Riccardino, l'ultima indagine di Montalbano a un anno dalla scomparsa di Andrea Camilleri
In libreria il capitolo finale della saga che ha per protagonista il commissario Salvo Montalbano
"Il telefono sonò che era appena appena arrinisciuto a pigliari sonno, o almeno accussì gli parse, doppo ore e ore passate ad arramazzarisi ammatula dintra al letto. 'Riccardino sono', disse una voce squillante e festevole, per dargli appuntamento al bar Aurora. Ma Montalbano non conosceva nessuno con quel nome... Un'ora dopo, la telefonata di Catarella: avevano sparato a un uomo, Fazio lo stava cercando".
È l'incipit di "Riccardino", il capitolo finale della saga che ha per protagonista il commissario Salvo Montalbano, che la casa editrice Sellerio pubblica a un anno dalla morte di Andrea Camilleri, nella 'storica' collana "La memoria", ideata da Elvira Sellerio con Leonardo Sciascia. Ed è il romanzo del congedo dalla scena del delitto del poliziotto di Vigàta, in cui a scegliere di mettere la parola "fine", con un colpo finale a sorpresa, sarà lo stesso Montalbano prima ancora che il suo creatore.
Scritto a 80 anni e accompagnato da aneddoti e leggende come quella che lo voleva custodito nella cassaforte della casa editrice da quando Camilleri lo consegnò nel 2005 a Elvira Sellerio, "Riccardino" è stato ideato nel 2004 come ultimo capitolo della serie del Commissario e ripreso in mano dallo scrittore nel 2016, quando aveva 91 anni, mantenendo la trama, con alcune modifiche nel linguaggio. L'edizione definitiva, mostra come, nel corso degli anni, l'espressione di Camilleri sia passata dalla "lingua bastarda" che l'autore ascoltava da bambino alla "lingua inventata" di Vigàta, cioè è divenuta nel tempo, come ogni lingua, una forma di vita, la forma di vita di una provincia inventata.
Il libro esce anche in una edizione speciale, con una nota di Salvatore Silvano Nigro, in cui si potranno leggere le due versioni del romanzo, la prima e quella definitiva, come da desiderio dell'autore. "I lettori potranno così seguire l'evoluzione nel corso del tempo di quella lingua unica inventata da Andrea Camilleri. Una sperimentazione alla quale lo scrittore teneva moltissimo e che viene resa così evidente dal confronto tra le due versioni", spiega l'editore.
La scelta di pubblicare insieme le due versioni è un desiderio di Camilleri: "Ho sempre distrutto tutte le tracce che portavano ai romanzi compiuti, invece mi pare che possa giovare far vedere materialmente al lettore l'evoluzione della mia scrittura".
"Riccardino" è il congedo di quello che (grazie anche alla sua versione televisiva di formidabile successo), è con certezza il personaggio più popolare prodotto dalla letteratura italiana a cavallo tra questi millenni, divenuto anche un riferimento etico e civile per la Sicilia e per l'intero paese.
La trama
La storia si apre con una botta d'insonnia di Montalbano e la chiamata, alle 5 del mattino, appena è riuscito ad addormentarsi, di un certo Riccardino che il commissario non conosce proprio. Pensa che lo sconosciuto, che gli ricorda un appuntamento al Bar Aurora di Vigata, abbia sbagliato numero e per tagliare corto lo rassicura sul suo arrivo e si rimette a dormire. Ma poco dopo le sei del mattino arriva un'altra telefonata, questa volta di Catarella che lo avverte, su richiesta di Fazio, di un omicidio proprio davanti al Bar Aurora e il morto è proprio Riccardino. Testimoni del delitto, tre amici del morto.
Da qui partono le indagini che vedono Montalbano convocato dal Vescovo di Montelusa che vuole sia lui a seguire il caso perché uno dei tre amici di Riccardino, Alfonso Licausi, è suo nipote, e fa pressione sul mondo politico, tra corruzione e nuovi governanti. Le ricerche si sviluppano tra tradimenti, conti bancari, ditte e camionisti di un'azienda mineraria.
"Naturalmente, la storia è tutta inventata di sana pianta, nessun personaggio può essere ricondotto a una persona realmente esistente. Lo stesso vale per le situazioni, le intestazioni delle ditte e delle banche, i cognomi. Il contesto invece no, quello purtroppo esiste. Ringrazio Emilio Borsellino che mi ha dato lo spunto per la storia del camion, da me naturalmente stracangiata" scriveva Camilleri nel 2005 nella nota che ora chiude il libro in cui si fa riferimento anche al 2016, anno in cui lo scrittore spiega di considerare doveroso aggiornare la lingua.
