Riapre la barberia con l'aiuto della milizia armata: così Karl è difeso dallo Stato e dalla polizia
Il barbiere ha sfidato le chiusure imposte dalla governatrice del Michigan (Usa) ottenendo la sospensione delle licenze commerciali e professionali. Il suo gesto è stato raccolto dalla Michigan Home Guard che ha deciso di proteggerlo. E ora la barberia potrebbe diventare avamposto della campagna elettorale dei sostenitori del Presidente Donald Trump
Un vecchio telefono a rotella suona ripetutamente. Karl Manke taglia i capelli e prende appuntamenti. Una storia che si ripete da sessant'anni, bruscamente interrotta dalla sospensione delle licenze per aver violato le regole del lockdown. Come tanti altri imprenditori americani, il ribelle ha forzato la riapertura del negozio sfidando l'ordine di restare in casa imposto dalla governatrice Gretchen Whitmer. Siamo a Owosso, in Michigan, negli Stati Uniti, e il lavoratore di 77 anni, nella sua impresa di "guadagnarsi da vivere" e contrastare quello che definisce "Uno stato di polizia" si è ritrovato al suo fianco la milizia armata e decine di sostenitori del presidente Donald Trump.
La Michigan Home Guard, un gruppo non appartenente alle forze armate, si è detta pronta a fermare la polizia. Una storia d'America ai tempi del coronavirus, che sta assumendo connotati politici. A differenza di Bob Martin, un altro barbiere proprietario della Stag Barber & Styling che nella città di Snohomish (Nello Stato di Washington) ha deciso di riaprire violando le norme, Karl ha al seguito solidali politici con indosso magliette e cappelli della campagna elettorale del presidente Trump.
L'aspetto politico non è trascurabile come sottolinea il Washington Post. A capo dell'amministrazione dello Stato c'è la democratica Whitmer che è considerata tra le papabili per il ruolo di vice di Joe Biden, il candidato che sfiderà Trump alle Presidenziali 2020. La governatrice avrà un ruolo importante alle elezioni di novembre ed essendo il Michigan uno dei cosiddetti 'Stati in bilico', nel 2016 fu decisivo per la vittoria di Trump, il finale della storia di Karl potrebbe fare la differenza.
Nonostante un sondaggio promosso da Washington Post-Ipsos conferma che il 72% dei residenti approva la gestione dell'emergenza da parte di Whitmer, il Michigan si avvia a raggiungere due primati: quello di essere lo Stato americano più colpito dal virus Covid-19, al momento registra 48 mila contagi e oltre 4.600 morti, e quello di accaparrarsi il titolo di simbolo della lotta degli elettori repubblicani contro le misure restrittive imposte per fronteggiare la pandemia di coronavirus.
La Michigan Home Guard, un gruppo non appartenente alle forze armate, si è detta pronta a fermare la polizia. Una storia d'America ai tempi del coronavirus, che sta assumendo connotati politici. A differenza di Bob Martin, un altro barbiere proprietario della Stag Barber & Styling che nella città di Snohomish (Nello Stato di Washington) ha deciso di riaprire violando le norme, Karl ha al seguito solidali politici con indosso magliette e cappelli della campagna elettorale del presidente Trump.
L'aspetto politico non è trascurabile come sottolinea il Washington Post. A capo dell'amministrazione dello Stato c'è la democratica Whitmer che è considerata tra le papabili per il ruolo di vice di Joe Biden, il candidato che sfiderà Trump alle Presidenziali 2020. La governatrice avrà un ruolo importante alle elezioni di novembre ed essendo il Michigan uno dei cosiddetti 'Stati in bilico', nel 2016 fu decisivo per la vittoria di Trump, il finale della storia di Karl potrebbe fare la differenza.
Nonostante un sondaggio promosso da Washington Post-Ipsos conferma che il 72% dei residenti approva la gestione dell'emergenza da parte di Whitmer, il Michigan si avvia a raggiungere due primati: quello di essere lo Stato americano più colpito dal virus Covid-19, al momento registra 48 mila contagi e oltre 4.600 morti, e quello di accaparrarsi il titolo di simbolo della lotta degli elettori repubblicani contro le misure restrittive imposte per fronteggiare la pandemia di coronavirus.