Venezuela: riappare Oscar Pérez, il controverso 'giustiziere'
L'attore e padre di famiglia era scomparso dallo scorso 28 giugno, perché accusato di aver pilotato l'elicottero da cui vennero lanciate delle granate contro la Corte Suprema
Un nuovo video per chiedere all'opposizione di continuare le manifestazioni contro il presidente Nicolás Maduro e ai venezuelani di rimanere "fermi nelle strade". "Prendiamone coscienza. Il momento è ora, non domani. Il momento di svegliarsi è ora.... rimaniamo fermi nelle strade", dice a più riprese Oscar Pérez. Dopo l'assalto alla Corte Suprema, l'attore è accusato di colpo di stato dal governo venezuelano che ha chiesto all'Interpol di emettere un mandato d'arresto internazionale. Secondo le autorità di Caracas, Perez il 28 giugno sarebbe stato alla guida dell'elicottero da cui vennero lanciate le granate contro gli edifici che ospitano il Ministero dell'Interno e il Tribunale Supremo. In un passaggio, l'attore e padre di famiglia, precisa puntando il dito contro la telecamera: "Abbiamo danneggiato soltanto gli edifici...non ci sono stati danni collaterali perché era quello che avevamo programmato, perché non siamo assassini...come lei, signor Maduro".
E ancora: "Andremo in strada e saremo con voi. Non sarete soli", ha aggiunto Pérez ormai ribattezzato come 'Rambo' e 'Il giustiziere'. Dubbi sulla sua causa anti-Maduro sono stati manifestati dal tavolo per l'unità democratica. Il movimento dell'opposizione, che chiede le dimissioni del presidente venezuelano, ha preso le distanze dall'attacco e ha sottolineato di volere "un cambiamento democratico esclusivamente con mezzi pacifici". Ma molti leader dell'opposizione 'sentono puzza di bruciato': alcuni di loro hanno ipotizzato che Pérez possa essere stato ingaggiato dallo stesso governo per giustificare la repressione delle manifestazioni che vanno avanti da tre mesi.
E ancora: "Andremo in strada e saremo con voi. Non sarete soli", ha aggiunto Pérez ormai ribattezzato come 'Rambo' e 'Il giustiziere'. Dubbi sulla sua causa anti-Maduro sono stati manifestati dal tavolo per l'unità democratica. Il movimento dell'opposizione, che chiede le dimissioni del presidente venezuelano, ha preso le distanze dall'attacco e ha sottolineato di volere "un cambiamento democratico esclusivamente con mezzi pacifici". Ma molti leader dell'opposizione 'sentono puzza di bruciato': alcuni di loro hanno ipotizzato che Pérez possa essere stato ingaggiato dallo stesso governo per giustificare la repressione delle manifestazioni che vanno avanti da tre mesi.