Il titolo
"Come risulta evidente il titolo di questo libro è anomalo rispetto a tutti gli altri della serie, infatti Riccardino era per me un titolo provvisorio e mi ero ripromesso di cambiarlo quando sarebbe arrivata l'ora della pubblicazione, giunto però a questo punto preferisco che rimanga come titolo definitivo perché intanto mi ci sono affezionato" raccontava lo scrittore.
Il tempo che fu
In Riccardino ci sono anche i ricordi dell'infanzia, della morte della madre e del giorno di Ognissanti, del campo santo dove il Commissario bambino girava con il suo triciclo. "Il libro, come gli altri della serie, è fortemente calato nel tempo in cui è stato scritto, e di quel tempo costituisce un vivido racconto e una critica; non mancano infatti i riferimenti alla letteratura, alla cronaca, alla politica (e al suo linguaggio) di quei giorni.
L'epilogo
Camilleri sentiva il bisogno di liberarsi di Montalbano ma Montalbano lo richiamava ogni volta, invogliandolo, quasi costringendolo a scrivere ancora e ancora storie su di lui; per lasciarlo crescere, cambiare, invecchiare, come una creatura vera. Da questo punto di vista, è evidente l'anomalia dell'epilogo di una saga scritto così tanti anni prima della conclusione vera e propria. Camilleri, voleva essere lui a mettere la parola fine. C'è da aggiungere che in quel 2005 Camilleri era al suo ottantesimo compleanno e si sentiva stanco (lo dice esplicitamente nel romanzo). E non è detto, in ultimo, che non pensasse sul serio di "liberarsi" di Montalbano per potersi dedicare ad altro (magari di più ai romanzi storico-civili, almeno secondo l'accusa avanzata dallo stesso Montalbano).
Oggi sappiamo che avvenne il contrario: alla scrittura di "Riccardino" seguirono ben diciotto romanzi e numerosi racconti, e Camilleri terminò l'ultimo Montalbano, "Il metodo Catalanotti", nel 2018, continuando a scrivere della sua creatura più amata fino alla fine.
Comunque sia, questo originalissimo romanzo fu consegnato a Elvira nel 2005 con il patto che il libro sarebbe uscito solo alla conclusione della serie.
Camilleri e Montalbano
Andrea Camilleri e il commissario Montalbano, una storia lunga 25 anni: dal primo capitolo della saga, 'La forma dell'acqua' del 1994, fino a 'Il cuoco dell'Alcyon', ultimo lavoro uscito pochi mesi prima della sua morte avvenuta un anno fa il 17 luglio 2019. Un totale di 27 romanzi, a cui si aggiunge oggi l'inedito 'Riccardino', libro postumo dello scrittore.
Oltre ai romanzi, sono state pubblicate anche altre sei raccolte di brevi racconti sul commissario siciliano, che hanno ulteriormente arricchito quello che a buon diritto può essere definito il 'fenomeno Montalbano': oltre trenta milioni di copie vendute, traduzioni in 120 lingue e un personaggio inventato che ormai, nell'immaginario collettivo, esiste davvero in quella 'sua' Vigata, anche grazie al successo strepitoso - in 20 Paesi - della serie tv con Luca Zingaretti.
Dopo alcuni libri iniziali poco apprezzati, il 'padre' di Salvo Montalbano ha raggiunto in tarda età il successo proprio grazie alla fortunata saga poliziesca incentrata sulle vicende del commissario siciliano che ha conquistato tutti fin dal suo esordio, nel 1994, con 'La forma dell'acqua'.
Un vero e proprio 'fenomeno Camilleri' che in realtà era iniziato già due anni prima del debutto del commissario di Vigata, nel 1992, con il libro 'La stagione della caccia', pubblicato sempre da Sellerio, che aveva venduto oltre 60 mila copie. E così, a quasi 70 anni, lo scrittore raggiunge una grande popolarità e l'amore del pubblico è testimoniato anche dal successo di altri libri come 'Il birraio di Preston' (70 mila copie vendute), 'La concessione del telefono' e 'La mossa del cavallo'.
