Referendum, da oggi si può firmare anche online
Fine vita: cosa prevede la normativa in vigore attualmente in Italia?
Da oggi i referendum e le leggi di iniziativa popolare si possono firmare online, non solo ai gazebo e agli storici banchini sparsi nelle città, una tradizione nata negli anni Settanta in particolare grazie all'iniziativa politica di Marco Pannella, fin dai tempi dei referendum sul divorzio, l'aborto, la giustizia e le altre battaglie per i diritti civili. Da oggi la raccolta delle firme cambia, a partire dal referendum sull'eutanasia legale promosso, tra gli altri, dall'Associazione Luca Coscioni. Ad annunciarlo è l'associazione stessa, che rivendica la novità insieme a Mario Staderini, ex segretario di Radicali Italiani, dopo una battaglia politico-giudiziaria durata due anni. La svolta arriva con un emendamento approvato negli scorsi giorni all'unanimità dalle commissioni Affari costituzionali e Ambiente per la raccolta firme per i referendum on line tramite identità digitale (Spid) e carta d'identità elettronica.
Il nostro amico (e iscritto) @vascorossi ha firmato. Per essere tutti liberi liberi fino alla fine. https://t.co/kmO320OR1j #referendumeutanasia #LiberiFinoAllaFine pic.twitter.com/Qa62RfQQti
— Associazione Luca Coscioni (@ass_coscioni) August 4, 2021
Fine vita: la situazione normativa in Italia
Attualmente in Italia l'eutanasia, intesa come intervento medico che prevede la somministrazione diretta di un farmaco letale al paziente che ne fa richiesta e soddisfa determinati requisiti, costituisce reato e rientra nelle ipotesi previste e punite dall'articolo 579 (Omicidio del consenziente) o dall'articolo 580 (Istigazione o aiuto al suicidio) del Codice Penale. Grazie alla sentenza 242/2019 della Corte Costituzionale, in Italia è invece possibile richiedere il suicidio medicalmente assistito, ossia l'aiuto indiretto a morire da parte di un medico. Le condizioni richieste sono quattro: la persona che ne fa richiesta deve essere pienamente capace di intendere e volere, deve avere una patologia irreversibile portatrice di gravi sofferenze fisiche o psichiche, e deve sopravvivere grazie a trattamenti di sostegno vitale.
Inoltre, i giudici costituzionali hanno ritenuto che la verifica delle condizioni che rendono legittimo l'aiuto al suicidio e delle relative modalità di esecuzione debba restare affidata, in attesa dell'intervento legislativo, a strutture pubbliche del servizio sanitario nazionale. Ciò in linea con quanto già stabilito in precedenti pronunce, relative a situazioni analoghe. La verifica dovrà essere effettuata previo parere del comitato etico territorialmente competente, organo consultivo per i problemi etici che emergono nella pratica sanitaria, in particolare a fini di tutela di soggetti vulnerabili.
L'Associazione Luca Coscioni, insieme a Radicali Italiani si batte da anni per ottenere una legge sulla legalizzazione dell'eutanasia e del suicidio medicalmente assistito in Italia con il fine di riconoscere la piena libertà di autodeterminazione anche alla persona malata. Negli anni si ricordano le battaglie di Piergiorgio Welby, Eluana Englaro, Dj Fabo, Davide Trentini e altri malati per chiedere la discussione di una legge in tema. Due volte il Parlamento ha iniziato un dibattito sull'eutanasia, nel 2016 e nel 2019, anche sotto la spinta della raccolta di firme per una legge di iniziativa popolare sempre promossa dal mondo radicale e della Corte Costituzionale, ma non è mai riuscito ad approdare a una votazione. L'unica legge approvata è quella sulle Disposizioni Anticipate di Trattamento (Dat), entrata in vigore il 31 gennaio 2018. Con le Dat è possibile indicare al medico il trattamento sanitario che si desidera ricevere per il momento futuro in cui si potrebbe essere incapaci di intendere e volere. L'ultima iniziativa dell'Associazione Luca Coscioni è una raccolta di firme per proporre un referendum sull'eutanasia legale. L'obiettivo è di arrivare a 500mila firme in tutta Italia entro il 30 settembre 2021. Ai primi di agosto sono già state raccolte 330mila firme.
6 referendum sulla giustizia
In corso in queste settimane anche la raccolta di firme per 6 quesiti referendari sulla giustizia, promossi dal Partito Radicale e dalla Lega di Matteo Salvini e sostenuti da Forza Italia, Nuovo Psi, Udc e Psi. I referendum riprendono la storica battaglia radicale sulla "giustizia giusta", la separazione delle carriere dei magistrati e la responsabilità diretta e mirano anche alla riforma del CSM oltre che a porre dei limiti agli abusi della custodia cautelare in carcere.