Navalny, i manifestanti restano in carcere. Il Cremlino accusa: "Violenze senza precedenti"
Nuova manifestazione il 31 gennaio. Putin parla agli studenti: "La villa del video non è mia"
Restano in carcere i manifestanti arrestati in tutta la Russia durante la protesta del 23 gennaio per chiedere la liberazione dell'oppositore Alexei Navalny. Il portavoce del Cremlino ha parlato di "violenze senza precedenti" e ribadito che "non è possibile nessun dialogo" con i "rivoltosi", che dovranno essere "perseguiti secondo la legge".
"Prima di tutto, le persone che hanno aderito alle manifestazioni illegali hanno violato la legge", ha detto Dmitry Peskov in conferenza stampa, "le persone che hanno determinate domande meritano di ricevere risposte ma queste domande vanno fatte nel rispetto della legge, è per questo che esistono i media, dove le persone possono esprimere e dar voce alle loro posizioni". "Coloro che hanno aderito alle manifestazioni illegali, partecipato alle rivolte e attaccato gli agenti delle forze dell'ordine hanno commesso gravi reati che devono essere perseguiti in linea con la legge", ha aggiunto Peskov, "sono convinto che non ci possa essere alcun dialogo con loro".
Cremlino: "La reggia? Di alcuni imprenditori"
A proposito del grande palazzo sul Mar Nero al centro dell'inchiesta di Alexei Navalny, ha detto che è di proprietà "diretta o indiretta di uno o più imprenditori", precisando di "non avere il diritto di rivelare i nomi. Secondo Navalny invece il Palazzo appartiene a Putin attraverso società controllate da persone del suo entourage. Il video pubblicato su YouTube è stato visto oltre 91 milioni di volte in pochi giorni. Si tratta di una video inchiesta, 'Il palazzo di Putin, storia della più grande tangente del mondo' e dura circa due ore. Lo stesso Putin è intervenuto sulla questione assicurando di non saperne nulla. "Non è mio né di un mio parente stretto", ha detto il presidente nel corso di un incontro in remoto con degli studenti. "Questa informazione circolava già da oltre 10 anni e adesso si è presentata l'occasione giusta: hanno raccolto tutto e con questo materiale hanno deciso di fare un lavaggio del cervello ai nostri cittadini", ha aggiunto Putin bollando come "illegali e controproducenti" le proteste organizzate dal Fondazione Anti-Corruzione, finanche evocando l'assalto di Capitol Hill. "E cosa fanno in America? Li arrestano per terrorismo interno".
Dal canto suo, Leonid Volkov, fedelissimo di Navalny, ha già rincarato la dose, incitando di nuovo i russi a scendere in piazza domenica prossima, 31 gennaio, al grido di "giustizia e libertà, per tutti e non solo per Alexei".
La settimana prossima sarà intensa, con l'udienza sulla possibile condanna a oltre tre anni per Navalny prevista per il 2 febbraio e, subito dopo, l'arrivo a Mosca dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Navalny in isolamento
Intanto si continua a fare terra bruciata intorno alla Fondazione anti-corruzione. L'attivista alleata di Navalny Lyubov Sobol ha fatto sapere che Navalny si trova in completo isolamento in modo da non ricevere notizie e lettere. "Solo gli avvocati possono visitarlo. E possono parlare con lui solo attraverso il telefono, separati da un vetro", ha detto. Mentre l'avvocato della Fondazione Vladlen Los, cittadino della Bielorussia ma con regolare permesso per vivere in Russia, è stato espulso per cinque anni. Lo ha denunciato lui stesso in un video pubblicato su youtube: è stato ammanettato e costretto a salire su un'auto con un sacchetto in testa e portato al confine, dove, dopo un viaggio di dieci ore, agenti in borghese lo hanno consegnato alle autorità bielorusse.