La fama, però, arriva con la saga Montalbano: libri come 'La pazienza del ragno' (2004), 'La luna di carta' (2005), 'La vampa d'agosto' (2006), 'Le ali della sfinge' (2006), 'La pista di sabbia' (2007), 'Il campo del vasaio' (2008) e 'L'eta' del dubbio' (2008) dominano le classifiche dei best seller. Fino all'ultimo libro, il ventisettesimo della serie, 'Il cuoco dell'Alcyon', che però non sarà l'ultimo: il filone narrativo del commissario Montalbano, infatti, è destinato a una conclusione con una formula precisa decisa dall'autore che nel 2006 ha consegnato all'editore Sellerio l'ultimo libro, 'Riccardino', con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte.
Le raccolte e la serie tv
La vita (e la fortuna) letteraria del commissario Montalbano non è però legata solo ai romanzi. A questi, infatti, si devono aggiungere le raccolte. E' del 1998 'Un mese con Montalbano', una raccolta di trenta storie, per coinvolgere il lettore "con un racconto al giorno", per usare le stesse parole dello scrittore. L'anno dopo, altri venti racconti vengono pubblicati da Mondadori nella raccolta 'Gli arancini di Montalbano'. Il nome della raccolta è anche il titolo dell'ultima storia e una delle più apprezzate puntate della serie tv sulla Rai.
Nel 2002 esce 'La paura di Montalbano' che si compone di sei racconti, quattro dei quali lunghi e inediti, mentre gli altri due brevi, 'Giorno di febbre' e 'Un cappello pieno di pioggia', erano stati già pubblicati.
Due anni più tardi altri tre racconti formano la raccolta 'La prima indagine di Montalbano', pubblicata sempre da Mondadori. Ancora otto storie, infine, compongono 'Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano', pubblicate da Sellerio nel 2014. Facendo un computo totale, ai 27 romanzi di Camilleri si aggiungono i 65 racconti divisi in varie raccolte. In più, c'è da contare anche 'La finestra del cortile', unico inedito all'interno della raccolta di editi 'Racconti di Montalbano'.
Gli episodi della serie televisiva 'Il commissario Montalbano' con Luca Zingaretti sono stati finora 36 con una media di 11 milioni di spettatori a puntata, 150 repliche in prima serata per un totale di 1,2 miliardi (solo in Italia) - dal 1999 al 2020. Sono stati realizzati anche 12 episodi della serie prequel 'Il giovane Montalbano' con Michele Riondino - dal 2012 al 2015.
È l'incipit di "Riccardino", il capitolo finale della saga che ha per protagonista il commissario Salvo Montalbano, che la casa editrice Sellerio pubblica a un anno dalla morte di Andrea Camilleri, nella 'storica' collana "La memoria", ideata da Elvira Sellerio con Leonardo Sciascia. Ed è il romanzo del congedo dalla scena del delitto del poliziotto di Vigàta, in cui a scegliere di mettere la parola "fine", con un colpo finale a sorpresa, sarà lo stesso Montalbano prima ancora che il suo creatore.
Scritto a 80 anni e accompagnato da aneddoti e leggende come quella che lo voleva custodito nella cassaforte della casa editrice da quando Camilleri lo consegnò nel 2005 a Elvira Sellerio, "Riccardino" è stato ideato nel 2004 come ultimo capitolo della serie del Commissario e ripreso in mano dallo scrittore nel 2016, quando aveva 91 anni, mantenendo la trama, con alcune modifiche nel linguaggio. L'edizione definitiva, mostra come, nel corso degli anni, l'espressione di Camilleri sia passata dalla "lingua bastarda" che l'autore ascoltava da bambino alla "lingua inventata" di Vigàta, cioè è divenuta nel tempo, come ogni lingua, una forma di vita, la forma di vita di una provincia inventata.
Il libro esce anche in una edizione speciale, con una nota di Salvatore Silvano Nigro, in cui si potranno leggere le due versioni del romanzo, la prima e quella definitiva, come da desiderio dell'autore. "I lettori potranno così seguire l'evoluzione nel corso del tempo di quella lingua unica inventata da Andrea Camilleri. Una sperimentazione alla quale lo scrittore teneva moltissimo e che viene resa così evidente dal confronto tra le due versioni", spiega l'editore.
La scelta di pubblicare insieme le due versioni è un desiderio di Camilleri: "Ho sempre distrutto tutte le tracce che portavano ai romanzi compiuti, invece mi pare che possa giovare far vedere materialmente al lettore l'evoluzione della mia scrittura".
