La risata fa 90, auguri Mel Brooks!
Compie 90 anni il regista di "Frankenstein Junior"
Nato il 28 giugno del 1926 a Brooklyn da una famiglia di emigrati tedeschi, russi e bielorussi, Melvin James Kaminsky in arte Mel Brooks è il re indiscusso della commedia demenziale, un genere di culto e grande tradizione nel cinema americano - da John Landis ai fratelli Farrelly fino al campione odierno, quel Judd Apatow molto apprezzato dallo stesso Brooks.
Il primo successo in carriera, molto popolare anche nella tv italiana dei primi anni settanta, fu la serie "Get Smart", con Don Adams nei panni di Maxwell Smart, una maldestra e spassosa imitazione di 007: "All'epoca nessuno aveva mai fatto un telefilm su un idiota e io volevo essere il primo..."
Fu questa la prima di una serie di parodie che hanno reso Mel Brooks un autore di culto. Il suo esordio cinematografico, "Per favore non toccate le vecchiette" del 1968 fu sponsorizzato da Peter Sellers e fu anche il primo del suo sodalizio artistico con Gene Wilder che sarà il protagonista, nel 1974, di due pellicole epocali: "Mezzogiorno e mezzo di fuoco", sferzante satira del western e del razzismo strisciante di Hollywood e l'irresistibile "Frankenstein Junior", riscrittura geniale dei film di genere tratti dal capolavoro di Mary Wollstonecraft Shelley.
E se come regista ha continuato a regalare risate a crepapelle, come nella parodia di "Balle spaziali" e nel pastiche de "La pazza storia del mondo", come produttore è stato nella cabina di regia di almeno due film di tutt'altro genere eppure memorabili: "The Elephant Man", primo successo hollywoodiano per un giovanissimo David Lynch con Anne Bancroft, compagna di Brooks dal 1964, accanto a Anthony Hopkins e John Hurt, e "La mosca", il controverso remake de "L'esperimento del dottor K" diretto da David Cronenberg.
Mel Brooks è amatissimo da sempre in Italia e lo testimoniano i due cameo regalati dal regista nelle pellicole. "Il silenzio dei prosciutti" e "Svitati", girate negli anni novanta da un suo grande fan, Ezio Greggio.