Omicidio Macchi, "Morte di un'amica": la lettera che incastrerebbe l'assassino
A segnare la svolta nelle indagini per l'omicidio della studentessa Lidia Macchi la perizia calligrafica di una lettera anonima inviata alla famiglia il giorno dei funerali. Secondo gli inquirenti a scriverla sarebbe stato il compagno di scuola Stefano Binda, che l'avrebbe uccisa dopo averla violentata. L'uomo, 29 anni dopo l'assassinio, è stato arrestato.
Si tratta di una sorta di poesia composta da otto strofe e intitolata "In morte di un'amica" con diversi riferimenti religiosi (anche un non correttissimo verso in latino), alla crocifissione e all'uccisione di Lidia, colpita da 29 coltellate. In casa dell'uomo, 47 anni, una laurea in filosofia, sarebbe stato trovato un quaderno con la scritta "Stefano è un barbaro assassino", ascrivibile allo stesso Binda