald Trump rispetto alla pericolosità di un conflitto con l'Iran. "Non siamo un Paese che cerca la guerra. Ma rimpiangerete qualsiasi azione militare contro l'Iran", aveva detto nel 2017. "Le minacce di Trump contro l'Iran danneggeranno l'America. Ne abbiamo seppelliti molti come Trump e sappiamo come combattere contro l'America", aveva aggiunto.
Nella capitale iraniana si bruciano bandiere americane, si portano a braccio quadri raffiguranti Soleimani, lo stratega capace di coordinare, durante la guerra in Siria, miliziani sciiti provenienti da Libano, Iraq, Afghanistan e Pakistan. Influente in Medio Oriente, il generale era a capo della QODS, un'unità speciale del Corpo delle Guardie della rivoluzione islamica iraniana responsabile delle operazioni al di fuori del paese. Nessuno sa quanti sono. Potrebbero essere 10-20mila uomini che vanno dai Pasdaran, inseriti dagli Usa nella lista dei terroristi, con sponda tra gli Hezbollah libanesi, Hamas e Jihad islamica in Palestina, agli Houthi in Yemen e ai volontari in Siria provenienti dall'Asia.
A Khatami fa eco il capo di Stato Maggiore delle Forze armate iraniane, il generale Abdolrahim Mousavi, che ha assicurato come il "crudele attacco terroristico" condotto dagli Stati Uniti 'non resterà senza risposta". Citato dall'agenzia di stampa Irna, Mousavi ha detto che "il movimento di resistenza si rafforzerà dopo l'atto terroristico compiuto da criminali blasfemi che hanno versato il sangue puro e sacro del comandante dei Guardiani della Rivoluzione".
La successione
Il generale Esmail Ghaani è stato nominato dalla guida suprema Ali Khamenei come nuovo capo delle Forze QODS. Era diventato il vice di Soleimani nel 1997. A nominarlo era stato il capo dei Guardiani della Rivoluzione iraniana (i Pasdaran), Rahim Safavi, lo stesso che aveva scelto Soleimani alla guida del corpo d'élite. La scelta di Khamenei di puntare su Ghaani è un chiaro segnale di continuità rispetto alla strategia portata avanti da Soleimani dal 1997. La sua nomina in tempi rapidi è letta come un riconoscimento dell'importanza strategica rivestita dalle Forze QODS per l'Iran.
In passato, Ghaani aveva avvertito il presidente americano Donald Trump rispetto alla pericolosità di un conflitto con l'Iran. "Non siamo un Paese che cerca la guerra. Ma rimpiangerete qualsiasi azione militare contro l'Iran", aveva detto nel 2017. "Le minacce di Trump contro l'Iran danneggeranno l'America. Ne abbiamo seppelliti molti come Trump e sappiamo come combattere contro l'America", aveva aggiunto.