Rientrata sulla Terra la capsula di Hayabusa-2 con campioni dell'asteroide Ryugu
La navicella era stata lanciata nel 2014 dall'agenzia spaziale giapponese per studiare l'origine del Sistema solare
La navicella spaziale giapponese Hayabusa-2, di ritorno dalla missione sull'asteroide Ryugu, ha rilasciato nel pomeriggio di sabato una piccola capsula e l'ha inviata verso la Terra per trasportare i campioni di sottosuolo raccolti sull'asteroide e che potrebbero fornire indizi sull'origine del Sistema solare e sulla vita sul nostro pianeta. Lo ha annunciato l'agenzia spaziale giapponese Jaxa.
La capsula - di soli 40 centimetri di diametro - si è staccata con successo a 220.000 chilometri di distanza dalla Terra, cimentandosi in un'operazione impegnativa che ha richiesto un controllo di precisione, ha spiegato l'agenzia, atterrando poche ore più tardi in un'area remota e scarsamente popolata di Woomera, in Australia.
Successivamente, la Jaxa ha dichiarato di aver indirizzato con successo Hayabusa-2 verso una nuova missione, mentre la diretta streaming mostrava i festeggiamenti del personale del centro di controllo di Sagamihara, vicino Tokyo. "Siamo arrivati a questo punto con successo e quando completeremo la nostra missione finale per recuperare la capsula, sarà perfetto", ha detto il responsabile della missione Makoto Yoshikawa.
La missione dell'agenzia spaziale giapponese (Jaxa) era stata lanciata nel 2014 con lo scopo di studiare l'origine del Sistema solare. Dopo un viaggio di oltre 300 milioni di chilometri, il 27 giugno 2018 Hayabusa-2 era entrata nell'orbita dell'asteroide Ryugu. Prima di scendere sulla sua superficie, la sonda aveva inviato un lander (Mascot) e tre piccoli rover (Minerva) per individuare il luogo più adatto all'avvicinamento.
Nell'aprile del 2019 la sonda era scesa sulla superficie dell'asteroide per posizionare dell'esplosivo e provocare un cratere dal quale prelevare materiale dal sottosuolo del corpo celeste. Lo scopo era raccogliere campioni di terreno che non avessero subito alterazioni da esposizione ai raggi solari e cosmici, nella speranza di ottenere nuovi indizi sulla formazione del Sistema solare.
Hayabusa-2 prosegue la missione
Nel 2026, pur rimanendo a una certa distanza dall'asteroide 2001 CC21, gli scienziati sperano che sia in grado di fotografarlo "passando ad alta velocità". Hayabusa-2 si dirigerà quindi verso il suo obiettivo principale, il KY26 del 1998, un asteroide sferico con un diametro di soli 30 metri. Quando la sonda la raggiungerà nel luglio 2031, sarà a circa 300 milioni di chilometri dalla Terra. Ci sono rischi associati all'estensione della sua missione, compresa la possibilità che l'equipaggiamento della sonda si degradi nello spazio profondo.
In arrivo altro materiale dallo spazio
Il ritorno di Hayabusa-2 con i primi campioni in assoluto provenienti dal sottosuolo di un asteroide arriva settimane dopo che la sonda OSIRIS-REx della NASA ha effettuato con successo un prelievo touch-and-go di campioni di superficie dall'asteroide Bennu.
La Cina, nel frattempo, ha annunciato questa settimana che il suo lander lunare ha raccolto campioni sotterranei e li ha sigillati all'interno del veicolo spaziale per il loro ritorno sulla Terra.
La capsula - di soli 40 centimetri di diametro - si è staccata con successo a 220.000 chilometri di distanza dalla Terra, cimentandosi in un'operazione impegnativa che ha richiesto un controllo di precisione, ha spiegato l'agenzia, atterrando poche ore più tardi in un'area remota e scarsamente popolata di Woomera, in Australia.
Successivamente, la Jaxa ha dichiarato di aver indirizzato con successo Hayabusa-2 verso una nuova missione, mentre la diretta streaming mostrava i festeggiamenti del personale del centro di controllo di Sagamihara, vicino Tokyo. "Siamo arrivati a questo punto con successo e quando completeremo la nostra missione finale per recuperare la capsula, sarà perfetto", ha detto il responsabile della missione Makoto Yoshikawa.
La missione dell'agenzia spaziale giapponese (Jaxa) era stata lanciata nel 2014 con lo scopo di studiare l'origine del Sistema solare. Dopo un viaggio di oltre 300 milioni di chilometri, il 27 giugno 2018 Hayabusa-2 era entrata nell'orbita dell'asteroide Ryugu. Prima di scendere sulla sua superficie, la sonda aveva inviato un lander (Mascot) e tre piccoli rover (Minerva) per individuare il luogo più adatto all'avvicinamento.
Nell'aprile del 2019 la sonda era scesa sulla superficie dell'asteroide per posizionare dell'esplosivo e provocare un cratere dal quale prelevare materiale dal sottosuolo del corpo celeste. Lo scopo era raccogliere campioni di terreno che non avessero subito alterazioni da esposizione ai raggi solari e cosmici, nella speranza di ottenere nuovi indizi sulla formazione del Sistema solare.
Hayabusa-2 prosegue la missione
Nel 2026, pur rimanendo a una certa distanza dall'asteroide 2001 CC21, gli scienziati sperano che sia in grado di fotografarlo "passando ad alta velocità". Hayabusa-2 si dirigerà quindi verso il suo obiettivo principale, il KY26 del 1998, un asteroide sferico con un diametro di soli 30 metri. Quando la sonda la raggiungerà nel luglio 2031, sarà a circa 300 milioni di chilometri dalla Terra. Ci sono rischi associati all'estensione della sua missione, compresa la possibilità che l'equipaggiamento della sonda si degradi nello spazio profondo.
In arrivo altro materiale dallo spazio
Il ritorno di Hayabusa-2 con i primi campioni in assoluto provenienti dal sottosuolo di un asteroide arriva settimane dopo che la sonda OSIRIS-REx della NASA ha effettuato con successo un prelievo touch-and-go di campioni di superficie dall'asteroide Bennu.
La Cina, nel frattempo, ha annunciato questa settimana che il suo lander lunare ha raccolto campioni sotterranei e li ha sigillati all'interno del veicolo spaziale per il loro ritorno sulla Terra.