Plastica, il flagello dei mari. I ritratti d'autore dei rifiuti trovati sulla riva del Tamigi
Non solo sacchetti
Nei giorni in cui sui social media italiani imperversa la polemica un po' surreale sul costo, diventato trasparente, dei sacchetti biodegradabili nei reparti di frutta e verdura dei supermercati, torna in primo piano il vero problema: gli oceani del pianeta soffocano a causa dei rifiuti di plastica.
Dan Kitwood è uno dei più apprezzati fotografi che lavora per Getty Images e al tema ha dedicato un progetto specifico. Una serie di immagini intitolata "Rifiuti di plastica - Il flagello dei mari dei nostri giorni" che raffigurano oggetti recuperati sulla riva dell'estuario del Tamigi a Rainham nel Kent.
Dal giocattolo alla spazzola, dal guantone agli accendini questi rifiuti ammorbano un habitat delicato, luogo in cui vanno a cibarsi trampolieri e altre specie della fauna marina. Secondo una stima dell'UNEP (il Programma Ambientale delle nazioni Unite) di questo passo nel 2050 ci sarà più plastica che pesce in mare.
Lo scorso dicembre il Regnoi Unito si è accodato ad altri 193 paesi firmando una risoluzione per eliminare i rifiuti e le microplastiche che finiscono in mare. Ogni anno sarebbero circa otto le tonnellate di plastica che finiscono negli oceani. Una volta nell'oceano un semplice sacchetto di plastica non degrada e può fare grandissimi danni entrando nella catena alimentare.