"Riccardino" è il congedo di quello che (grazie anche alla sua versione televisiva di formidabile successo), è con certezza il personaggio più popolare prodotto dalla letteratura italiana a cavallo tra questi millenni, divenuto anche un riferimento etico e civile per la Sicilia e per l'intero paese.
La trama
La storia si apre con una botta d'insonnia di Montalbano e la chiamata, alle 5 del mattino, appena è riuscito ad addormentarsi, di un certo Riccardino che il commissario non conosce proprio. Pensa che lo sconosciuto, che gli ricorda un appuntamento al Bar Aurora di Vigata, abbia sbagliato numero e per tagliare corto lo rassicura sul suo arrivo e si rimette a dormire. Ma poco dopo le sei del mattino arriva un'altra telefonata, questa volta di Catarella che lo avverte, su richiesta di Fazio, di un omicidio proprio davanti al Bar Aurora e il morto è proprio Riccardino. Testimoni del delitto, tre amici del morto.
Da qui partono le indagini che vedono Montalbano convocato dal Vescovo di Montelusa che vuole sia lui a seguire il caso perché uno dei tre amici di Riccardino, Alfonso Licausi, è suo nipote, e fa pressione sul mondo politico, tra corruzione e nuovi governanti. Le ricerche si sviluppano tra tradimenti, conti bancari, ditte e camionisti di un'azienda mineraria.
"Naturalmente, la storia è tutta inventata di sana pianta, nessun personaggio può essere ricondotto a una persona realmente esistente. Lo stesso vale per le situazioni, le intestazioni delle ditte e delle banche, i cognomi. Il contesto invece no, quello purtroppo esiste. Ringrazio Emilio Borsellino che mi ha dato lo spunto per la storia del camion, da me naturalmente stracangiata" scriveva Camilleri nel 2005 nella nota che ora chiude il libro in cui si fa riferimento anche al 2016, anno in cui lo scrittore spiega di considerare doveroso aggiornare la lingua.
Il titolo
"Come risulta evidente il titolo di questo libro è anomalo rispetto a tutti gli altri della serie, infatti Riccardino era per me un titolo provvisorio e mi ero ripromesso di cambiarlo quando sarebbe arrivata l'ora della pubblicazione, giunto però a questo punto preferisco che rimanga come titolo definitivo perché intanto mi ci sono affezionato" raccontava lo scrittore.
Il tempo che fu
In Riccardino ci sono anche i ricordi dell'infanzia, della morte della madre e del giorno di Ognissanti, del campo santo dove il Commissario bambino girava con il suo triciclo. "Il libro, come gli altri della serie, è fortemente calato nel tempo in cui è stato scritto, e di quel tempo costituisce un vivido racconto e una critica; non mancano infatti i riferimenti alla letteratura, alla cronaca, alla politica (e al suo linguaggio) di quei giorni.
L'epilogo
Camilleri sentiva il bisogno di liberarsi di Montalbano ma Montalbano lo richiamava ogni volta, invogliandolo, quasi costringendolo a scrivere ancora e ancora storie su di lui; per lasciarlo crescere, cambiare, invecchiare, come una creatura vera. Da questo punto di vista, è evidente l'anomalia dell'epilogo di una saga scritto così tanti anni prima della conclusione vera e propria. Camilleri, voleva essere lui a mettere la parola fine. C'è da aggiungere che in quel 2005 Camilleri era al suo ottantesimo compleanno e si sentiva stanco (lo dice esplicitamente nel romanzo). E non è detto, in ultimo, che non pensasse sul serio di "liberarsi" di Montalbano per potersi dedicare ad altro (magari di più ai romanzi storico-civili, almeno secondo l'accusa avanzata dallo stesso Montalbano).
Oggi sappiamo che avvenne il contrario: alla scrittura di "Riccardino" seguirono ben diciotto romanzi e numerosi racconti, e Camilleri terminò l'ultimo Montalbano, "Il metodo Catalanotti", nel 2018, continuando a scrivere della sua creatura più amata fino alla fine.
Comunque sia, questo originalissimo romanzo fu consegnato a Elvira nel 2005 con il patto che il libro sarebbe uscito solo alla conclusione della serie.
