NordCorea, omicidio in diretta: in un video di sorveglianza gli ultimi momenti di Kim Jong-nam
In un video l'aggressione a Kim Jong-nam, fratellastro del leader della Corea del nord
Un video delle telecamere a circuito chiuso dell'aeroporto malese di Kuala Lumpur mostra il momento in cui lunediì scorso è stato ucciso Kim Jong-nam, il fratellastro del leader nordcoreano Kim Jong-un. Nelle immagini si vedono due donne avvicinarsi all'uomo che cammina con uno zainetto in spalla. Una delle due, maglietta bianca e jeans, aggredisce alle spalle Kim Jong-nam e lo blocca mentre un'altra donna gli spruzza in faccia uno spray con la sostanza tossica, probabilmente gas nervino, forse il Sarin, secondo l'esame autoptico contestato da Pyongyang, che poi lo ucciderà. L'uomo si dirige verso le guardie di sicurezza cui racconta l'accaduto prima di essere accompagnato al presidio medico dove la situazione precipita. Kim Jong-nam era diretto a Macao.
Arrestati e ricercati
Per l'omicidio sono state arrestate quattro persone di diversa nazionalità: la vietnamita Doan Thi Huong, 29 anni; l'indonesiana Siti Aishah, 25; il malese Mohamad Farid Jalaluddin, 26 anni, fidanzato della donna indonesiana; l'ultimo arresto è stato quello del chimico nordcoreano Ri Jong-chol, 46 anni. Si cercano altre quattro persone che hanno lasciato il Paese il 13 febbraio, il giorno in cui è avvenuto l'omicidio. I ricercati sono Ri Jae-nam, 57 anni, arrivato in Malaysia l'1 febbraio; O Jong-gil, 55 anni, entrato nel Paese invece il 7 febbraio; Hong Song Hac, 34enne entrato il 31 gennaio; Rhi Ji Hyon, 33 anni, entrato il 4 febbraio. Inoltre altri tre nordcoreani sono ricercati per l'aiuto che potrebbero fornire all'inchiesta.
La mano di Pyongyang
"Le indagini della polizia malese dimostrano che c'è il governo di Pyongyang dietro l'omicidio di Kim Jong-Nam", ha dichiarato il ministro sudcoreano per l'unificazione, Jeong Joon-Hee. "Le indagini si "basano su vari fattori" per i quali il nostro governo "è certo" che l'uomo ucciso è Kim Jong-Nam, e "considerando che i cinque sospetti sono di nazionalità nordcoreana, riteniamo che il governo nordcoreano sia dietro l'incidente", ha aggiunto il ministro sudcoreano.
Già nei giorni scorsi era stato ventilata la possibilità del coinvolgimento del regime di Pyongyang nella morte di Kim Jong-nam, che da tempo viveva in esilio all'estero in aperto contrasto con il fratello. Ipotesi sempre più accreditata dopo le prime indiscrezioni sull'utilizzo del gas nervino, il famigerato 'agente Vx', usato già in altre occasioni dai sicari nordcoreani.
Rapporti incrinati
La polizia della Malaysia attende ancora i risultati dell'autopsia eseguita mercoledì scorso anche se, ha riferito il
ministro della Sanità, ci vorranno due settimane prima del rapporto tossicologico completo. La Corea del Nord ha già fatto sapere che non accetterà i risultati dell'autopsia e ha chiesto che il corpo di Kim faccia rientro nel Paese, ma le autorità della Malaysia sostengono che prima bisognerà fare gli esami del Dna e per questo è necessario il campione di un altro membro della famiglia. "Stiamo faticosamente cercando di avere un parente qui per aiutarci nelle indagini", ha detto il vice capo della polizia Ibrahim.
Secondo l'ambasciatore di Pyongyang, la Corea del Nord non può fidarsi dell'inchiesta della polizia della Malaysia: "Sono trascorsi sette giorni dall'incidente, ma non ci sono prove chiare delle cause della morte e al momento non possiamo fidarci dell'inchiesta della polizia malaysiana", anche se deve ancora concludersi: ha detto ai giornalisti all'esterno dell'ambasciata. Il ministero degli Esteri malese, dopo queste dichiarazioni, ha richiamato il proprio rappresentante diplomatico a Pyongyang.
Un reality show?
Hanno destato scalpore le dichiarazioni di Siti Aisyah, la giovane indonesiana arrestata con l'accusa di aver partecipato all'aggressione. Sostiene di aver agito in base alla falsa convinzione, instillata da terzi, di essere parte di una candid camera. Il numero uno delle forze di polizia di Giacarta, Tito Karnavian, ha raccontato ai giornalisti che la donna sostiene di essere stata assoldata per fare questi scherzi in aeroporto. "Quest'azione è stata effettuata tre o quattro volte e venivano pagati pochi dollari. Ma per l'ultimo obiettivo, Kim Jong Nam, presumibilmente nello spruzzatore c'erano materiali tossici", ha raccontato l'ufficiale, secondo quanto riferisce il Guardian. "Lei - ha concluso - non era consapevole che si trattasse di un tentativo di assassinio da parte di presunti agenti stranieri".