Le autorità bielorusse non lo hanno arrestato ma gli hanno consentito di lasciare il Paese per un luogo "sicuro". Los era stato fermato giovedì scorso a Mosca e gli era stato notificato che avrebbe dovuto lasciare il Paese entro quattro giorni. Venerdì il suo fermo era stato confermato in un arresto per tre giorni, con l'accusa di aver disobbedito a un ordine della polizia.
"Prima di tutto, le persone che hanno aderito alle manifestazioni illegali hanno violato la legge", ha detto Dmitry Peskov in conferenza stampa, "le persone che hanno determinate domande meritano di ricevere risposte ma queste domande vanno fatte nel rispetto della legge, è per questo che esistono i media, dove le persone possono esprimere e dar voce alle loro posizioni". "Coloro che hanno aderito alle manifestazioni illegali, partecipato alle rivolte e attaccato gli agenti delle forze dell'ordine hanno commesso gravi reati che devono essere perseguiti in linea con la legge", ha aggiunto Peskov, "sono convinto che non ci possa essere alcun dialogo con loro".
Cremlino: "La reggia? Di alcuni imprenditori"
A proposito del grande palazzo sul Mar Nero al centro dell'inchiesta di Alexei Navalny, ha detto che è di proprietà "diretta o indiretta di uno o più imprenditori", precisando di "non avere il diritto di rivelare i nomi. Secondo Navalny invece il Palazzo appartiene a Putin attraverso società controllate da persone del suo entourage. Il video pubblicato su YouTube è stato visto oltre 91 milioni di volte in pochi giorni. Si tratta di una video inchiesta, 'Il palazzo di Putin, storia della più grande tangente del mondo' e dura circa due ore. Lo stesso Putin è intervenuto sulla questione assicurando di non saperne nulla. "Non è mio né di un mio parente stretto", ha detto il presidente nel corso di un incontro in remoto con degli studenti. "Questa informazione circolava già da oltre 10 anni e adesso si è presentata l'occasione giusta: hanno raccolto tutto e con questo materiale hanno deciso di fare un lavaggio del cervello ai nostri cittadini", ha aggiunto Putin bollando come "illegali e controproducenti" le proteste organizzate dal Fondazione Anti-Corruzione, finanche evocando l'assalto di Capitol Hill. "E cosa fanno in America? Li arrestano per terrorismo interno".
Dal canto suo, Leonid Volkov, fedelissimo di Navalny, ha già rincarato la dose, incitando di nuovo i russi a scendere in piazza domenica prossima, 31 gennaio, al grido di "giustizia e libertà, per tutti e non solo per Alexei".
La settimana prossima sarà intensa, con l'udienza sulla possibile condanna a oltre tre anni per Navalny prevista per il 2 febbraio e, subito dopo, l'arrivo a Mosca dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell.
Navalny in isolamento
Intanto si continua a fare terra bruciata intorno alla Fondazione anti-corruzione. L'attivista alleata di Navalny Lyubov Sobol ha fatto sapere che Navalny si trova in completo isolamento in modo da non ricevere notizie e lettere. "Solo gli avvocati possono visitarlo. E possono parlare con lui solo attraverso il telefono, separati da un vetro", ha detto. Mentre l'avvocato della Fondazione Vladlen Los, cittadino della Bielorussia ma con regolare permesso per vivere in Russia, è stato espulso per cinque anni. Lo ha denunciato lui stesso in un video pubblicato su youtube: è stato ammanettato e costretto a salire su un'auto con un sacchetto in testa e portato al confine, dove, dopo un viaggio di dieci ore, agenti in borghese lo hanno consegnato alle autorità bielorusse.
Le autorità bielorusse non lo hanno arrestato ma gli hanno consentito di lasciare il Paese per un luogo "sicuro". Los era stato fermato giovedì scorso a Mosca e gli era stato notificato che avrebbe dovuto lasciare il Paese entro quattro giorni. Venerdì il suo fermo era stato confermato in un arresto per tre giorni, con l'accusa di aver disobbedito a un ordine della polizia.