Camilleri e Montalbano
Andrea Camilleri e il commissario Montalbano, una storia lunga 25 anni: dal primo capitolo della saga, 'La forma dell'acqua' del 1994, fino a 'Il cuoco dell'Alcyon', ultimo lavoro uscito pochi mesi prima della sua morte avvenuta un anno fa il 17 luglio 2019. Un totale di 27 romanzi, a cui si aggiunge oggi l'inedito 'Riccardino', libro postumo dello scrittore.
Oltre ai romanzi, sono state pubblicate anche altre sei raccolte di brevi racconti sul commissario siciliano, che hanno ulteriormente arricchito quello che a buon diritto può essere definito il 'fenomeno Montalbano': oltre trenta milioni di copie vendute, traduzioni in 120 lingue e un personaggio inventato che ormai, nell'immaginario collettivo, esiste davvero in quella 'sua' Vigata, anche grazie al successo strepitoso - in 20 Paesi - della serie tv con Luca Zingaretti.
Dopo alcuni libri iniziali poco apprezzati, il 'padre' di Salvo Montalbano ha raggiunto in tarda età il successo proprio grazie alla fortunata saga poliziesca incentrata sulle vicende del commissario siciliano che ha conquistato tutti fin dal suo esordio, nel 1994, con 'La forma dell'acqua'.
Un vero e proprio 'fenomeno Camilleri' che in realtà era iniziato già due anni prima del debutto del commissario di Vigata, nel 1992, con il libro 'La stagione della caccia', pubblicato sempre da Sellerio, che aveva venduto oltre 60 mila copie. E così, a quasi 70 anni, lo scrittore raggiunge una grande popolarità e l'amore del pubblico è testimoniato anche dal successo di altri libri come 'Il birraio di Preston' (70 mila copie vendute), 'La concessione del telefono' e 'La mossa del cavallo'.
La fama, però, arriva con la saga Montalbano: libri come 'La pazienza del ragno' (2004), 'La luna di carta' (2005), 'La vampa d'agosto' (2006), 'Le ali della sfinge' (2006), 'La pista di sabbia' (2007), 'Il campo del vasaio' (2008) e 'L'eta' del dubbio' (2008) dominano le classifiche dei best seller. Fino all'ultimo libro, il ventisettesimo della serie, 'Il cuoco dell'Alcyon', che però non sarà l'ultimo: il filone narrativo del commissario Montalbano, infatti, è destinato a una conclusione con una formula precisa decisa dall'autore che nel 2006 ha consegnato all'editore Sellerio l'ultimo libro, 'Riccardino', con il finale della storia, chiedendo che questo venisse pubblicato dopo la sua morte.
Le raccolte e la serie tv
La vita (e la fortuna) letteraria del commissario Montalbano non è però legata solo ai romanzi. A questi, infatti, si devono aggiungere le raccolte. E' del 1998 'Un mese con Montalbano', una raccolta di trenta storie, per coinvolgere il lettore "con un racconto al giorno", per usare le stesse parole dello scrittore. L'anno dopo, altri venti racconti vengono pubblicati da Mondadori nella raccolta 'Gli arancini di Montalbano'. Il nome della raccolta è anche il titolo dell'ultima storia e una delle più apprezzate puntate della serie tv sulla Rai.
Nel 2002 esce 'La paura di Montalbano' che si compone di sei racconti, quattro dei quali lunghi e inediti, mentre gli altri due brevi, 'Giorno di febbre' e 'Un cappello pieno di pioggia', erano stati già pubblicati.
Due anni più tardi altri tre racconti formano la raccolta 'La prima indagine di Montalbano', pubblicata sempre da Mondadori. Ancora otto storie, infine, compongono 'Morte in mare aperto e altre indagini del giovane Montalbano', pubblicate da Sellerio nel 2014. Facendo un computo totale, ai 27 romanzi di Camilleri si aggiungono i 65 racconti divisi in varie raccolte. In più, c'è da contare anche 'La finestra del cortile', unico inedito all'interno della raccolta di editi 'Racconti di Montalbano'.
Gli episodi della serie televisiva 'Il commissario Montalbano' con Luca Zingaretti sono stati finora 36 con una media di 11 milioni di spettatori a puntata, 150 repliche in prima serata per un totale di 1,2 miliardi (solo in Italia) - dal 1999 al 2020. Sono stati realizzati anche 12 episodi della serie prequel 'Il giovane Montalbano' con Michele Riondino - dal 2012 al 2015.