La venticinquenne è stata descritta da amici e parenti come una persone tranquilla, che andava in Malaysia per lavorare. La madre ha raccontato che la famiglia è venuta a sapere del suo arresto dal telegiornale. "Siamo rimasti scioccati. Non sapevamo nulla. È andata in Malesia come turista" ha detto la donna, spiegando che la figlia lavora a Batam, l'isola indonesiana vicino a Singapore, in un negozio di abbigliamento e di solito le invia il suo stipendio di 500.000 rupie (37 dollari) al mese.
Arrestati e ricercati
Per l'omicidio sono state arrestate quattro persone di diversa nazionalità: la vietnamita Doan Thi Huong, 29 anni; l'indonesiana Siti Aishah, 25; il malese Mohamad Farid Jalaluddin, 26 anni, fidanzato della donna indonesiana; l'ultimo arresto è stato quello del chimico nordcoreano Ri Jong-chol, 46 anni. Si cercano altre quattro persone che hanno lasciato il Paese il 13 febbraio, il giorno in cui è avvenuto l'omicidio. I ricercati sono Ri Jae-nam, 57 anni, arrivato in Malaysia l'1 febbraio; O Jong-gil, 55 anni, entrato nel Paese invece il 7 febbraio; Hong Song Hac, 34enne entrato il 31 gennaio; Rhi Ji Hyon, 33 anni, entrato il 4 febbraio. Inoltre altri tre nordcoreani sono ricercati per l'aiuto che potrebbero fornire all'inchiesta.
La mano di Pyongyang
"Le indagini della polizia malese dimostrano che c'è il governo di Pyongyang dietro l'omicidio di Kim Jong-Nam", ha dichiarato il ministro sudcoreano per l'unificazione, Jeong Joon-Hee. "Le indagini si "basano su vari fattori" per i quali il nostro governo "è certo" che l'uomo ucciso è Kim Jong-Nam, e "considerando che i cinque sospetti sono di nazionalità nordcoreana, riteniamo che il governo nordcoreano sia dietro l'incidente", ha aggiunto il ministro sudcoreano.
Già nei giorni scorsi era stato ventilata la possibilità del coinvolgimento del regime di Pyongyang nella morte di Kim Jong-nam, che da tempo viveva in esilio all'estero in aperto contrasto con il fratello. Ipotesi sempre più accreditata dopo le prime indiscrezioni sull'utilizzo del gas nervino, il famigerato 'agente Vx', usato già in altre occasioni dai sicari nordcoreani.
Rapporti incrinati
La polizia della Malaysia attende ancora i risultati dell'autopsia eseguita mercoledì scorso anche se, ha riferito il
ministro della Sanità, ci vorranno due settimane prima del rapporto tossicologico completo. La Corea del Nord ha già fatto sapere che non accetterà i risultati dell'autopsia e ha chiesto che il corpo di Kim faccia rientro nel Paese, ma le autorità della Malaysia sostengono che prima bisognerà fare gli esami del Dna e per questo è necessario il campione di un altro membro della famiglia. "Stiamo faticosamente cercando di avere un parente qui per aiutarci nelle indagini", ha detto il vice capo della polizia Ibrahim.
Secondo l'ambasciatore di Pyongyang, la Corea del Nord non può fidarsi dell'inchiesta della polizia della Malaysia: "Sono trascorsi sette giorni dall'incidente, ma non ci sono prove chiare delle cause della morte e al momento non possiamo fidarci dell'inchiesta della polizia malaysiana", anche se deve ancora concludersi: ha detto ai giornalisti all'esterno dell'ambasciata. Il ministero degli Esteri malese, dopo queste dichiarazioni, ha richiamato il proprio rappresentante diplomatico a Pyongyang.
Un reality show?
Hanno destato scalpore le dichiarazioni di Siti Aisyah, la giovane indonesiana arrestata con l'accusa di aver partecipato all'aggressione. Sostiene di aver agito in base alla falsa convinzione, instillata da terzi, di essere parte di una candid camera. Il numero uno delle forze di polizia di Giacarta, Tito Karnavian, ha raccontato ai giornalisti che la donna sostiene di essere stata assoldata per fare questi scherzi in aeroporto. "Quest'azione è stata effettuata tre o quattro volte e venivano pagati pochi dollari. Ma per l'ultimo obiettivo, Kim Jong Nam, presumibilmente nello spruzzatore c'erano materiali tossici", ha raccontato l'ufficiale, secondo quanto riferisce il Guardian. "Lei - ha concluso - non era consapevole che si trattasse di un tentativo di assassinio da parte di presunti agenti stranieri".
La venticinquenne è stata descritta da amici e parenti come una persone tranquilla, che andava in Malaysia per lavorare. La madre ha raccontato che la famiglia è venuta a sapere del suo arresto dal telegiornale. "Siamo rimasti scioccati. Non sapevamo nulla. È andata in Malesia come turista" ha detto la donna, spiegando che la figlia lavora a Batam, l'isola indonesiana vicino a Singapore, in un negozio di abbigliamento e di solito le invia il suo stipendio di 500.000 rupie (37 dollari) al mese.