Referendum del Veneto risveglia i Serenissimi che sfidarono col tanko il governo in piazza San Marco
Era il 1997 quando un gruppo di Serenissimi assaltarono il campanile di Piazza San Marco. Con i carabinieri del Gis pronti all'intervento e il gonfalone della Lega Nord che sventolava sulla cima, dentro asserragliati Gilberto Buson, Cristian Contin, Flavio Contin, Antonio Barison, Luca Peroni, Moreno Menini, Fausto Faccia, Andrea Viviani
Sono passati più di vent'anni da quel 9 maggio e il sogno di un Veneto indipendente sembra non essere tramontato: era il 1997 quando un gruppo di Serenissimi diede l'assalto al campanile di piazza San Marco per sostenere la secessione del Veneto. Ora, a urne chiuse e con un voto unanime, la speranza di andare oltre la trattativa di maggiore autonomia - 23 materie di discussione - della Regione è destinata ad alimentare vecchi sogni: almeno per il momento.
"Padrone del proprio destino, il Popolo Veneto mediante suffragio universale ha espresso la propria volontà. Con questo referendum abbiamo detto chiaramente che noi come Veneti, come gente che ama la terra in cui vive, nulla abbiamo a che fare con l'Italia, e che l'Italia in Veneto non è altro che uno Stato occupante", ha dichiarato Luca Peroni, ex 'Serenissimo', a nome del sedicente 'Veneto Serenissimo Governo', a margine del referendum.
"Noi come Veneto Serenissimo Governo - dice ancora in una nota Peroni - ci siamo assunti il compito, con la liberazione di Piazza San Marco il 9 maggio 1997, di costruire le condizioni perché il Popolo Veneto si autodeterminasse. Ora che il Popolo Veneto si è espresso chiaramente, l'Italia deve sedersi ad un tavolo di trattative con i rappresentanti del Veneto, e sotto supervisione internazionale, per stabilire le modalità per il suo disimpegno dalle terre venete. Se l'Italia rigetterà questa pacifica opportunità per sanare l'illegalità da lei commessa nel 1866 se ne assumerà tutte le responsabilità di fronte alla storia e alle organizzazioni internazionali preposte". La nota si chiude con un "Viva il Popolo Veneto, Viva la libertà, Indipendenza subito".
Forte di un consenso popolare di oltre due milioni di persone, il governatore Luca Zaia risulta essere il vincitore politico della tornata referendaria. Indicato come il leone, in riferimento al gonfalone di San Marco, il governatore del Veneto - in quota Lega Nord - fa sventolare il drappo col simbolo del partito oggi come allora. Fecero il giro d'Italia le immagini dei carabinieri del Gis pronti all'intervento e la bandiera della Lega Nord issata sulla cima del campanile di San Marco. Dentro il monumento, che veglia su Venezia, erano asserragliati Gilberto Buson, Cristian Contin, Flavio Contin, Antonio Barison, Luca Peroni, Moreno Menini, Fausto Faccia, Andrea Viviani. Tutto si risolvette senza l'uso delle armi, ma quello che restò impresso nella memoria collettiva fu il mezzo con il quale il gruppo armato fece irruzione nel centro storico. Il loro arrivo avvenne su un furgone trasformato in un rudimentale carro armato, denominato 'Tanko', successivamente venduto all'asta e aggiudicato dal comitato di sostegno agli otto Serenissimi arrestati. Torneranno?
"Padrone del proprio destino, il Popolo Veneto mediante suffragio universale ha espresso la propria volontà. Con questo referendum abbiamo detto chiaramente che noi come Veneti, come gente che ama la terra in cui vive, nulla abbiamo a che fare con l'Italia, e che l'Italia in Veneto non è altro che uno Stato occupante", ha dichiarato Luca Peroni, ex 'Serenissimo', a nome del sedicente 'Veneto Serenissimo Governo', a margine del referendum.
"Noi come Veneto Serenissimo Governo - dice ancora in una nota Peroni - ci siamo assunti il compito, con la liberazione di Piazza San Marco il 9 maggio 1997, di costruire le condizioni perché il Popolo Veneto si autodeterminasse. Ora che il Popolo Veneto si è espresso chiaramente, l'Italia deve sedersi ad un tavolo di trattative con i rappresentanti del Veneto, e sotto supervisione internazionale, per stabilire le modalità per il suo disimpegno dalle terre venete. Se l'Italia rigetterà questa pacifica opportunità per sanare l'illegalità da lei commessa nel 1866 se ne assumerà tutte le responsabilità di fronte alla storia e alle organizzazioni internazionali preposte". La nota si chiude con un "Viva il Popolo Veneto, Viva la libertà, Indipendenza subito".
Forte di un consenso popolare di oltre due milioni di persone, il governatore Luca Zaia risulta essere il vincitore politico della tornata referendaria. Indicato come il leone, in riferimento al gonfalone di San Marco, il governatore del Veneto - in quota Lega Nord - fa sventolare il drappo col simbolo del partito oggi come allora. Fecero il giro d'Italia le immagini dei carabinieri del Gis pronti all'intervento e la bandiera della Lega Nord issata sulla cima del campanile di San Marco. Dentro il monumento, che veglia su Venezia, erano asserragliati Gilberto Buson, Cristian Contin, Flavio Contin, Antonio Barison, Luca Peroni, Moreno Menini, Fausto Faccia, Andrea Viviani. Tutto si risolvette senza l'uso delle armi, ma quello che restò impresso nella memoria collettiva fu il mezzo con il quale il gruppo armato fece irruzione nel centro storico. Il loro arrivo avvenne su un furgone trasformato in un rudimentale carro armato, denominato 'Tanko', successivamente venduto all'asta e aggiudicato dal comitato di sostegno agli otto Serenissimi arrestati. Torneranno?