Raqqa è un formicaio minato. La riconquista della roccaforte Isis rallenta
Quasi metà della città è liberata ma la resistenza dei jihadisti è dura e il pericolo maggiore viene dalla miriade di ordigni disseminati sul terreno riconquistato. e dalla fitta rete di tunnel sotterranei in cui si nascondono i combattenti dell'Isis
Rimangono circa duemila combattenti Isis nella loro capitale auto-proclamata di Raqqa in Siria. Lo ha annunciato il portavoce dell'operazione Inherent Resolve, il colonnello John Dillon, in un briefing. "Circa il 45 per cento della città è sotto il controllo delle forze democratiche siriane (SDF). Stimiamo che meno di duemila combattenti del Daesh siano rimasti ancora a Raqqa".
Il portavoce ha osservato che le SDF, che conducono l'offensiva di Raqqa, stanno incontrando dai combattenti dello Stato Islamico in città una resistenza sporadica ma dura. La città è sotto il controllo di Isis dal 2013. L'operazione per liberarla è stata lanciata dalle forze democratiche siriane curde-arabe, sostenute dai bombardamenti della Coalizione internazionale a guida Usa, il 6 giugno scorso e da allora sono stati fatti progressi sui lati est e ovest della città giungendo fino alle mura della città vecchia.
La notizia è confermata alla Associated Press da Nisreen Abdullah, portavoce curda delle "Women Protection's Units" che parla di un rallentamento nell'avanzata delle forze democratiche dovuto soprattutto alla grande quantità di rudimentali ordigni esplosivi disseminati lungo le strade della città dai jihadisti in fuga. Via via che i combattenti fedeli al Califfo vengono accerchiati aumentano gli attacchi suicidi: "Raqqa è diventata una città imbottita di esplosivo, ma questo dimostra anche la loro debolezza".
Mustafa Bali, a capo del media center delle SDF, ha confermato la riconsquista dei quartieri Nazlet Shehadeh e Panorama Square nella parte sudovest della città ma ha anche parlato dei contrattacchi di Isis portati attraverso il risveglio di cellule dormienti e l'uso di una fitta rete di tunnel che attraversano la città. Un comandante della SDF ha ammesso: "Via via che avanziamo troviamo l'imbocco di un tunnel ogni cento metri. Il nemico assediato e spaventato si nasconde in questi tunnel lunghi e profondi disseminati in tutta la città da cui sbuca per colpire.