Retromarcia di De Magistris, negato accesso al bus del Family Day. La replica: "Metodi fascisti"
Tutti contro tutti: la comunità Lgbtqi accusa gli organizzatori del Family Day che a loro volta puntano il dito contro il primo cittadino di Napoli
Luigi De Magistris ha revocato l'autorizzazione della tappa del 'Bus della Libertà' prevista a Napoli con una doppia sosta venerdì 29 settembre dalle 12 alle 14 a piazza Trieste e Trento. Si tratta di un'iniziativa sponsorizzata da Family Day CitizenGO Italia e Generazione Famiglia che, inizialmente, aveva ricevuto l'autorizzazione dall'assessore alla Mobilità. A meno di 24 ore dall'evento, scrivono gli organizzatori pro famiglie: "il Sindaco si è accorto del guaio politico e ha incaricato la delegata per le Pari Opportunità, Simonetta Marino, di diramare un comunicato stampa contro l'evento da loro stessi già autorizzato, bollandolo come discriminatorio e violento".
La decisione ha innescato una serie di reazioni a catena. Il Comitato Campania Rainbow, contrari alla sosta dell'autobus, parla di "terrorismo informativo" che starebbe mettendo in atto la campagna nazionale promossa dalle associazioni. "Li ringraziamo per averci ricordato ancora una volta la differenza tra genitali maschili e femminili cosa della quale tutto il movimento Lgbtqi (sigla che sta per lesbica, gay, bisessuale, trans, queer, intersessuali, ndr) è ben consapevole, così come lo sono i bambini a partire dai 4 anni", sostiene il Comitato che aggiunge "quello che sfugge al Popolo della Famiglia è l'evoluzione individuale, psicologica, e oseremo dire, ironicamente, anche della specie".
Il portavoce del Family Day Massimo Gandolfini se la prende con il Comune e parla di 'dittatura del pensiero unico': "La democrazia a senso unico si manifesta in questo modo qui, ovvero negando l'agibilità politica ad ogni espressione del pensiero che non corrisponde ai canoni del politicamente corretto". Dello stesso parere il senatore di "Idea" Carlo Giovanardi, che annuncia di aver chiesto al prefetto Carmela Pagano "di garantire la libertà di esprimere i propri convincimenti che il sindaco De Magistris vuole vergognosamente negare alle associazioni del Family Day che denunciano la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole". Il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini parla di "metodi fascisti" del primo cittadino, mentre il senatore di FI, Lucio Malan, dice che de Magistris "si è schierato contro la libertà d'espressione, contro le famiglie, contro il loro diritto-dovere di educare i figli".
A chiudere il cerchio la nota diffusa dallo staff del Comune partenopeo che scarica la colpa sugli organizzatori: "La richiesta di autorizzazione non faceva esplicito riferimento alla campagna transfobica del cosiddetto Bus della Libertà". Nelle prossime ore si saprà come andrà a finire la vicenda. I promotori del Bus, i quali annunciano di voler comunque tenere la tappa napoletana "come da originaria autorizzazione", si dicono pronti a "resistere a qualunque tentativo politico di limitare il diritto dei genitori di manifestare pubblicamente per la loro libertà educativa".
La decisione ha innescato una serie di reazioni a catena. Il Comitato Campania Rainbow, contrari alla sosta dell'autobus, parla di "terrorismo informativo" che starebbe mettendo in atto la campagna nazionale promossa dalle associazioni. "Li ringraziamo per averci ricordato ancora una volta la differenza tra genitali maschili e femminili cosa della quale tutto il movimento Lgbtqi (sigla che sta per lesbica, gay, bisessuale, trans, queer, intersessuali, ndr) è ben consapevole, così come lo sono i bambini a partire dai 4 anni", sostiene il Comitato che aggiunge "quello che sfugge al Popolo della Famiglia è l'evoluzione individuale, psicologica, e oseremo dire, ironicamente, anche della specie".
Il portavoce del Family Day Massimo Gandolfini se la prende con il Comune e parla di 'dittatura del pensiero unico': "La democrazia a senso unico si manifesta in questo modo qui, ovvero negando l'agibilità politica ad ogni espressione del pensiero che non corrisponde ai canoni del politicamente corretto". Dello stesso parere il senatore di "Idea" Carlo Giovanardi, che annuncia di aver chiesto al prefetto Carmela Pagano "di garantire la libertà di esprimere i propri convincimenti che il sindaco De Magistris vuole vergognosamente negare alle associazioni del Family Day che denunciano la colonizzazione ideologica della teoria gender nelle scuole". Il deputato Alessandro Pagano della Lega-Noi con Salvini parla di "metodi fascisti" del primo cittadino, mentre il senatore di FI, Lucio Malan, dice che de Magistris "si è schierato contro la libertà d'espressione, contro le famiglie, contro il loro diritto-dovere di educare i figli".
A chiudere il cerchio la nota diffusa dallo staff del Comune partenopeo che scarica la colpa sugli organizzatori: "La richiesta di autorizzazione non faceva esplicito riferimento alla campagna transfobica del cosiddetto Bus della Libertà". Nelle prossime ore si saprà come andrà a finire la vicenda. I promotori del Bus, i quali annunciano di voler comunque tenere la tappa napoletana "come da originaria autorizzazione", si dicono pronti a "resistere a qualunque tentativo politico di limitare il diritto dei genitori di manifestare pubblicamente per la loro libertà educativa".