Ritorno a Fukushima. 5 anni dallo tsunami
Il tempo si è fermato all'11 marzo 2011 nell'area evacuata intorno alla centrale nucleare di Fukushima dopo l'incidente causato dal devastante terremoto di magnitudo 9 e dal seguente tsunami che provocò la morte di 15,894 persone mentre 99,750 furono costrette ad abbandonare le proprie case per via della contaminazione.
E' il caso della città fantasma di Namie, meno di 8 chilometri a nord ovest della centrale nucleare. E se per il marzo del 2017 il governo giapponese ha ipotizzato il rientro di 5mila persone nelle zone della città in cui la radioattività sarà scesa sotto un livello relativamente basso per il momento gli abitanti possono far tornare alle proprie case o luoghi di lavoro solo temporaneamente e per brevi visite anche allo scopo di preparare il terreno in vista del momento dell'auspicato ritorno.
In queste immagini vediamo alcune di queste persone alle prese con i frammenti del loro passato. Gli esercizi commerciali aperti a tutt'oggi servono a fornire cibo e generi di prima necessità a chi si trova nella zona coinvolto nel lavoro di decontaminazione e di dismissione dei reattori nucleari.
Per il resto la città è deserta ma piena di sacchi neri pieni di terra, foglie e altri detriti contaminati stoccati in siti temporanei in attesa di essere spostati definitivamente in zone più vicine alla centrale e inabitabili. Sono milioni i sacchi in questione e il loro smaltimento è un problema enorme per il governo giapponese.